Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Grazie alla «quarantena» sono diventato adulto
Sono migliorato in un sacco di cose, come uomo. È passato quasi un mese di isolamento totale e mi sono accorto di aver imparato sul campo, pratico ed emotivo, delle cose che avevo sempre lasciato andare, per incuria, fretta o per semplicissima pigrizia.
Ho imparato a pulire bene il bagno. Senza l’aiuto della donna delle pulizie che, di tanto in tanto, viene a darmi una mano, ho dovuto per forza di cose rendermi conto di come si facevano quei lavori domestici che, a discapito di tanti altri che svolgevo quotidianamente (lavatrici, piatti, pavimenti), avevo sempre delegato. È stata una conquista, una sensazione di vittoria come poche. Sapere di essere sempre più autosufficiente mi ha dato una rinnovata forza per il futuro. Adesso so che posso resistere per un mese, da solo, in una casa e occuparmi di ogni suo aspetto legato alla pulizia. Mica è poco? Ho imparato a variare l’alimentazione, puntando su ortaggi, verdure, contorni e piatti più elaborati. L’ho fatto sia per il tanto tempo a disposizione, che per non impazzire. Prendermi una cura maggiore di me mi ha fatto sentire più responsabile, più grande. E anche meglio in salute. C’erano pomeriggi, prima, durante i quali mi sentivo spossato, stanco, assonnato. Erano i pomeriggi che seguivano i digiuni a pranzo. Ne facevo tanti. Oggi, solo a pensarci, mi rendo conto di quanto sono stato cretino. Perché, oltre a pregiudicare la mia produttività, mi faceva pure male alla salute. Quella che sto provando a proteggere ora, perché penso che ognuno di noi abbia il dovere, con sé stesso, di mettersi in forma per affrontare un eventuale contagio. Volersi bene, in queste giornate interminabili, è di sicuro un punto di partenza necessario. Anche in questo, alla fine, sono migliorato. E sono fiero di me.