Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bagni: il calcio anche in Europa va fermato

L’ex azzurro: bisognava seguire subito l’esempio cinese, la Uefa imponga lo stop

- Ciro Troise

«Noi addetti ai lavori del calcio possiamo essere operativi anche da casa, proponendo calciatori ai direttori sportivi». Salvatore Bagni, testimonia­l di smart working, ai tempi del coronaviru­s.

L’emergenza sta cambiando le nostre vite. Il calcio deve fermarsi secondo lei?

«Sì, bisogna rispettare le regole, dovevamo farlo prima seguendo l’esempio cinese, anche la Uefa dovrebbe sospendere anche le coppe europee. Ci si deve fermare, anch’io lavoro da casa, poi si ripartirà. Mi sento al telefono con tutti i direttori sportivi del mondo, ci si porta avanti capendo ciò che può servire alle squadre per la prossima stagione, si studiano i calciatori in modo da arrivare pronti quando ricomincer­emo».

Sta proponendo qualche calciatore anche al Napoli?

«No, gliene ho proposti tanti negli anni scorsi e non li hanno voluti prendere: Aubameyang, Witsel, Perisic, l’ultimo è stato Kessie, bastavano 350 mila euro cinque anni fa prima che andasse all’Atalanta».

Barcellona-Napoli è a forte rischio rinvio ma almeno ufficialme­nte è prevista per mercoledì sera a porte chiuse. Nel 1987 hai affrontato il Real Madrid al Bernabeu senza pubblico, che ricordo ha di quella partita?

«Mi sono comportato come se ci fossero state centomila persone, ho giocato con la stessa cattiveria, ne risente soprattutt­o la squadra di casa. Per me il Napoli ha buone chances di andare avanti, c’è la speranza di continuare sulla scia delle sorprese tracciata da Atalanta, Lipsia e Atletico Madrid. Il Barcellona all’andata meritava di perdere, il Napoli imposterà la gara come al San Paolo, i blaugrana non giocherann­o per lo 0-0 e concederan­no spazi agli azzurri».

Qual è il suo pensiero sul lavoro di Gattuso?

«Sta facendo un grande lavoro, il Napoli si muove da squadra, quando si ripartirà in Champions League e Coppa Italia può togliersi grandi soddisfazi­oni e in campionato l’Europa League è l’obiettivo minimo da portare a casa».

Demme ha scelto la tua maglia numero 4. Che emozioni le ha trasmesso la storia di questo ragazzo?

«Lo conoscevo già, fa bene le cose semplici, è funzionale all’idea di calcio su cui lavora Gattuso, Ancelotti adottava un’altra filosofia e, infatti, non ha mai voluto un giocatore di questo tipo. Bisogna ricordarsi a cosa ha rinunciato: ad un campionato in cui era primo in classifica con il Lipsia e ad un percorso in Champions League in cui aveva maggiori possibilit­à d’andare avanti rispetto al Napoli che era in condizioni difficili e doveva affrontare il Barcellona».

Maradona e Messi accostati.

«E io rido, ho avuto la fortuna di giocare con Diego che, aveva, oltre allo straordina­rio tasso tecnico, anche grande carattere, personalit­à. Con lui ci scherzavo spesso, gli dicevo che Messi fosse la sua metà, Diego ha trascinato l’Argentina a vincere un Mondiale, a sfiorarne un altro e il Napoli a vincere gli scudetti e la Coppa Uefa. Messi ha grandissim­i mezzi tecnici ma, quando non è in serata, non trasmette nulla».

Regole

Anch’io lavoro da casa, poi si ripartirà

Ci si porta avanti per la prossima stagione

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Amarcord Salvatore Bagni con la maglia azzurra dal 1984 al 1988

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