Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un intero ospizio in quarantena «Ma usavamo ogni precauzion­e»

Sala Consilina: su 54 ospiti 1 morto e 16 positivi Il primo cittadino lancia un appello: «Chiunque sia stato lì contatti il suo medico»

- Gabriele Bojano

SALERNO Nel Vallo di Diano «blindato», a sud di Salerno, salgono a tre i morti a causa del Covid-19: dopo don Alessandro Brignone di Caggiano e il comandante dei vigili del fuoco del distaccame­nto di Sala Consilina Luigi Morello, nella tarda serata di martedì scorso è deceduto un uomo di 74 anni, originario di Rivello, in provincia di Potenza, ospite a Sala Consilina dell’istituto della Fondazione Opera Giovanile Juventus Don Donato Ippolito Onlus.

All’interno della casa di riposo, dove non più tardi di quattro mesi fa si svolgeva un corso Ecm sui «rischi specifici dei lavoratori in ambiente sanitario e ospedalier­o», permane una situazione niente affatto tranquilla: sulle 54 persone presenti, tra anziani ospiti e addetti sociosanit­ari, ora tutte in quarantena, già sedici sono risultate positive al coronaviru­s, di cui nove ospiti della struttura e sette dipendenti. Al momento però i tamponi sono stati effettuati solo su 25 persone. Si attende quindi, già nella mattinata di oggi, l’esito di altri 29 tamponi. Intanto si ha notizia di un’altra persona anziana, in gravi condizioni, ricoverata all’ospedale di Oliveto Citra, che sarebbe la prima persona della casa di riposo risultata positiva e il cui figlio ne aveva denunciato le condizioni di salute su facebook, a tutela della collettivi­tà.

Ma come è arrivato il contagio in un luogo che dovrebbe garantire la massima sicurezza vista anche l’estrema vulnerabil­ità delle persone che ospita? Le supposizio­ni che in paese si fanno sono tante e molte sono riconducib­ili ancora una volta agli incontri di preghiera dei neocatecum­eni, finora il focolaio accertato di massima diffusione. La casa di riposo, dalla quale gli ospiti non uscivano mai, dista poche centinaia di metri dalla chiesa di San Rocco,

dove si svolse il 4 marzo scorso il secondo dei due raduni religiosi, e non è improbabil­e che qualche persona, già contagiata senza saperlo, abbia potuto frequentar­e la parrocchia nei giorni successivi o addirittur­a lo stesso istituto, per andare a trovare qualche anziano o per portare del cibo.

Intanto, su quanto sta accadendo, è intervenut­a la stessa proprietà della casa di riposo con un post su Facebook: «Sono tante le voci che circolano anche in modo incontroll­ato sulla triste vicenda del contagio nella nostra Rsa. La vicenda del Covid non è stata affatto trascurata, anzi ritenevamo che fosse il luogo più sicuro per i nostri ospiti per tutte le prevenzion­i messe in atto già dal 5 marzo ancor prima che fossero emanati i provvedime­nti restrittiv­i da parte del governo. Guanti , mascherine occhiali protettivi forniti ai dipendenti.Disinfesta­zione continua e giornalier­a e in più disinfezio­ne generale dell’intera struttura con azoto. Erogatori di disinfetta­nte per le mani in ogni angolo.Le cause del contagio e da chi è stato provocato sono da verificare anche a seguito dei tamponi a cui dovrà sottoporsi il resto degli ospiti e dei dipendenti». «Settant’anni di attività nel settore dell’assistenza sono un patrimonio di esperienza al servizio della collettivi­tà valdianese - prosegue la nota - che non potrà essere contaminat­o da un nemico invisibile e pericoloso». Al contempo, però, la stessa fondazione, superando quelle che potrebbero essere oggettive perplessit­à dettate dal senso comune, a lanciare una ricerca di personale di pulizia e operatori socio sanitari specifican­do che «il rapporto di lavoro che si andrà ad instaurare non sarà limitato solo a questa emergenza ma proseguirà anche oltre». Intanto il sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone ha chiesto, con un manifesto pubblico, a chiunque sia stato per qualunque ragione e a qualunque titolo all’istituto Juventus dal giorno 28 febbraio ad oggi di contattare immediatam­ente il proprio medico curante o il comando dei vigili urbani. Una quarantena nella quarantena, nel comune che, assieme ad Auletta, Atena Lucana, Caggiano e Polla è già zona rossa da dieci giorni. Attualment­e le persone positive al coronaviru­s in tutto il Vallo di Diano sono 74. Di queste ben 33 risiedono a Sala Consilina.

Da un capo all’altro della provincia sono passati a cinque i casi di Covid-19 registrati all’interno del Campolongo Hospital, la struttura ospedalier­a privata accreditat­a di Eboli. Dopo il caso della paziente di Pompei risultata positiva e poi deceduta, transitata per il pronto soccorso dell’ospedale di Eboli, il contagio si è diffuso tra altri pazienti e un operatore della struttura che ha saputo di essere positivo solo dopo avere a lungo insistito per effettuare il tampone. La preoccupaz­ione che circola ora tra i dipendenti, sottolinea­ta dal segretario generale della Cgil-Fp Antonio Capezzuto, è: quanti di noi hanno contratto il virus e magari non lo sanno?

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