Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SANITÀ «MINORE» PER CARTABIANCA
«Ich bin kein napolitanischer general! Wo ich steh!». Che vuol dire: «Mica sono un generale napoletano, non fuggo!». È una battuta che sta in bocca al personaggio della Marescialla, nel primo atto di uno dei capolavori del teatro musicale, «Der Rosenkavalier» di Richard Strauss e Hugo von Hoffmansthal , data di nascita 1911. L’opera racconta a suon di valzer di una donna di potere e del suo giovane amante nell’Austria imperiale di fine Settecento in cui Napoli non c’entra proprio nulla ed è la testimonianza che certi pregiudizi hanno radici lontane e che quelli che oggi subiamo aggiungono soltanto l’effetto moltiplicatore della grande comunicazione. Comunque, prima di metterli da parte, ricordo che Hoffmansthal è morto nel ’29 e Strauss nel ’49.
Così che il tempo galantuomo ha dato modo ad entrambi di leggere nel novembre del 1918 il bollettino di guerra italiano firmato da un generale napoletano, Armando Diaz che annunciava come i resti dell’esercito austriaco stessero risalendo «in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza».
In Cartabianca uno dei tanti talkshow che scandiscono con il loro rissoso comune denominatore le nostre giornate televisive, il professor Massimo Galli, egregio medico lombardo dell’ospedale Sacco di Milano, che date le circostanze rimbalza in questi giorni da un programma all’altro, ha prima rintuzzato con odioso sarcasmo e poi offeso dandogli del provinciale il collega napoletano Paolo Ascierto che con la sua equipe ha avviato tra Pascale e Cotugno la sperimentazione di un farmaco già usato per altra terapia. I due erano intervistati a distanza, e con molta semplicità ed onestà il «prof» napoletano ha illustrato le motivazioni e l’avvio della sperimentazione. L’altro in un crescendo da far invidia ai veterani delle risse tv ha rivendicato agli ospedali lombardi la primogenitura dell’uso di quel farmaco, accusando l’esponente di «una sanità minore» e di vendere l’acqua fresca. La conduttrice Bianca Berlinguer ha chiuso su questa apostrofe il collegamento, togliendo al bistrattato professore napoletano la possibilità di controreplica.
Ma più rapidamente di quanto non sia accaduto a Strauss e Hoffmansthal , sia il Galli che la Berlinguer hanno potuto leggere il comunicato che in pari data l’Agenzia Italiana del Farmaco ha diffuso annunciando ufficialmente che lo studio è promosso dall’Istituto dei Tumori di Napoli in stretta collaborazione tra diverse istituzioni pubbliche. Tra queste non figurano — perché evidentemente non potevano figurarvi — gli ospedali lombardi che secondo le affermazioni del professor Galli avrebbero invece prima degli altri avviato la sperimentazione. Se l’acqua del «prof» napoletano era fresca, quella del «prof» lombardo era sporca.