Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Si arrese all’altra lei nel deserto del dirsi nulla

Senza timori o titubanze e chi corre, questa è verità, si stanca presto

- Alessio Forgione

Ci sono un lui e una lei, e prima di lei c’è stata un’altra lei. Lui e l’altra lei sono stati l’amore, così tanto l’amore che destavano scompiglio. Poi finirono per incontrars­i in un deserto, che non era un deserto ma era diventato tale, perché lui e l’altra lei non riuscivano più a dirsi niente.

«Raccontami un fatto. Un fatto felice. Te ne prego».

«Va bene. Ti racconterò del solo fatto felice che esiste.

Ci sono un lui e una lei, e prima di lei c’è stata un’altra lei. Lui e l’altra lei sono stati l’amore, così tanto l’amore che destavano scompiglio e passavano e le persone per strada si voltavano a guardarli, perché lui e l’altra lei erano lui e lei e cancellava­no il resto mondo. E l’occhio, così come la lingua, batte dove duole.

Sono stati felici, lui e l’altra lei. Felici al punto che non contavano più il dove, il come e il quando, perché era sempre. E così facendo ridussero i confini della terra alle orme dei loro passi: oltre, non c’era nulla che potesse interessar­gli. E andavano ma in realtà vagavano, incoscient­i come gli ubriachi nelle notti d’estate; e l’estate, come si sa, è bella e preziosa perché prima o poi finisce. Tutto finisce e tutto non finisce e lui e l’altra lei corsero, senza fermarsi. Senza timori o titubanze e chi corre, questa è verità, si stanca presto. E chi si stanca cede, e chi cede lascia entrare.

L’altra lei fece entrare il mondo, a poco a poco, che, come una patina invisibile, si poggiò su di loro. Che come una breccia in una diga cominciò lenta e poi la distrusse del tutto. E scorta la patina e scorta l’acqua, lui si arrese, alla patina e all’acqua, consapevol­e di star sbagliando, ma cosciente di non avere alcun rimedio. Partì e vide un altro pezzo di mondo, e fu una cosa stupida, perché il mondo è tutto uguale, ovunque, ad ogni latitudine, metà cielo e metà mare. Quello che differenzi­a le sue singole parti sono le persone che le abitano, che pure sono tutte uguali, le persone, eppure sono tutte diverse e preziose e alcune ci sono più care di altre. Lui tutto questo non lo sapeva, ma lo capì presto. L’altra lei pure non lo sapeva ma aveva intuito e incominciò anche lei a viaggiare, più liberament­e di lui, e finirono per incontrars­i, lui e l’altra lei, in un deserto, che non era un deserto ma era diventato tale, perché lui e l’altra lei non riue riuscì a pensare ad altro che alla sua stessa fame.

Un colpo oggi, un colpo domani, lui entrò dove l’altra lei si era rifugiata con l’altro lui, e a dividerli dal mondo non c’era una diga, questa volta, perché erano finiti in uno stagno; senza grazia e senza potenza. Lui s’insinuò nella vita dell’altra lei e l’altra lei ebbe paura, paura che la vita fosse solo quella. Riprese a scappare e l’altro lui a volte la raggiungev­a e altre volte non ci riusciva. E l’altra lei e lui diventaron­o l’una il fantasma dell’altro e lui le disse che i fantasmi son morti e che lui si sentiva ancora vivo, che l’avrebbe liberata e che il deserto avrebbe smesso d’essere un deserto, se solo lei avesse detto di sì. L’altra lei non disse di sì e continuò a viaggiare. Lui provò a dimenticar­e. Poi viaggiò anche lui, per terre e per mari e per altri deserti, lui e l’altra lei si incontraro­no di nuovo, nel posto dove si erano conosciuti. Lui era stanco e non disse niente. L’altra lei si spaventò e attaccò a parlare. L’altra lei rivoleva essere lui e lei. Lui, invece, non voleva più niente».

«So già cosa mi dirai, ma questo, però, accade solo nei romanzi. Solo nei romanzi l’amore risorge e trionfa».

«L’amore, quando è amore, non può non trionfare e non ha bisogno di risorgere. E tu non hai capito. Ti ho detto che c’è una lei, che non è l’altra lei, ma lei».

«È bella?»

«È bellissima».

«È dolce?»

«È dolce».

«Parla, dunque. Voglio sapere. Anche io ho amato e ho smesso di amare».

«Ed io parlo, dunque.

Lui non ci credeva più e poi è arrivata lei, non con l’irruenza che lui credeva necessaria per questo genere di cose; non con le armi, ma disarmata e il suo disarmo è la sua arma. Lui non smette di parlare e lei ascolta. Lui non ascolta e lei aspetta. Lei dorme e lui sta zitto. Lui dorme e lei ascolta. A volte aspettano e sempre si aspettano a vicenda e questa è la rivoluzion­e: aspettare. Aspettare che le cose si compiano così come devono compiersi, senza fretta e senza amputarle. Lasciarle crescere e vedere che crescono e vederle grandi dopo che sono cresciute. E io stesso ho visto lui e lei girare mano nella mano, sorridenti, e non in un giorno di festa. Forse non esiste la festa, questo voglio dirti. Forse bisogna avere solo pazienza e fede e aspettare. Fede non in Dio, ma negli uomini e nelle donne. In tutti. E nel frattempo, credere e cercare di essere buoni».

«E quindi, dimmi cosa devo fare, perché il mio cuore è più vuoto della mia vita, parla».

«Devi aspettare. Aspettare è già parte di quello che verrà dopo. Aspettare è più dell’inizio. Non cambiare posto. Le cose accadono solo quando ti fermi e le vedi accadere». «Spero di esser forte abbastanza».

«Lo sei. Tutti siamo forti abbastanza. Tutti siamo forti esattament­e quanto ci serve e forse anche di più. Starai bene. Credici e starai bene».

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Lui e l’altra lei si rividero in una sera di pioggia e l’altra lei aveva un altro lui. E a lui, come a tutti quelli che non possono mangiare, dopo che il suo cuore si fu spezzato, venne fame. E come per tutti gli affamanti, non
scivano più a dirsi niente e non avevano niente da dire anche a tutti gli altri. Lui e l’altra lei si rividero in una sera di pioggia e l’altra lei aveva un altro lui. E a lui, come a tutti quelli che non possono mangiare, dopo che il suo cuore si fu spezzato, venne fame. E come per tutti gli affamanti, non
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 ??  ?? È il Decamerone rimodulato ai tempi del Coronaviru­s. Così la comunità di scrittori, editoriali­sti e intellettu­ali del Corriere del Mezzogiorn­o si ritroveran­no a proporci, ogni giorno, una loro novella. Perché Covid19 ha cambiato, lo si voglia o no, i nostri stili di vita. E in certi frangenti un racconto aiuta a far passare la nottata. Riprendiam­o lo schema di Boccaccio, quinta giornata: amori coronati dopo avventure straordina­rie.
È il Decamerone rimodulato ai tempi del Coronaviru­s. Così la comunità di scrittori, editoriali­sti e intellettu­ali del Corriere del Mezzogiorn­o si ritroveran­no a proporci, ogni giorno, una loro novella. Perché Covid19 ha cambiato, lo si voglia o no, i nostri stili di vita. E in certi frangenti un racconto aiuta a far passare la nottata. Riprendiam­o lo schema di Boccaccio, quinta giornata: amori coronati dopo avventure straordina­rie.

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