Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’ascolto da remoto per sentirsi meno soli
Che cosa vi aspettate se, in una comunità di sessanta milioni di persone, quaranta sono messe in standby da un giorno all’altro? E se a questi milioni d’individui, di ogni età e condizione, si prescrive di non frequentare più nessuno (nessuno) tranne i conviventi? È come dire nessuno dagli adolescenti ai vecchi – può più fare alcun programma di vita, nemmeno per domani mattina. E tutto ciò senza un’ipotesi credibile su quando finirà questo isolamento, per proiettare nel futuro lo sforzo richiesto.
Il rischio è che si cancelli la stessa idea di futuro, proprio mentre si raccomanda, paradossalmente, di osservare delle regole per avere un futuro. E, mentre ci si sforza di cambiare abitudini, ci rendiamo conto di quanto sia fragile la città, afflitta dalla precarietà, e con zone in cui le condizioni abitative rendono l’isolamento intollerabile, al limite della disperazione. Non a caso, è proprio a Napoli che nei primi giorni di emergenza sono nate iniziative di vicinanza empatica, virtuale o reale, dei veri e propri interventi spontanei di empowerment di comunità. E sempre non a caso, nel parossistico diluvio di notizie e reazioni di panico, proprio a Napoli gli psicologi si sono organizzati per primi in forme di lavoro a distanza, per dare ascolto e contenimento alle paure di chi non riesce a fronteggiare il terremoto emotivo che ci ha investito.
Gli psicologi ragionano da sempre in termini di benessere psicofisico di comunità, dunque bisogna utilizzare i saperi psicologici per non smarrire la speranza del domani, bene prezioso nei momenti di crisi, e trasformare angoscia e senso di passività nella consapevolezza di stare «agendo», ora e qui, a casa, per gestire le emozioni tumultuose del momento. L’offerta
di aiuto telefonico e online ha avuto successo. Io stessa faccio parte di due gruppi che offrono ascolto ed empatia, uno dedicato a tutti i cittadini, l’altro a donne vittime di violenza. Il primo è nato dalle Associazioni Psicologi per la responsabilità sociale e Le leggi del mondo con il Master in Psicologia dell’emergenza della Federico II.
Tra i coordinatori della task-force - email dedicato psicoresp@gmail.com - Lello Felaco invita a un generale ripensamento sulle proprie vite, le relazioni, le priorità da darsi, per evitare comportamenti dannosi che acuiscono lo stress, e Antonella Bozzaotra e Fausta Nasti, fidando nelle capacità delle famiglie di creare nuove abitudini, sono però preoccupate dalle difficoltà di chi, in condizioni di svantaggio, è sospinto verso una totale emarginazione. Fortuna Procentese, coordinatrice del Master in Psicologia dell’emergenza, ha aperto uno spazio online di consulenza, con focus sugli operatori sociosanitari - email convivereinemergenza@gmail.com. perché è necessario occuparsi di sé stessi, attivando strategie per fronteggiare l’ansia. Se la migliore «strategia di sopravvivenza» personale e di comunità è poter pensare a se stessi come possibili agenti di cambiamento, anche nelle situazioni più complesse, anche quest’aiuto «da remoto», parlare con chi è più solo e che magari, dopo, manda un messaggio per dire che si sente più sereno, fa bene. Ogni gesto solidale serve a non vedersi come soggetti immobili, in balia dell’emergenza, compreso chi sta all’altro capo del filo. Il secondo gruppo, organizzato dal Centro antiviolenza Aurora-Arcidonna - info 3343570152 h24, diretto da Rosa di Matteo, è dedicato alle donne costrette a convivenze forzate con partner violenti, pericolosi per loro e per i figli. L’isolamento sociale realizza le condizioni più favorevoli alla violenza domestica ed è, da sempre, la condizione e la strategia adottata per controllare le donne. Anche le chiamate alla linea nazionale antiviolenza 1522 sono diminuite e quelle che arrivano mostrano uno spaccato di enorme difficoltà, perfino a fare una telefonata. È urgente anche una risposta sulla confusa interpretazione di prescrizioni per gli incontri tra figli e padri separati che spesso pretendono di portarli con sé, ignorando i divieti sanitari a tutela dei bambini. Su questo tema, si registrano finora solo l’appello della Procura della Repubblica di Trento e, a Napoli, la raccomandazione del Tribunale per i minorenni, che già dal 10 marzo «consiglia» cautele per tutelare il diritto alla salute dei minori.