Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quarantena
Che continuò a circolare per tutto l’Ottocento: quarantamila morti, finché non si capì che bisognava snidarlo demolendo i luridi quartieri dove continuava a riprodursi.
Siamo nell’Occidente industrializzato, viviamo in città moderne, dove quegli abomini urbani sono solo tristi ricordi. In Cina hanno imposto militarmente la quarantena ad intere regioni, con buon esito. Da noi si prova a seguire l’esempio con persuasione e più blanda costrizione. Ma scontiamo pregresse fragilità. Dovute a scelte incongrue e a gravi colpe. Emergono dai dibattiti sull’epidemia in atto. L’attuazione del numero chiuso per accedere a facoltà sanitarie ci ha privato d’un numero adeguato di medici. Immensi ospedali chiusi per scelte dettate da logiche di risparmio (il Forlanini a Roma). Sprechi per il mancato completamento di ospedali in Calabria e Sicilia. E carenze lamentate da anni, e perduranti, in tutti gli ospedali di Napoli e Campania. Combattono lì i medici e paramedici che oggi, giustamente, giudichiamo eroici, ma ai quali fino a ieri non si lesinavano critiche, o li si lasciava alla mercé d’aggressioni camorristiche o d’invasate parentele. In una sovente soffocante inframmettenza della politica nelle scelte di dirigenze e metodi di gestione.
Finirà l’epidemia, perché la ricerca scientifica identificherà i vaccini risolutivi che sostituiranno le cure empiriche (c’è da compiacersi che quelle sperimentate nel nostro Cotugno siano da modello altrove). Per ora continuiamo a vivere in una psicologia nebulosa che ispira riflessioni non di rado avventate sia riguardo al nostro passato, sia al futuro. Seriamente dobbiamo pensare al dopo. Che non dovrà essere il ritorno alla «normalità di ieri», come giustamente ha scritto su queste colonne il direttore d’Errico. Un «ieri» che non ci piace. Molte le cose, i settori, le relazioni sul cui indispensabile cambiamento è doveroso riflettere. C’è una Ue dove i maggiori Stati hanno rialzato frontiere, perfino impedendoci d’importare presidi sanitari. Una Bce che mette a rischio la nostra economia con dichiarazioni improvvide. Trump che vuole comprare solo per gli Usa la fabbrica in grado di produrre il vaccino salvifico. Sovranismi riemergenti, a fronte dei quali quelli nostrani appaiono dilettanteschi. Abbiamo un’economia sull’orlo dell’abisso, privata anche della grande risorsa del turismo. Dovrà esser qui il fronte d’attacco affinché l’Italia tutta non resti estenuata dal virus.