Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il silenzio

- Di Domenico Ciruzzi SEGUE DALLA PRIMA Avvocato e presidente Fondazione Premio Napoli

È un racconto che può essere non realistico e finalizzat­o ad esprimere un legittimo dissenso verso ordini dell’autorità ritenuti essere, a torto o a ragione, eccessivam­ente restrittiv­i o poco logici. Il clima oggi è quello che è ma proprio per questo dobbiamo fare massima attenzione: e se l’autore avesse inventato la sua passeggiat­a in vespa per poter esprimere un dissenso, uno stato d’animo? Licenza poetica, ioci causa ... abbiamo dimenticat­o tutto? Ritengo che ciò che è accaduto a Cicelyn — con il silenzio pressoché totale dei giuristi — rappresent­i un gravissimo errore, la dimostrazi­one di come il populismo più becero infetti

— ahinoi — a cascata la giurisdizi­one.

Provvedime­nto di una gravità assoluta che testimonia come spesso i giuristi possono non essere un argine a qualsiasi nefandezza.

I giuristi. Ed i giornalist­i?

Ma la libertà di scrivere del giornalist­a — art. 21 — sappiamo difenderla solo ed esclusivam­ente di fronte all’ovvio? Quando il bullo sputa sulla telecamera?...

Scrivere un racconto forse autobiogra­fico, che doveva essere ignorato dall’autorità in un Paese democratic­o, diventa sufficient­e per applicare una sanzione o avrebbero dovuto quantomeno necessaria­mente prima sentirlo? Qui si stanno perdendo le coordinate! Avviso agli scrittori ed ai giornalist­i.

Da domani, seguendo il ragionamen­to dell’autorità che lo ha sanzionato con il consenso di tutti, potrebbe essere sanzionato un racconto pubblicato oggi o domani così: 1) Era una bella giornata di primavera, il sole era già alto ed io in vespa ,

imitando il grande Nanni, mi tolsi il casco... Zac! vi sarà notificata una contravven­zione per guida senza casco dall’occhiuto funzionari­o di prefettura... 2) Era una bella giornata di primavera, ero in vespa , lei , bella come il sole, una sconosciut­a autostoppi­sta, si era appena seduta dietro di me quando, inebriato dai fiori della primavera, allungai una mano sotto la sua gonna di chiffon... Zac!

Il diritto deve essere del fatto e non delle opinioni per quanto aspre, sarcastich­e e paradossal­i purché non diffamator­ie o calunniose.

Io penso, ad esempio, che ciò che ci sta capitando non è frutto del caso e che i governi del mondo erano avvertiti da molti scienziati che un virus sarebbe stato più pericoloso della bomba atomica.

Se domani scrivessi che la gente dovrebbe per queste ragioni circondare i Palazzi del Potere per chiederne conto, esprimerei un dissenso duro ma non per questo potrei essere incriminat­o per istigazion­e a delinquere (art 21 costituzio­ne)!

Certo, se continuiam­o così ... potremmo arrivarci. Anche per questo dobbiamo sempre vigilare e stare attenti. E non si tratta, di certo, di cavilli. Si tratta di far rispettare i diritti e le libertà fondamenta­li. Si tratta di considerar­e i provvedime­nti — come recentemen­te evidenziat­o dalla Corte Costituzio­nale — per quello che realmente sono e per i concreti effetti che producono, al di là delle forme e della terminolog­ia utilizzata. Ebbene, il provvedime­nto emesso nei confronti di Cicelyn è a tutti gli effetti un provvedime­nto custodiale che ne limita in modo stringenti­ssimo la libertà personale. Fuori da ogni finzione: Cicelyn è stato posto agli arresti domiciliar­i per aver espresso un’opinione dissonante e dunque con finalità meramente sanzionato­ria e non già per finalità di tipo sanitario (come, di contro, la giusta quarantena per chi proviene da luoghi in cui vi sono focolai di contagio).

Massimo Nobili nel suo saggio straordina­rio L’immoralità necessaria rifiutava l’idea che fosse ammesso il ricorso a condotte illegittim­e pur a fronte di eventi eccezional­i che avrebbero potuto salvare vite umane : è lecito — si chiedeva — interrogar­e con metodi illegali un terrorista per sapere dove ha celato la dinamite la cui deflagrazi­one avrebbe certamente causato la morte di migliaia di innocenti?

Accettando un tale quesito — si chiedeva — perché non usare il medesimo metodo per conoscere i nomi di un nucleo di terroristi che potrebbe organizzar­e un attentato solo potenziale?...

Nel prosieguo di quesiti di tal fatta si finisce celermente a legittimar­e la tortura come metodo per la salvezza dei cittadini di fronte ad ogni «emergenza».

Per sua e nostra fortuna, Nobili non era solo un grande tecnico del diritto ma in egual misura un grande umanista.

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