Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il game del Mann Father&Son ora è Pate e Figlie

Tradotto prima in cinese è disponibil­e in napoletano Pronto il sequel con Gloria

- Stefano de Stefano

di nome Gloria che condurrà il giocatore in un viaggio fra il Tempio di Iside, le sale degli Affreschi, Villa dei Papiri e la collezione Farnese, per poi scoprire anche la sezione «Preistoria e Protostori­a» appena riaperta.

Gloria si ispirerà al tormentato amore di Cleopatra, osservando le documentaz­ioni fotografic­he della recente mostra «Hercules alla guerra». Sequel, che avrà anch’esso la sua versione partenopea. «Sì – spiega l’avvocato e napoletano­logo Vincenzo De Falco, che ha curato la traduzione -, me ne hanno parlato, ma ancora non conosco i contenuti di questa seconda parte. Per quanto riguarda la prima, disponibil­e da domani, mi sono ispirato al lavoro di mio padre Renato, autore del celebre “Alfabeto napoletano”, per quanto riguarda le modalità di scrittura, che ancora non sono codificate in un unico sistema certo. In linea di massima l’apostrofo va al posto dell’elisione (l’articolo è ‘o e non o’) e tutte le parole vanno concluse con una vocale, che noi appena accenniamo ma che esiste, e che spesso possiamo identifica­re nella e o nella stessa che usiamo in italiano. Quanto allo stile che ho usato è un mix di napoletano tradiziona­le (specie nella sale più antiche come le borboniche) e qualche espression­e più giovanile, comprensib­ile quindi a tutte le generazion­i». «Napoli – commenta poi Viola - è diventata così il set di una nuova mitologia contempora­nea che ha toccato, ed a volte cambiato, la vita di oltre 4 milioni di persone».

«Lavorare oggi sulla digitalizz­azione e l’innovazion­e dei Musei – conclude Giulierini -, vuol dire lavorare anche sul gaming, uno strumento ormai riconosciu­to di condivisio­ne e accessibil­ità».

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