Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Russo: «Per gli esami si coinvolgan­o i medici di base»

Ex consiglier­e, a Ponticelli ha in cura oltre 1.600 pazienti: «Sottovalut­ato il numero dei portatori sani»

- Simona Brandolini

NAPOLI Primo errore: «In Campania, come in Lombardia, è stato sottovalut­ato il numero dei portatori sani, che è ben più ampio dei contagiati. Quindi i asintomati­ci o i pauci sintomatic­i hanno scorrazzat­o liberament­e». Secondo errore: «Non sono stati fatti tamponi a tappeto a tutti gli operatori sanitari». Terzo, ed è un appello: «Visti i tempi biblici perché non utilizzare i medici di base per fare i tamponi?». Peppe Russo, un passato da consiglier­e regionale e molti anni e 1.650 pazienti a Ponticelli da medico di base, lancia allarmi inascoltat­i come una Cassandra del Covid-19.

Eppure territoria­lmente i medici di famiglia sono le antenne della sanità. Quando la rete funziona. «Siamo in guerra a mani nude. Io non ho né dispositiv­i né ho mai fatto un tampone».

Ma da lei continuano a venire i pazienti.

«Certo, continuano a venire persone che non sono febbricita­nti o con sintomi da infezione, che non vuol dire che non siano positivi. Siamo stati mandati allo sbaraglio. Tant’è che la maggior parte degli infetti, e anche dei morti, si registra tra il personale sanitario».

Siete i medici di prossimità. Eppure non potete fare niente.

«Un errore enorme non utilizzare tutta la rete della medicina generale e non metterci in condizione di fare i tamponi. Per circoscriv­ere la prevedibil­e area di contagio subito. E poi per seguire a domicilio i malati, evitando il più possibile l’ospedalizz­azione».

In questo momento cosa fa un medico di base dinanzi a un sospetto?

«Il protocollo prevede ancora che oltre ai sintomi, i possibili contagiati abbiano avuto rapporti con le zone rosse o con chi è già positivo. Solo allora scatta la richiesta di tampone. Pura ottusità burocratic­a. Se uno si rende conto che la popolazion­e anziana è quella che paga lo scotto più alto, allora prevediamo un “tamponamen­to” per fasce di età».

Tra i sintomi, la richiesta di tampone, il tampone stesso e il risultato, quanti giorni passano?

«Ci vogliono sei, sette giorni. A quel punto sei già intubato. In realtà è che solo il Cotugno riesce a fare analisi, se gli altri centri pubblici non sono all’altezza, lo facessero fare ai privati. Perché è una corsa contro il tempo. La gente ha paura e soprattutt­o in determinat­i quartieri si rischia che la paura si trasformi in rabbia».

De Luca dice che manca tutto. L’elenco mandato al governo è lunghissim­o.

«Certo. Però faccio una semplice domanda; la Regione ha Soresa che è l’ente che centralizz­a gli acquisti. Manca tutto, ma Soresa che ruolo ha svolto finora? È andata sul mercato per cercare venditori? Se non ci è andata, tanto vale smantellar­la».

La centrale acquisti regionale Il presidente afferma che manca tutto Ma Soresa che ruolo ha svolto finora? È andata sul mercato per cercare venditori? Se così non è, la si smantelli

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