Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’assenza del sindaco
Caro direttore anche io, come lei, spero che quando tutto sarà terminato non si torni alla normalità, intesa come insieme di comportamenti e conseguimento di obiettivi «strategici» che ci hanno condotto all’oggi. Ma leggendo il suo editoriale di ieri dedicato all’analisi delle situazioni politiche e sociali che ci sono scoppiate in mano, allo spazio dedicato alla politica locale, noto un grande assente: il nostro Sindaco. Dove è finito?
Sicuramente non è facile, specie in questo momento, rivaleggiare con l’efficientismo del governatore De Luca, sempre presente per incoraggiare, decidere ed imporre con autorevolezza decisioni anche impopolari; e noi siamo sì campani, ma soprattutto, napoletani. Abituati ad essere esaltati con proclami e rinvigoriti da iniezioni di entusiastica protervia, non riusciamo a comprendere la ragione di questa assenza. Quando non ci sono repubbliche partenopee da fondare, flotte da comandare o rivali immaginari sui quali scaricare tutta la propria incompetenza ed incapacità il re è nudo.
Disabituato a declinare la grammatica del rigore e la sintassi dell’intransigenza, oggi più che mai indispensabili alla salute collettiva, ma sempre necessari al buon funzionamento di una comunità civile, il primo cittadino è alla ricerca di un nuovo codice di comunicazione adatto alle circostanze. Giunto quasi alla fine di un percorso politico il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti, assiste alla fuga dei clientes ed alla decomposizione della sua creatura politica. Come un moderno Narciso, millanta peso politico per future consultazioni elettorali e indossa i panni del brigante con affermazioni di becero meridionalismo mentre la città è in affanno,disorientata. Anche questo dovremo ricordare, per non tornare alla normalità.
(e.d’e.) Sono un giornalista. Racconto
soltanto quello che c’è.