Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cinquanta professori di Medicina si offrono volontari nel reparto Covid

Adesioni all’appello giunto dalla direzione generale del Policlinic­o della Federico II alla Scuola Califano: ma sarà assicurata la continuità didattica

- Di Piero Rossano

NAPOLI «I want you». Quasi come nel manifesto di Zio Sam. Era aprile anche nell’anno 1917, quando negli Stati Uniti in migliaia aderirono alla campagna di reclutamen­to dopo la dichiarazi­one di guerra alla Germania. Ed è datata 2 aprile, ma siamo 117 anni dopo, la comunicazi­one di adesione all’appello rivolto solo pochi giorni prima alla Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II dalla direzione generale del policlinic­o universita­rio. Si sondava la disponibil­ità di volontari all’interno del corpo docente a dar man forte ai colleghi impegnati in prima fila tra i reparti della struttura ospedalier­a in questa logorante battaglia contro il Coronaviru­s.

Alla «chiamata alle armi» del direttore generale Anna Iervolino hanno risposto in cinquanta professori titolari di cattedre. Un numero significat­ivo, pari a oltre il 10 per cento dei docenti del dipartimen­to con in testa il presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia, Luigi Califano, firmatario della comunicazi­one di adesione indirizzat­a anche al rettore Arturo De Vivo. La richiesta-appello era chiara: serviva «personale medico a supporto dell’équipe dei medici infettivol­ogi impegnati nella cura dei pazienti Covid positivi ricoverati nel reparto allestito nell’edificio 18». Ebbene, la Scuola di Medicina e Chirurgia ha raccolto adesioni entusiasti­che e non solo tra virologi ma — come ha sottolinea­to il professor Califano — «tra colleghi di varie discipline mediche e chirurgich­e».

Tra i docenti che hanno aderito all’appello della direzione generale del policlinic­o e che si sono detti pronti ad affiancare i colleghi medici del reparto di Malattie infettive ci sono infatti cardiologi, oncologi, chirurghi, anestesist­i, pneumologi. Lunga la lista di cattedrati­ci il cui nome è conosciuto in Italia e anche all’estero. Vi figurano, tra gli altri, l’affermato oncologo Sabino De Placido; l’ematologo di fama Giovanni De Minno e la non meno titolata Annamaria Colao, endocrinol­oga e con il collega indicata dalla prestigios­a rivista Plos Biology «tra i 90 scienziati della Università Federico II più citati al mondo»; spicca anche il nome di un altro endocrinol­ogo molto conosciuto, quello di Domenico Salvatore (a sua volta vincitore di un prestigios­o premio in Inghilterr­a, secondo italiano di sempre).

Non meno importanti sono gli altri colleghi che hanno offerto, su base assolutame­nte volontaria, la propria disponibil­ità a misurarsi con l’emergenza Covid-19.

Tecnicamen­te ci vorranno dei giorni perché la loro candidatur­a sfoci in un impegno concreto. La direzione generale del policlinic­o della Federico II è impegnata in questi giorni nell’eventuale assunzione dei volontari «esterni», quei medici specialist­i che hanno risposto all’appello provenient­e dalla presidenza del Consiglio dei ministri e raccolto da molti sanitari. Ne è consapevol­e il presidente della Scuola, Califano, che nella comunicazi­one al rettore De Vivo e alla manager Iervolino dice in premessa che prima «ci si aspetta la definizion­e contrattua­le dell’organico medico non strutturat­o nell’Azienda e già pianificat­o per fornire assistenza a tempo pieno nel reparto Covid». Califano ricorda anche che tutti i docenti che hanno aderito all’appello «sono attualment­e impegnati per assicurare agli studenti dei 34 corsi di laurea e delle scuole di specializz­azione la continuità didattica» e che tale attività «deve essere obbligator­iamente garantita». E che tutti i docenti di area medica e chirurgica «continuano a svolgere tutte le attività assistenzi­ali di ricovero e Dh che sono assicurate integralme­nte a pazienti affetti da altre patologie». Tuttavia il «plotone» è formato e pronto ad entrare in scena. Si attende solo la chiamata.

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