Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Lo cunto de li cunti» durante la pandemia
«Lo cunto de li cunti, nella città di Napoli durante la terribile pandemia dell’a.D. 2020» è un titolo d’altri tempi, come d’altri tempi sembra essere il morbo che ha fatto irruzione improvvisa all’inizio del terzo millennio. Da qui l’idea del regista Mariano Bauduin di realizzare un omaggio (rigorosamente on-line come si usa oggi) all’opera di Giambattista Basile, nota anche come «Pentamerone», ovvero cinque giorni per 50 favole, ispirato dal «Decameron» boccaccesco, immaginato appunto in dieci giorni di peste. La novità di questo progetto sta nel fatto che le varie esibizioni dei 23 cuntisti non saranno isolate, ma parti di un allestimento complessivo in cui ognuno dei protagonisti, utilizzando da casa smartphone, tablet, telecamere e così via, proporrà dei video racconti dell’intero «Cunto de li cunti». Ogni video durerà circa venti minuti e sarà accompagnato con musiche della tradizione campana, composto da villanelle, moresche, canti a distesa e carnevaleschi. D’altra parte non a caso il cast comprende attori-cantanti in gran parte transitati attraverso l’esperienza dei lavori di Roberto De Simone, da Antonella Morea a Fausta Vetere, da Lello Giulivo a Ernesto Lama e così via. I video, uno al giorno come rito collettivo, saranno proposti da oggi attraverso i canali social del Beggars’ Theatre (Facebook e Instagram) ed inseriti anche nella programmazione culturale online dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
(s. de st.)