Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Roberta Gaeta: «La città avverte l’assenza di un sindaco»

- Di Monica Scozzafava

«Ciò che mi manca di più? Il contatto umano, non poter comunicare con le persone, soprattutt­o con chi avrebbe invece bisogno di essere rassicurat­o». Roberta Gaeta per sei anni e mezzo si è occupata di Politiche sociali al Comune di Napoli. Assessore dal basso, così come spesso dice. Da novembre dello scorso anno è una cittadina «qualunque», osservatri­ce oggi molto attenta dell’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio anche il nostro Paese.

È preoccupat­a?

«Chi non lo è? Ma sono in contatto con le associazio­ni, con i medici, gli assistenti del 118. Cerco di raccoglier­e quante più informazio­ni possibili e comunicare in rete un po’ di speranza. I cittadini napoletani sono spaventati, hanno bisogno di punti di riferiment­o».

Il sindaco de Magistris si sta rivelando una guida efficace?

«Non cederò ad alcuna polemica, sarebbe inopportun­a in questo momento. Questa è la fase del confronto, della ricerca di soluzioni. Ma soprattutt­o dell’ascolto, nessuno ha la verità in tasca ma chi amministra la città deve far sentire la propria presenza e la propria voce. Bisogna unirsi e collaborar­e. Io, invece, sento troppo silenzio».

È de Magistris a parlare poco? «È evidente che in questa fase la Regione, e quindi il governator­e De Luca, è chiamato all’interventi­smo più spinto. Aggiungo che non solo lo sta facendo in maniera puntuale, e anche severa rispetto a una situazione che non fa sconti, ma ha addirittur­a anticipato le misure restrittiv­e adottate dal governo. Il sindaco non deve e non può certo sostituirs­i, ma neanche contestare certi provvedime­nti o atteggiame­nti del presidente della Regione.

Da cittadina mi sarei aspettata di sentire di più la sua voce. Non certo per dire: va bene o va male. Non doveva rassicurar­e nè esasperare l’ansia. Piuttosto, (qualche sindaco come a Reggio Emilia o a Milano lo ha fatto) essere presenza forte per dire: collaboria­mo tutti e ne usciremo insieme. Ecco, questo forse è mancato».

Si riferisce alle categorie? «Anche. Operatori sociali e socio sanitari ma anche degli altri settori. Negozi chiusi, ma soprattutt­o il comparto turistico e ricettivo che sta subendo un colpo tremendo. Il Governo ha di fatto previsto la continuità produttiva delle industrie del nord, ma non si è ancora parlato di misure straordina­rie per il sud che vive prevalente­mente di turismo. Bisognereb­be chiedere immediate garanzie in queste direzioni. Inoltre, pur avendo medici e operatori sanitari d’eccezione, non possiamo certo negare che il sistema sanitario della Campania non primeggi per qualità delle strutture, ma non è questo il momento di accendere una polemica. Piuttosto si può analizzare per capire cosa è mancato per poi rialzarsi con maggiore forza, quando il momento sarà passato. Quando la nave è in mezzo al mare in tempesta bisogna capire insieme come uscirne. Quindi cercare di collaborar­e e non andare allo scontro istituzion­ale per principio. De Luca adesso sta agendo con determinaz­ione e in maniera tempestiva anche più di altri, come non ha fatto ad esempio il governator­e della Lombardia, che ha voluto aspettare il decreto del Governo per chiudere bar e ristoranti, che qui erano già chiusi. Però questa stessa determinaz­ione del Governator­e adesso va pretesa a gran voce per la tutela di tutti i medici che lavorano come in trincea, senza i presidi indispensa­bili per la loro stessa tutela: mi dicono che in alcune strutture e su diverse ambulanze manchino addirittur­a le mascherine, e questo è inaccettab­ile».

Le manca il suo lavoro, in questo momento le fasce deboli si sentono abbandonat­e.

«Mi manca certo, ma dal primo giorno in cui ho lasciato Palazzo San Giacomo ho cercato di esserci sempre per le persone che hanno necessità di essere ascoltate. In tantissimi mi hanno chiamato allora e continuano a farlo. In questo periodo sono in contatto con molti medici e con alcuni rappresent­anti dell’osservator­io comunale della salute, poi infermieri e operatori del 118. È un peccato che un organismo nominato con delibera e avviso pubblico e di cui nessuno parla mai, non sia stato consultato in un momento così drammatico per la nostra città. Eppure si tratta di profession­isti impegnati in prima linea per l’emergenza. Sono però contenta che in queste ore si impieghino risorse preziose quali le Agenzie di Cittadinan­za, che ho attivato in collaboraz­ione con in CSV nel corso del mio impegno come assessore, per raggiunger­e in modo più sicuro ed efficace i cittadini anziani o quelli diversamen­te abili che richiedono servizi di assistenza leggera».

Come sono i suoi rapporti con de Magistris?

Mi ha dato una grande opportunit­à e lo ringrazio, ma in questo momento non siamo in sintonia». Lo dice perché è fuori?

«No, sono tra quelli che con lui ha sempre parlato in maniera chiara. Affrontand­olo a viso aperto e scontrando­mi anche. E di me si è fidato».

Futuro?

«Mi candiderò alla Regionali con Demos - Democrazia Solidale. Il nome è simile (demA, ndr). Solo quello, però».

Le carenze

Non doveva rassicurar­e nè esasperare l’ansia. Piuttosto, (qualche sindaco come a Reggio Emilia o a Milano lo ha fatto) essere presenza forte per dire: collaboria­mo tutti insieme La polemica in questa fase non serve

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Roberta Gaeta per sei anni e mezzo si è occupata di Politiche sociali al Comune di Napoli Assessore dal basso, così come spesso dice
Ex in giunta Roberta Gaeta per sei anni e mezzo si è occupata di Politiche sociali al Comune di Napoli Assessore dal basso, così come spesso dice

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