Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Stipendi e ferie, il Napoli decide
II club ha comunicato ufficialmente lo stop. Situazione in divenire, anche rispetto alle vacanze estive
NAPOLI Il calcio è sospeso e anche in casa Napoli, seguendo il programma relativo agli allenamenti e all’alimentazione formulati da Gattuso e dallo staff medico, Insigne e compagni attendono di conoscere il proprio futuro. Sul campionato e sulle coppe europee c’è un grande punto interrogativo, i presidenti si stanno confrontando e non è scontato che si possa ripartire anche in futuro per completare i tornei bloccati a causa dell’emergenza coronavirus.
Le giornate scorrono con tanto tempo libero, i giocatori lo trascorrono godendosi le famiglie, divertendosi alla playstation o inventandosi nuovi hobby, come la cucina per Insigne che sabato sera ha pubblicato su Instagram un video in cui preparava le pizze come tanti napoletani, anche Milik si è dedicato talvolta ai fornelli con la sua compagna Jessica.
Il confronto con i procuratori e gli avvocati è costante, i calciatori seguono il dibattito nazionale riguardo al possibile taglio degli stipendi, alla possibilità che si sfori il termine del 30 giugno e, quindi, dedicare al calcio giocato anche l’estate. La consapevolezza di tutti è che qualche sacrificio andrà fatto, nessuno s’opporrebbe ad un’intesa che inserisca delle deroghe per i contratti se l’emergenza sanitaria consentirà a tutti di ritrovare in futuro l’entusiasmo per trascorrere l’estate inseguendo il pallone. De Laurentiis non inseguirà percorsi in autonomia, si sta muovendo in sinergia con gli altri presidenti. «Il taglio stipendi dei calciatori è nella legge. Se tutte le attività sono state interrotte, non vedo come un club possa essere tenuto a corrispondere l’intero emolumento ad un atleta che non si è allenato e non ha giocato gare ufficiali. L’Aic è un sindacato forte, non può imporre ai singoli la riduzione, ma saprà come farla diventare legge all’interno della propria categoria. la decurtazione è già legittima adesso per il periodo di inattività e sarà applicabile sia qualora il campionato non riprenda sia qualora riprenda», l’avvocato Grassani, legale di fiducia anche del Napoli, a Radio Kiss Kiss Napoli ha esposto questa fotografia di una discussione che anima il mondo del pallone a livello nazionale e addirittura internazionale come dimostrano gli esempi di Barcellona e Bayern Monaco. De Laurentiis, come gli altri presidenti, sta spingendo per coinvolgere il Governo nella crisi del calcio con delle proposte di cui Gravina discuterà prima con il Coni e poi con il ministro allo Sport Spadafora e sul tema dei compensi ai calciatori sa che è necessario trovare un accordo con Figc e Aic. Il Napoli nella giornata di ieri ha comunicato via posta elettronica anche in maniera formale che la ripresa degli allenamenti, prevista per la giornata di oggi, è rinviata a data da destinarsi, s’inizia poi a valutare e a discutere dell’ipotesi per cui il periodo di riposo forzato a causa dell’emergenza coronavirus sia conteggiato nel calcolo delle ferie annuali (l’accordo collettivo con l’Aic prevede complessivamente quattro settimane all’anno), se la stagione non terminerà entro il 30 giugno.