Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le signore «orfane» del parrucchie­re

Le signore si sono affrettate ad acquistare in tempo kit di colore per capelli, spazzole e mascherine On line tanti video-tutorial degli addetti ai lavori

- Di Anna Paola Merone

Ci abbiamo pensato tutte. Abbiamo ipotizzato di cercare un parrucchie­re e una estetista da far venire a casa, attrezzati con guanti e mascherina. E risolvere così l’inquietudi­ne che ci ha assalito poche ore dopo la chiusura dei saloni e dei centri estetici. Frivolezze, osserverà qualcuno. E proprio per questo più difficili da confessare in un momento così difficile. Ma il disagio c’è ed è trasversal­e.

NAPOLI Ci abbiamo pensato tutte. Abbiamo ipotizzato di cercare un parrucchie­re e una estetista da far venire a casa, attrezzati con guanti e mascherina. E risolvere così l’inquietudi­ne che ci ha assalito poche ore dopo la chiusura dei saloni e dei centri estetici.

Frivolezze, osserverà qualcuno. E proprio per questo più difficili da confessare in un momento così difficile. Ma il disagio c’è ed è trasversal­e.

Tutte abbiamo lasciato che prevalesse il buon senso e l’idea che, se si deve stare a casa, allora non si può incoraggia­re il libero scambio casalingo dei profession­isti della bellezza. Così siamo passate ai tutorial scambiati in chat. Video confeziona­ti dai parrucchie­ri di fiducia dai quali imparare, in quattro semplici mosse, come fare il ritocco e la piega. Le mosse non sono 4, ma 44. E non sono semplici. Una mia amica questore non ha mai trovato, in carriera, così complicato affrontare una sfida. E si è fatta aiutare dalla figlia per non andare al lavoro come Cindy Lauper.

Manteniamo la compostezz­a, perché c’è poco altro fa dare, ma intanto ci siamo ritrovate in tre grandi categorie. Ci sono quelle che hanno i capelli scuri e una crescita bianca che le insegue come un branco di lupi affamati nella steppa; ci sono le bionde, le finte bionde, che osservano preoccupat­e i colpi di sole che andrebbero ripresi e illuminati. E poi ci sono quelle che non riescono neanche a farsi uno shampoo casalingo. Io appartengo a due categorie: non solo sogno di notte cartine e colpi di sole, ma guardo come al mio peggior nemico la doccia sotto la quale devo infilare la testa in mancanza di alternativ­e. Non ho lo shampoo — da oltre trent’anni — e non sono neanche capace di asciugare i capelli. Figuriamoc­i metterli in piega. Potrei legarli, certo. Ma ho solo gli elastici con cui si tengono su i mazzi di asparagi. E poi ne verrebbe fuori una coda che neanche Cenerentol­a nei giorni più bui esibirebbe.

Vogliamo parlare della manicure? Facciamolo senza indugi. Tante di noi sono «semiperman­ente addicted». Insomma hanno uno smalto che non viene via con l’acetone. Conosco chi lo ha strappato via a morsi e chi tiene le dita a bagno nel solvente un’ora al giorno e intanto se ne va in giro per casa tenendo su i guanti, e non per la paura del contagio, ma solo per nascondere lo stato pietoso delle mani.

Le brune hanno altri problemi, legati alle sedute — cancellate fino a data da destinarsi — dall’estetista. Ho una amica che ogni settimana ha bisogno di una ceretta ai baffetti. Il marito la chiama Mustache da anni, ma di questi tempi lei reagisce con poca ironia all’appellativ­o. La convivenza è già durissima senza sentire lui che le ricorda che assomiglia a Stalin, e non solo per l’onor del labbro.

Identici i problemi di chi combatte con la ceretta mancata sulle gambe e sotto le ascelle. Poi ci sono le orfane della brasiliana, che regala un inguine indimentic­abile. Sono spesso profession­iste del sesso, ma tanto di questi tempi è tutto fermo.

Gongolano le primitive che hanno sempre risolto le questioni pilifere dandoci dentro con il rasoio. Sbeffeggia­te dalle fanatiche del laser e dalle sacerdotes­se dell’epilazione dolce e definitiva.

Altro fronte sensibile quello legato a ciglia e sopraccigl­ia. Ci sono signore che stanno decidendo di interrompe­re le videochiam­ate con gli amici perché incomincia­no a somigliare a Frida Khalo, ma senza il suo appeal. E poi ci sono quelle che una volta ogni tre settimane avevano il ritocco delle extension alle ciglia. Stanno tenendo duro per conservare uno sguardo da Bambie, ma fra poco si rischia seriamente di finire per assomiglia­re ad Heidi, senza neanche una capretta a fare ciao.

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