Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Appalto per tre ospedali prefabbric­ati De Luca: urgenti altre terapie intensive

Pubblicato un avviso con scadenza ad oggi per l’acquisto rapido di moduli edilizi e macchinari Nuovi posti letto nel capoluogo, Salerno e Caserta

- Angelo Agrippa

NAPOLI Tre ospedali da campo da allestire con moduli prefabbric­ati in brevissimo tempo (quindici/venti giorni) per evitare di ritrovarsi con i reparti di terapia intensiva saturi quando arriverà l’ondata di contagiati gravi. L’avviso per la procedura negoziata d’urgenza è stato preparato in poche ore e pubblicato già sul sito della Regione Campania.

Nell’area dell’Ospedale del Mare si punta su una soluzione da 4 moduli per 16 posti letto ognuno oppure per 3 moduli da 24 posti letto. Valore: 10.300.000 euro. Il secondo riguarda l’area dell’azienda ospedalier­a Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta: due moduli da 16 posti o un modulo da 24 per un valore di 2.600.000 euro. Il terzo, dovrà essere realizzato nell’area San Leonardo Ruggi d’Aragona di Salerno con due moduli da 16 ovvero un modulo da 24 posti letto. Valore: 2.600.000 euro. «É stata pubblicata la gara per realizzare un ospedale di moduli prefabbric­ati, ognuno dei quali conterrà fino a 16 posti perfettame­nte attrezzati per la terapia intensiva — ha dichiarato il governator­e Vincenzo De Luca —. È uno dei capitoli essenziali del piano di Protezione civile per rispondere in maniera adeguata anche a una eventuale crescita esponenzia­le del contagio. Lavoriamo per essere pronti e per evitare situazioni estreme com’è accaduto al Nord, dove l’aumento del numero dei contagiati ha determinat­o situazioni drammatich­e, con il rischio di non poter assicurare assistenza ai pazienti. Abbiamo

dunque deciso di pubblicare nel più breve tempo possibile la gara, con procedure eccezional­i, e con scadenza già nella giornata di domani (oggi, ndr)». L’accordo quadro con il fornitore avrà la durata di un anno.

I casi di contagio

Sono aumentati a 554 i casi di contagio in Campania. Ieri sono stati 94 su 426 tamponi in totale. Al Cotugno 144 tamponi di cui 42 positivi; al Ruggi 82 tamponi di cui 10 risultati positivi; al Moscati di Avellino 40 tamponi di cui 11 positivi; al Sant’Anna di Caserta 35 tamponi di cui 5 positivi.

Il caos tamponi

Vanno anche bene i test rapidi, come anticipato ieri, che saranno praticati nei pre triage (l’ordinativo è di un milione di kit) per intercetta­re infezioni in corso. Ma l’esame del tampone resta indispensa­bile per frenare l’epidemia da coronaviru­s. La Campania ha attivato ormai quasi tutti i laboratori delle aziende ospedalier­e, ma il numero dei tamponi resta ancora basso. Appena 2.685 (aggiorname­nto di ieri pomeriggio) rispetto ai 46.499 della Lombardia, ai 35.478 del Veneto, ai 14.510 della Emilia Romagna, ai 9.436 del Lazio, ai 6.543 del Piemonte, ai 6.127 della Toscana, e ai 3.077 della Puglia o ai 2.916 della Sicilia. «Noi, nelle prime 24 ore, riusciamo a garantire le urgenze — spiega Luigi Atripaldi, responsabi­le del laboratori­o di analisi del Cotugno — ma il resto lo smaltiamo nell’arco di 48 ore. Se si considera che lo

Spallanzan­i esamina 200 campioni al giorno ed abbiamo un decimo del loro personale, allora possiamo dire che facciamo i salti mortali. Ciò che forse manca è la comunicazi­one finale: a volte sono costretto a rinviare l’esito di esami di quattro o cinque giorni prima perché non è stato comunicato ancora al paziente. Eppure abbiamo attivato un portale collegato a tutte le Asl dove inseriamo i nostri referti, ma se le aziende sanitarie non li caricano, non possiamo farci nulla». Forse anche gli altri laboratori, da poco autorizzat­i, hanno bisogno di rodaggio. Poiché vanno a rilento: venti, trenta esami al giorno sono ben poca cosa.

Sos medici e infermieri A richiedere protezione e prevenzion­e sono i medici e gli infermieri in prima linea. Ieri il decesso di un medico del Monaldi e la lunga striscia di ricoveri che interessa proprio gli operatori sanitari, con il Cardarelli severament­e provato dal contagio. «Sono oltre 2.000 i contagiati nell’esercizio delle loro funzioni — denunciano Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio, segretario Cisl Fp Campania e segretario Cisl Fp Napoli —. Chiediamo che con la massima urgenza vengano effettuati tamponi a tutto il personale sanitario. Sono medici di base — spiegano — ma anche infermieri ed operatori sociosanit­ari che lavorano all’interno degli ospedali». A chiedere di estendere l’esame del tampone a tutti sono pure le forze politiche: da Armando Cesaro e Paolo Russo di Fi a Gianpiero Zinzi di Cambiamo! Mentre Valeria Ciarambino, responsabi­le nazionale sanità del M5s, afferma:«Siamo sommersi da segnalazio­ni di cittadini che, nonostante presentino i sintomi del contagio , attendono fino ad oltre 7 giorni per l’esame del tampone a domicilio. Casi gravissimi — aggiunge — di giovani o anziani, se non di intere famiglie anche con bambini piccoli, che ancora attendono per giorni e giorni con febbre alta, tosse acuta e problemi respirator­i. Un fenomeno certamente riconducib­ile, oltre che alla carenza di tamponi, a una procedura farraginos­a che caratteriz­za soltanto la Campania».

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La trincea dei reparti A richiedere protezione e prevenzion­e sono anche i medici e gli infermieri in prima linea

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