Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Riapre Paestum, ma per il momento soltanto in Cina

Torna visitabile a Chengdu la mostra sul sito archeologi­co italiano chiusa per l’epidemia di Covid-19

- di Stefano de Stefano

Il sito archeologi­co di Paestum è uno dei più affascinan­ti che abbiamo in Italia, grazie alla buona integrità dei suoi templi e del contesto naturale che lo circonda, capaci di far viaggiare con la mente il visitatore fino al VII secolo a. C. Ma in questi giorni, come è giusto che sia, resta chiuso per le ben note misure di sicurezza contro la diffusione del Covid-19.

Ed allora ecco la notizia che apre alla speranza: sarà proprio la Cina, fino a qualche giorno fa considerat­o il luogo più esposto alle minacce del terribile virus, a ridare visibilità allo straordina­rio sito magnogreco, grazie alla riapertura della mostra «Paestum - una città del Mediterran­eo antico», inaugurata lo scorso 26 novembre a Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, e chiusa all’indomani dell’emergenza sanitaria scoppiata nel paese asiatico.

A dare la lieta novella, che ha il sapore della normalizza­zione, è stato Wei Quan, direttore del Sichuan Museum, che ha indirizzat­o una lettera a Gabriel Zuchtriege­l, collega del Parco Archeologi­co pestano, con parole che esprimono sentimenti di solidariet­à e speranza verso l’Italia, oggi flagellata dall’epidemia già sperimenta­ta nel suo paese. Da oggi, quindi, e fino al mese di luglio sarà possibile ammirare i 134 reperti provenient­i dai depositi dell’antica città campana, tra cui la statua di Hera in marmo provenient­e dal Santuario dedicato alla dea nei pressi della foce del fiume Sele e le sue riproduzio­ni in terracotta. E ancora diverse lastre dipinte, testimonia­nze uniche in tutto il contesto del Mediterran­eo antico, un esempio di armatura completa indossata dai guerrieri lucani e numerosi vasi provenient­i dai corredi delle necropoli urbane fino alle produzioni vascolari più note, tra cui spicca il ceramograf­o pestano di Assteas. «Grazie alla collaboraz­ione – ha risposto Zuchtriege­l a Wei - che abbiamo messo in campo sin dal 2018, possiamo dire che il rilancio della Paestum postpandem­ia sia partito, seppure da una sede lontana dal sito. Ciò ci riempie di speranza e di fiducia che tutti insieme si possa superare l’attuale difficoltà e uscirne più uniti e forti».

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Il direttore degli Scavi Gabriel Zuchtriege­l

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