Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Spunta il modello Campania Meno decessi e ricoveri Coscioni: «Ora test rapidi per intercettare i contagiati»
La Campania, nella non privilegiata classifica sulla letalità provocata dalla epidemia da coronavirus, presenta la percentuale più bassa di decessi: il 2.7. Un indicatore che associato a quello relativo ai ricoveri in terapia intensiva — anche qui è la regione con il numero minore di posti occupati: 22 — contribuisce a disegnare uno scenario che fa ben sperare per le prossime settimane, quando tutti gli esperti concordano che arriverà il picco massimo di contagiati.
Rispetto alle 1420 vittime registrate in Lombardia, le 9 della Campania — come ha riportato la Protezione civile nazionale nell’aggiornamento del bollettino di ieri pomeriggio — segnano una prospettiva di medio termine, nella lotta alla diffusione del Covid-19, più gestibile sul fronte sanitario. La speranza, infatti, è che questo andamento possa confermarsi nel tempo, magari cancellando del tutto il rischio di registrare nuovi decessi diretti o indiretti. «Nel caso dell’epidemia che stiamo affrontando — spiega il consigliere per la sanità di Vincenzo De Luca, Enrico Coscioni — conta una sola misura: azzerare i contatti tra soggetti. Perciò, rimanere a casa non è soltanto necessario, ma indispensabile. Ed è per questo che le ordinanze di De Luca non vanno discusse, ma rispettate, poiché in questi casi di emergenza occorre soprattutto buon senso e condivisione dell’impegno». I dati che l’unità di crisi regionale fornisce per descrivere l’efficacia dell’azione di contrasto alla diffusione del coronavirus spiegano un trend fondato su alcuni punti specifici del programma di contenimento dell’epidemia: infatti, oltre alla severità dei provvedimenti adottati dal Governo ed alle rigorose ed ulteriori restrizioni imposte alla libertà personale dalle ordinanze del presidente della giunta regionale, il merito — come da giorni ripete l’infettivologo del Cotugno, Alessandro Perrella —è anche dell’attento sforzo sanitario per diluire con filtri e barriere progressive l’espansione del contagio. Un impegno finalizzato ad evitare la saturazione dei reparti, attraverso il ricorso tempestivo ai dispositivi di ossigenoterapia, o alla somministrazione di Tocilzumab — il farmaco usato per l’artrite reumatoide che incide sulla interleuchina 6 — per abbattere le infiammazioni polmonari. In questa direzione, peraltro, va l’acquisto da parte della Regione di test rapidi per Covid-19, che consentono di avere «un risultato non certo — sottolineano dall’Unità di crisi regionale —, ma altamente probabile sull’eventuale positività del paziente, e che saranno utilissimi nella gestione dell’emergenza».
In cosa consiste il nuovo test che potrebbe ampliare lo spettro operativo dello screening? «Nella possibilità per il paziente — spiega Coscioni — che arriva nel pre triage o viene soccorso a casa dalla squadra di emergenza del 118 di essere sottoposto ad un test veloce, analogo alla punturina sul polpastrello che si fa per il controllo glicemico. In pochissimo tempo si ha il risultato delle immunoglobuline M per capire se c’è una infezione in corso ed orientare l’accesso alle cure». É una corsa contro il tempo, come si nota in queste ore al Loreto Mare, dove si lavora giorno e notte per allestire i nuovi 70 posti di terapia intensiva. Si parte domani con i primi dieci. De Luca e il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva hanno svolto un sopralluogo: «In dieci giorni — ha detto il governatore — lo trasformeremo in un ospedale dedicato alla lotta contro il virus. La nostra priorità è fermare i contagi, ma dobbiamo essere pronti a qualsiasi scenario».
Grande sforzo per alleggerire i reparti con filtri e barriere progressive
Un esame veloce, analogo alla punturina sul dito che si fa per la glicemia