Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ospina svela: ho avuto paura
Il portiere a Espn: «Ho anche valutato di tornare in Colombia, è normale quando hai i figli»
NAPOLI Il coronavirus non fa distinzioni di censo, fa paura a tutti, anche ai calciatori che stavolta non possono far valere i propri lauti guadagni per difendersi. Domani ci sarà una assemblea di Lega in call conference con tutti i presidenti, aumentano i positivi al covid 19 in serie A che s’interroga sulle possibilità di ripartire in futuro, si spera almeno ad inizio maggio per terminare a fine giugno, quando scadono i contratti e tanti impegni amministrativi, anche quelli relativi ai bilanci e al rispetto del fair play finanziario.
Ci s’interroga sul futuro ma adesso c’è da fare i conti con il presente. I giocatori sono preoccupati. «La situazione in Italia è complessa, i tamponi vengono fatti solo a chi ha sintomi ma sono state adottate tutte le precauzioni e le misure necessarie per uscire da questa situazione il più presto possibile. Inizialmente abbiamo pensato di tornare in Colombia ma hanno cancellato tutti i voli, così siamo rimasti qui seguendo le indicazioni che ci hanno fornito. Con mia moglie siamo andati a fare scorta al supermercato in modo che non mancasse nulla ai nostri figli, da quindici giorni circa hanno chiuso le scuole», così ha spiegato Ospina ad Espn, interpretando probabilmente il sentimenti di molti suoi compagni di squadra. «In momenti del genere pensi ai tuoi figli, alla famiglia. É naturale valutare tutto», ha aggiuntio. Altri compagni hanno pensato di tornare a casa nei propri paesi, Callejon e
Llorente nella notte post-decreto si sono precipitati a fare la spesa compiendo un gesto che ha irritato anche il presidente De Laurentiis. Fino a giovedì, quando ha chiuso anche l’albergo che ospita il training center del Napoli, gli allenamenti sono andati avanti ma poi la Uefa ha bloccato le coppe europee e quindi anche BarcellonaNapoli,
a quel punto è stato decretato lo stop fino a mercoledì mattina, una data che non è assolutamente certa. Il blocco delle attività per il settore giovanile del Napoli (dalla Primavera alle squadre femminili) è stato prolungato fino al 23 marzo, ieri l’Associazione Italiana Calciatori ha pubblicato un comunicato molto duro contro le sosocietà cietà che ancora convocano i calciatori per gli allenamenti. I medici dei club di serie A hanno inviato una lettera alla Lega per uniformare le restrizioni previste per tutti i cittadini fino al 25 marzo dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri anche ai calciatori.
La scorsa settimana lo staff medico azzurro ha usato la massima cautela per impedire il contagio: alimentazione concordata con il nutrizionista, integratori per le difese immunitarie, i letti in sala medica sono stati distanziati seguendo le regole, i locali sono stati sanificati e dotati degli igienizzanti per le mani. La missione adesso è, invece, tenere i giocatori sul pezzo senza gli allenamenti a Castel Volturno, è stato inviato loro un programma di lavoro che si può seguire da casa evitando d’alzare eccessivamente il livello dell’intensità che abbassa le difese immunitarie. L’idea è allenare lo stimolo nervoso e muscolare. Mertens, dotato di mascherina, si è concesso una corsetta sotto casa. A distanza anche sua moglie Kat e il loro cane Juliette.