Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Luca: subito tre ospedali prefabbricati
I casi Positivo Coppeto, capogruppo della Sinistra in Comune: chiusa la sede di via Verdi. Cerved: fatturati, le imprese perderanno fino a 23,5 miliardi Moduli per terapia intensiva a Napoli, Salerno e Caserta. Ieri 94 contagi. Reportage dal «nuovo» Lore
Quando sarà terminata (e vinta) la battaglia contro il coronavirus — speriamo il più presto possibile — comincerà un’altra sfida, altrettanto difficile da affrontare, che però dovrà essere combattuta su un diverso fonte. Non più sanitario, è vero, ma anch’esso insidioso: andrà infatti necessariamente posto un argine alla recessione che già si preannuncia feroce e ancor più aggressiva dove il contesto pre-epidemia si presentava complicato. Come
il Mezzogiorno d’Italia e la Campania, appunto, che secondo il Cerved — tra i principali operatori italiani nell’analisi e nella gestione del rischio di credito — è tra le sette regioni che subiranno più pesantemente l’impatto della diffusione del Covid-19. «Probabilmente il più importante shock che ha colpito il nostro sistema economico nel Dopoguerra».
Variabile tempo
Il tempo, come detto prima, sarà una variabile importante per comprendere la gravità della situazione che si profila. Sempre secondo il Cerved — che, attraverso il suo Industry Forecast disegna due scenari a seconda che l’emergenza termini a maggio oppure si protragga fino a fine anno — le imprese della nostra regione potrebbero perdere dai 10,5 ai 23,5 miliardi di fatturato nel biennio 2020-2021. Una forbice che varia anche in base alla velocità di reazione che avrà il nostro sistema (sotto la lente, per la cronaca, ci sono ben 200 settori produttivi e non).
Primo scenario
In uno scenario di rapido rientro dell’emergenza — due mesi per tornare alla normalità — le imprese italiane perderebbero il 7,4% dei propri ricavi nel 2020, per poi riprendersi nell’anno successivo, in cui è previsto un aumento del 9,6%. «Questo riporterebbe i fatturati di nuovo oltre i livelli del 2019. Rispetto a uno scenario senza epidemia, la perdita sarebbe comunque molto rilevante, pari a 220 miliardi nel 2020 e a 55 miliardi nel 2021». In Campania il calo
previsto per quest’anno se l’epidemia dovesse essere superata entro maggio, si attesterebbe al 7%. Il che equivarrebbe a una perdita — rispetto a uno scenario senza emergenza sanitaria — pari a 8,2 miliardi nel 2020 e 2,3 nel 2021 (10,5 miliardi in tutto).
Secondo scenario
Nel caso di durata prolungata dell’emergenza, «la caduta dei ricavi delle imprese nell’anno in corso — riprende il Cerved — sarebbe molto consistente: -17,8%, pari a una perdita di 470 miliardi rispetto a uno scenario senza epidemia, in base al quale i ricavi sarebbero aumentati dell’1,7%. Nel 2021 si prevede un rimbalzo che farà aumentare i fatturati del 17,5%: non abbastanza per recuperare i livelli del 2019 e in perdita di altri 172 miliardi rispetto alla stima tendenziale». In questo caso il calo dei ricavi registrato in Campania sarebbe del 16,5%, che poi tornerebbero a salire nel 2021 del 15,9%. Con un perdita secca — rispetto a uno scenario senza Covid — di 16,7 miliardi nel 2020 e 6,9 nel 2021.
Da Intesa 317 milioni «Sostenere le imprese italiane nel fronteggiare l’emergenza globale del Coronavirus, garantire continuità e produttività, porre le basi per il rilancio»: questo l’obiettivo di Intesa Sanpaolo, che mette a disposizione delle imprese italiane di piccole e medie dimensioni 15 miliardi di euro attraverso misure straordinarie dedicate. La banca guidata da Carlo Messina «mette a disposizione due misure, alternative o cumulabili, per un importo complessivo di 15 miliardi di euro, che prevedono: un plafond di 5 miliardi di euro — di cui 317 milioni destinati alla Campania — per nuove linee di credito aggiuntive rispetto a quelle preesistenti, della durata di 18 mesi (meno un giorno), di cui 6 di preammortamento, con condizioni favorevoli, a partire dalle spese di istruttoria; 10 miliardi di euro di liquidità per i clienti Intesa Sanpaolo, grazie a linee di credito già deliberate a loro favore e ora messe a disposizione per finalità ampie e flessibili, quali la gestione dei pagamenti urgenti».