Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il gol di Insigne: «Ora aiuto il Cotugno»
Il capitano del Napoli chiama il governatore, è il primo sottoscrittore della raccolta fondi
La diffusione del virus Covid-19 ha raggiunto proporzioni allarmanti, inducendo il governo italiano a forti limitazioni della mobilità, mai adottate in passato ed sulle quali ben presto dovranno allinearsi anche altri paesi. La situazione sembra drammatica, anche perché fino a quando non si fermerà la curva del contagio non potrà esserci alcuna ripresa economica.
Occorre adottare una strategia di intervento globale, essendo praticamente impossibile risollevare le sorti dell’economia, prescindendo dalla neutralizzazione dell’epidemia, che passa attraverso il blocco delle attività e le altre misure varate in questi giorni. La delegazione del Pd al Parlamento Ue ha presentato ai vertici della Unione un documento contenente proposte specifiche e immediate per uscire dalla crisi e salvaguardare l’economia e il tessuto produttivo dei paesi europei.
L’emergenza che si è venuta a creare richiede, quindi, il coinvolgimento effettivo, concreto e coordinato nell’ambito di una strategia europea di tutti gli interlocutori, sia sul piano sanitario che su quello economico.
Bisogna intervenire subito, trasformando la task force già creata, con a capo la Presidente von der Leyen, da semplice struttura di coordinamento a effettivo centro di gestione dell’emergenza, anche attraverso la definizione di nuove modalità e standard di intervento comuni sulla base delle indicazioni dell’Oms. Il percorso da compiere, però, appare alquanto accidentato, perché Consiglio e Commissione non sembrano, almeno per ora, viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda.
Hanno ancora idee diverse, ad esempio, sulla istituzione di una Centrale d’acquisto europea per reperire e smistare i materiali necessari alla prevenzione e alle cure e non sembrano non concordare nella individuazione di una mission specifica di «Horizon», il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione post 2020, né sulla creazione di un Consorzio europeo di ricerca che coinvolga i migliori centri degli Stati membri.
Sul fronte economico abbiamo indicato strategie che mirano a sostenere i lavoratori dipendenti e autonomi del commercio, delle piccole e medie imprese con particolare attenzione ai lavoratori precari e atipici, puntando anche sul coinvolgimento della Banca centrale europea, il cui board si riunisce domani per limitare gli impatti negativi dell’epidemia sui mercati finanziari e monetari.
Siamo impegnati a rimarcare la necessità di fornire la liquidità necessaria all’economia reale, facilitando l’accesso al credito a famiglie e imprese anche con l’emissione degli «eurobond». Purtroppo su questo punto finora non c’è stato alcun riscontro, né da parte della Commissione, né dal Consiglio.
Non vorremmo che questo silenzio nasca dalla tradizionale avversione allo strumento da parte, soprattutto, della Germania da sempre poco incline a finanziare paesi con fondamentali negativi, senza un controllo completo delle risorse.
In conferenza stampa la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen ha annunciato la istituzione di un fondo da 25 miliardi che andrà a sostegno del sistema sanitario, delle Pmi, del mercato del lavoro e delle parti più vulnerabili dell’economia.
Anche il nostro Governo è intervenuto ed ha portato a 25 miliardi di euro lo stanziamento per far fronte alla situazione straordinaria che sta vivendo il Paese.
In definitiva, si può dire che il governo europeo si stia muovendo in linea con il nostro e sembra aver capito che occorre una dose straordinaria di flessibilità.
Lunedì prossimo la Commissione presenterà all’Eurogruppo una proposta per chiarire le regole su limiti di spesa e sussidi pubblici nel quadro dell’emergenza sanitaria.
Confidiamo che le nostre richieste e quelle del governo italiano vengano condivise. Adesso più che mai l’Europa deve fare la sua parte.
La crisi in corso può trasformarsi in una straordinaria opportunità.
Il modo in cui la Ue offrirà il proprio contributo per uscire dalla emergenza sanitaria ed economica potrebbe determinare quella inversione di tendenza attesa da decenni, riaccendendo nei cittadini l’immagine - certamente più fedele all’idea di una Europa dei popoli, democratica, progressista e solidale.