Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ecco le due Napoli Quella «in fila» e quella deserta
Le signore in fila per la spesa si scambiano ricette, il dog sitter senza lavoro riprende gli studi universitari Gli effetti del decreto hanno sfumature diverse
File ai supermercati e gente che popola (ancora) alcune strade; sullo sfondo i controlli — che si intensificano — per fermare le intemperanze di chi ha preso con leggerezza il divieto di uscire di casa. Napoli ai tempi del Coronavirus ha molte sfumature. E tutte ben diverse. Complicato gestire una città che ruota intorno ad esigenze differenti, rivendicate come assolute anche da chi se ne va in giro, nonostante i divieti.
File ai supermercati, ladri in azione, controlli nelle strade per fermare le intemperanze di chi ha preso con leggerezza il divieto di uscire di casa.
Napoli ai tempi del Coronavirus ha molte sfumature diverse. Complicato gestire una città che ruota intorno ad esigenze differenti, rivendicate come assolute anche da chi se ne va in giro, nonostante i divieti.
I ladri
Le disposizioni del Governo e la paura del contagio non hanno fermano i ladri che hanno scelto di agire nel deserto metropolitano di Spaccanapoli. Intorno alle 4 del mattino di giovedì una banda ha scassinato e divelto il bancomat di via Domenico Capitelli. Ma non si sono fermati qui. Circa dieci le vetrine sfondate nella zona intorno a via Toledo. Un allarme lanciato dai commercianti della zona che hanno chiesto alle forze dell’ordine di rafforzare i controlli sugli sciacalli. Qualcuno ha anche deciso di svuotare, e spegnere, le proprie vetrine per sottrarsi al rischio di venire derubato. Altri hanno sistemato avvisi in vetrina: «non abbiamo lasciato soldi in cassa. Inutile provare a forzare l’ingresso».
Le file ai market
File, lunghissime file fuori dai supermercati, dalle farmacie e dai negozi di detersivi dove la richiesta ha riguardato soprattutto disinfettanti. Nessuno si è spazientito — del resto non c’è molto altro da fare — e si è socializzato a distanza. Difficile che qualcuno ammetta apertamente di aver paura di restare senza beni di prima necessità. Quattro giorni fa chi era in fila raccontava che faceva scorte per poi chiudersi in casa. In realtà molti continuano a tornare ad acquistare prodotti freschi e a lunga conservazione compulsivamente. Tutti indossano la mascherina, o almeno una sciarpa, e guanti monouso. Orfani del rito della colazione al bar, scambiano una chiacchiera con gli amici di spesa. Due signore, che hanno aspettato oltre quaranta minuti prima di entrare al Conad di via Alabardieri, si sono scambiate tre ricette diverse. Una ha rivelato il segreto di una torta al cioccolato che le faceva sua nonna, l’altra ha rilanciato con le meringhe — che devono cuocere, ha raccomandato, con il forno aperto per ore.
Infine una idea per la cena proposta dalla signora della torta, cuoca evidentemente esperta: una crostata di zucca e gorgonzola.
La paura
Nessuno ammette la paura, anche se si avverte palpabile. Una signora, non più giovane, in attesa all’esterno del Flor do Cafè di Chiaia si appoggia al bastone. Racconta alla commessa che gestisce gli ingressi nel negozio che il suo unico figlio lavora e vive in Canada — un lavoro che gli dà grande soddisfazione — e lei lo rassicura a distanza. É reduce da un intervento all’anca, ma non ha nessuno che la aiuti e non ha scelta. Deve provvedere da sola alla spesa. Poco più dietro c’è il dog sitter che porta a spasso tutti i cani del quartiere. Non ha impegni in questi giorni: tutti i suoi clienti preferiscono provvedere da soli alla passeggiata dei cuccioli. É uno dei pochi motivi per i quali è ammesso uscire di casa e prendere una boccata d’aria e il tempo, a quasi tutti, non manca. Lui utilizzerà questi giorni per recuperare lo studio universitario arretrato e intende fare scorta di yogurt e caffè in cialde. Teme di mettere su chili durante questo riposo forzato.
Il lungomare
Al di là dei controlli e dei divieti c’è chi non rinuncia ad una passeggiata, in pieno sole, in via Partenope. Due amiche procedono parallele, tenendosi alla distanza prescritta. «Se non esco almeno un’ora rischio di impazzire — ammette una delle due —. É come una terapia, come andare dal medico. Credo che nessuno potrebbe dire niente in merito». Un runner che consuma chilometri di asfalto giorno dopo giorno ha riconvertito l’attività quotidiana in una semplice passeggiata. «Non voglio rischiare niente, neanche un colpo d’aria, e dunque mi cautelo non affrontando sfide inutili» ammette.
La ressa
Alle 12 piazza Vanvitelli è già deserta, a piazza Dante passano poche auto e in piazza Vittoria si possono contare su una mano i passaggi di persone e veicoli. La situazione è invece molto diversa alla Pignasecca. La zona a ridosso di Montesanto — come altre aree molto popolari — brulica non solo di massaie a caccia di latte fresco e pane, ma anche di passanti che se ne vanno in giro. Quasi non sembra che ci sia un divietodel governo che impone di restare a casa. E c’è chi — anche fra i medici dell’ospedale Pellegrini che arrivano per prendere servizio — invoca un ulteriore inasprimento dei controlli. In compenso le aree mercatali della città sono vuote. Niente mercatini a Chiaia, ad Antignano e a Posillipo, che tradizionalmente di giovedì ospita una fiera che richiama clienti anche dagli altri Comuni.
I lavori
Si è lavorato, intanto, sulla rete elettrica, in via Nisco. Interventi dalle prime ore del mattino di ieri che sono andati avanti per tutta la giornata. Una iniziativa calendarizzata da tempo che, secondo alcuni, si poteva rinviare a giorni meno complessi per evitare di creare ulteriori disagi ai cittadini della zona costretti a restare in casa e interessati da una sospensione dell’energia elettrica.