Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Riapre Paestum, ma per il momento soltanto in Cina
Torna visitabile a Chengdu la mostra sul sito archeologico italiano chiusa per l’epidemia di Covid-19
Il sito archeologico di Paestum è uno dei più affascinanti che abbiamo in Italia, grazie alla buona integrità dei suoi templi e del contesto naturale che lo circonda, capaci di far viaggiare con la mente il visitatore fino al VII secolo a. C. Ma in questi giorni, come è giusto che sia, resta chiuso per le ben note misure di sicurezza contro la diffusione del Covid-19.
Ed allora ecco la notizia che apre alla speranza: sarà proprio la Cina, fino a qualche giorno fa considerato il luogo più esposto alle minacce del terribile virus, a ridare visibilità allo straordinario sito magnogreco, grazie alla riapertura della mostra «Paestum - una città del Mediterraneo antico», inaugurata lo scorso 26 novembre a Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, e chiusa all’indomani dell’emergenza sanitaria scoppiata nel paese asiatico.
A dare la lieta novella, che ha il sapore della normalizzazione, è stato Wei Quan, direttore del Sichuan Museum, che ha indirizzato una lettera a Gabriel Zuchtriegel, collega del Parco Archeologico pestano, con parole che esprimono sentimenti di solidarietà e speranza verso l’Italia, oggi flagellata dall’epidemia già sperimentata nel suo paese. Da oggi, quindi, e fino al mese di luglio sarà possibile ammirare i 134 reperti provenienti dai depositi dell’antica città campana, tra cui la statua di Hera in marmo proveniente dal Santuario dedicato alla dea nei pressi della foce del fiume Sele e le sue riproduzioni in terracotta. E ancora diverse lastre dipinte, testimonianze uniche in tutto il contesto del Mediterraneo antico, un esempio di armatura completa indossata dai guerrieri lucani e numerosi vasi provenienti dai corredi delle necropoli urbane fino alle produzioni vascolari più note, tra cui spicca il ceramografo pestano di Assteas. «Grazie alla collaborazione – ha risposto Zuchtriegel a Wei - che abbiamo messo in campo sin dal 2018, possiamo dire che il rilancio della Paestum postpandemia sia partito, seppure da una sede lontana dal sito. Ciò ci riempie di speranza e di fiducia che tutti insieme si possa superare l’attuale difficoltà e uscirne più uniti e forti».