Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il silenzio
È un racconto che può essere non realistico e finalizzato ad esprimere un legittimo dissenso verso ordini dell’autorità ritenuti essere, a torto o a ragione, eccessivamente restrittivi o poco logici. Il clima oggi è quello che è ma proprio per questo dobbiamo fare massima attenzione: e se l’autore avesse inventato la sua passeggiata in vespa per poter esprimere un dissenso, uno stato d’animo? Licenza poetica, ioci causa ... abbiamo dimenticato tutto? Ritengo che ciò che è accaduto a Cicelyn — con il silenzio pressoché totale dei giuristi — rappresenti un gravissimo errore, la dimostrazione di come il populismo più becero infetti
— ahinoi — a cascata la giurisdizione.
Provvedimento di una gravità assoluta che testimonia come spesso i giuristi possono non essere un argine a qualsiasi nefandezza.
I giuristi. Ed i giornalisti?
Ma la libertà di scrivere del giornalista — art. 21 — sappiamo difenderla solo ed esclusivamente di fronte all’ovvio? Quando il bullo sputa sulla telecamera?...
Scrivere un racconto forse autobiografico, che doveva essere ignorato dall’autorità in un Paese democratico, diventa sufficiente per applicare una sanzione o avrebbero dovuto quantomeno necessariamente prima sentirlo? Qui si stanno perdendo le coordinate! Avviso agli scrittori ed ai giornalisti.
Da domani, seguendo il ragionamento dell’autorità che lo ha sanzionato con il consenso di tutti, potrebbe essere sanzionato un racconto pubblicato oggi o domani così: 1) Era una bella giornata di primavera, il sole era già alto ed io in vespa ,
imitando il grande Nanni, mi tolsi il casco... Zac! vi sarà notificata una contravvenzione per guida senza casco dall’occhiuto funzionario di prefettura... 2) Era una bella giornata di primavera, ero in vespa , lei , bella come il sole, una sconosciuta autostoppista, si era appena seduta dietro di me quando, inebriato dai fiori della primavera, allungai una mano sotto la sua gonna di chiffon... Zac!
Il diritto deve essere del fatto e non delle opinioni per quanto aspre, sarcastiche e paradossali purché non diffamatorie o calunniose.
Io penso, ad esempio, che ciò che ci sta capitando non è frutto del caso e che i governi del mondo erano avvertiti da molti scienziati che un virus sarebbe stato più pericoloso della bomba atomica.
Se domani scrivessi che la gente dovrebbe per queste ragioni circondare i Palazzi del Potere per chiederne conto, esprimerei un dissenso duro ma non per questo potrei essere incriminato per istigazione a delinquere (art 21 costituzione)!
Certo, se continuiamo così ... potremmo arrivarci. Anche per questo dobbiamo sempre vigilare e stare attenti. E non si tratta, di certo, di cavilli. Si tratta di far rispettare i diritti e le libertà fondamentali. Si tratta di considerare i provvedimenti — come recentemente evidenziato dalla Corte Costituzionale — per quello che realmente sono e per i concreti effetti che producono, al di là delle forme e della terminologia utilizzata. Ebbene, il provvedimento emesso nei confronti di Cicelyn è a tutti gli effetti un provvedimento custodiale che ne limita in modo stringentissimo la libertà personale. Fuori da ogni finzione: Cicelyn è stato posto agli arresti domiciliari per aver espresso un’opinione dissonante e dunque con finalità meramente sanzionatoria e non già per finalità di tipo sanitario (come, di contro, la giusta quarantena per chi proviene da luoghi in cui vi sono focolai di contagio).
Massimo Nobili nel suo saggio straordinario L’immoralità necessaria rifiutava l’idea che fosse ammesso il ricorso a condotte illegittime pur a fronte di eventi eccezionali che avrebbero potuto salvare vite umane : è lecito — si chiedeva — interrogare con metodi illegali un terrorista per sapere dove ha celato la dinamite la cui deflagrazione avrebbe certamente causato la morte di migliaia di innocenti?
Accettando un tale quesito — si chiedeva — perché non usare il medesimo metodo per conoscere i nomi di un nucleo di terroristi che potrebbe organizzare un attentato solo potenziale?...
Nel prosieguo di quesiti di tal fatta si finisce celermente a legittimare la tortura come metodo per la salvezza dei cittadini di fronte ad ogni «emergenza».
Per sua e nostra fortuna, Nobili non era solo un grande tecnico del diritto ma in egual misura un grande umanista.