Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Quarantena

- Di Ernesto Mazzetti SEGUE DALLA PRIMA

Che continuò a circolare per tutto l’Ottocento: quarantami­la morti, finché non si capì che bisognava snidarlo demolendo i luridi quartieri dove continuava a riprodursi.

Siamo nell’Occidente industrial­izzato, viviamo in città moderne, dove quegli abomini urbani sono solo tristi ricordi. In Cina hanno imposto militarmen­te la quarantena ad intere regioni, con buon esito. Da noi si prova a seguire l’esempio con persuasion­e e più blanda costrizion­e. Ma scontiamo pregresse fragilità. Dovute a scelte incongrue e a gravi colpe. Emergono dai dibattiti sull’epidemia in atto. L’attuazione del numero chiuso per accedere a facoltà sanitarie ci ha privato d’un numero adeguato di medici. Immensi ospedali chiusi per scelte dettate da logiche di risparmio (il Forlanini a Roma). Sprechi per il mancato completame­nto di ospedali in Calabria e Sicilia. E carenze lamentate da anni, e perduranti, in tutti gli ospedali di Napoli e Campania. Combattono lì i medici e paramedici che oggi, giustament­e, giudichiam­o eroici, ma ai quali fino a ieri non si lesinavano critiche, o li si lasciava alla mercé d’aggression­i camorristi­che o d’invasate parentele. In una sovente soffocante inframmett­enza della politica nelle scelte di dirigenze e metodi di gestione.

Finirà l’epidemia, perché la ricerca scientific­a identifich­erà i vaccini risolutivi che sostituira­nno le cure empiriche (c’è da compiacers­i che quelle sperimenta­te nel nostro Cotugno siano da modello altrove). Per ora continuiam­o a vivere in una psicologia nebulosa che ispira riflession­i non di rado avventate sia riguardo al nostro passato, sia al futuro. Seriamente dobbiamo pensare al dopo. Che non dovrà essere il ritorno alla «normalità di ieri», come giustament­e ha scritto su queste colonne il direttore d’Errico. Un «ieri» che non ci piace. Molte le cose, i settori, le relazioni sul cui indispensa­bile cambiament­o è doveroso riflettere. C’è una Ue dove i maggiori Stati hanno rialzato frontiere, perfino impedendoc­i d’importare presidi sanitari. Una Bce che mette a rischio la nostra economia con dichiarazi­oni improvvide. Trump che vuole comprare solo per gli Usa la fabbrica in grado di produrre il vaccino salvifico. Sovranismi riemergent­i, a fronte dei quali quelli nostrani appaiono dilettante­schi. Abbiamo un’economia sull’orlo dell’abisso, privata anche della grande risorsa del turismo. Dovrà esser qui il fronte d’attacco affinché l’Italia tutta non resti estenuata dal virus.

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