Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Grazie alla «quarantena» sono diventato adulto

- di Marco Marsullo

Sono migliorato in un sacco di cose, come uomo. È passato quasi un mese di isolamento totale e mi sono accorto di aver imparato sul campo, pratico ed emotivo, delle cose che avevo sempre lasciato andare, per incuria, fretta o per sempliciss­ima pigrizia.

Ho imparato a pulire bene il bagno. Senza l’aiuto della donna delle pulizie che, di tanto in tanto, viene a darmi una mano, ho dovuto per forza di cose rendermi conto di come si facevano quei lavori domestici che, a discapito di tanti altri che svolgevo quotidiana­mente (lavatrici, piatti, pavimenti), avevo sempre delegato. È stata una conquista, una sensazione di vittoria come poche. Sapere di essere sempre più autosuffic­iente mi ha dato una rinnovata forza per il futuro. Adesso so che posso resistere per un mese, da solo, in una casa e occuparmi di ogni suo aspetto legato alla pulizia. Mica è poco? Ho imparato a variare l’alimentazi­one, puntando su ortaggi, verdure, contorni e piatti più elaborati. L’ho fatto sia per il tanto tempo a disposizio­ne, che per non impazzire. Prendermi una cura maggiore di me mi ha fatto sentire più responsabi­le, più grande. E anche meglio in salute. C’erano pomeriggi, prima, durante i quali mi sentivo spossato, stanco, assonnato. Erano i pomeriggi che seguivano i digiuni a pranzo. Ne facevo tanti. Oggi, solo a pensarci, mi rendo conto di quanto sono stato cretino. Perché, oltre a pregiudica­re la mia produttivi­tà, mi faceva pure male alla salute. Quella che sto provando a proteggere ora, perché penso che ognuno di noi abbia il dovere, con sé stesso, di mettersi in forma per affrontare un eventuale contagio. Volersi bene, in queste giornate interminab­ili, è di sicuro un punto di partenza necessario. Anche in questo, alla fine, sono migliorato. E sono fiero di me.

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