Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Politica e cronache familiari nel Mezzogiorno di Compagna
Un saggio di Guido, figlio del fondatore della rivista «Nord e Sud»
Guido Compagna ha appena pubblicato da Rubettino un libro dal titolo Quando eravamo liberali e socialisti. Merita di essere letto per diversi motivi. Il primo riguarda l’autore, giornalista che, dopo esperienze in varie testate, per trent’anni ha seguito vicende politiche e sindacali per Il Sole-24Ore. Napoletano, fu primogenito di Francesco Compagna, personalità eminente nell’Università, in Parlamento e al governo, protagonista di quel ch’è uso definire il meridionalismo del Novecento. Circostanza che spiega perché Guido abbia posto come sottotitolo al suo libro Cronache familiari di una bella politica.
La quale politica unì padre e figlio per tutta la vita — purtroppo breve quella del padre — in un comune sentire ideale, quello della sinistra laica democratica e riformista. Ma con connotazioni diversificate: orientato al socialismo quello di Guido; al liberalismo quello di Francesco, esponente autorevole dell’oggi dissolto Partito repubblicano di Ugo La Malfa. Era il tempo «in cui i partiti politici erano solidi e ben ramificati nella società; erano costruiti sulle ideologie, in molti casi, ma si fondavano soprattutto sugli ideali». Così scrive Stefano Folli, opinionista di vaglia, nella prefazione al volume di Guido, che gli fu collega nei remoti anni in cui lavoravano a La voce repubblicana, quotidiano politico di pochi lettori ma fucina di eccellenti giornalisti poi trapiantati nelle maggiori testate.
Del tempo cui si riferisce Folli, Guido fu cronista attento. Onde la rievocazione che nel libro svolge di fatti di quegli anni, talvolta ammirevoli talaltra nefandi, e i ritratti che delinea dei personaggi maggiori e minori che ne furono protagonisti, sono già materia di stimolante lettura per quanti vogliano meglio capire la storia dell’Italia nell’ultimo quarto del secolo scorso. Col rigore e gli strumenti del buon giornalismo l’autore documenta su momenti e figure della tormentata transizione tra la prima e la cosiddetta seconda repubblica.
Ma ciò che a mio avviso ancor più avvince è la parte che si riferisce al sottotitolo del volume: la cronaca familiare. Dove l’aggettivo «familiare» travalica largamente il menzionato rapporto tra genitore e figlio che, pur nel mai scalfito affetto, implicava che il giovane socialista non fosse tra gli elettori del padre. No, l’aggettivo si dilata a comprendere luoghi, persone, esperienze che ripropongono ambienti ed atmosfere della vita politica, culturale, sociale di Napoli e del Mezzogiorno in un trentennio particolare: quello compreso tra due date, il 1954 e il 1982. Dalla fondazione della rivista Nord e Sud, creata da Francesco Compagna insieme a Vittorio de Caprariis e Renato Giordano, fino alla prematura scomparsa del fondatore e direttore.
Dell’esperienza di questa pubblicazione mensile, trimestrale negli ultimi anni, hanno scritto in tanti. Convenendo che abbia svolto un ruolo notevole a sostegno dei valori di liberaldemocrazia laica, di scelte su atlantismo ed europeismo, dell’esigenza, purtroppo mai soddisfatta, del riequilibro tra Mezzogiorno e Centro Nord. Ma ancor più trovo coinvolgenti, non solo per essere stato anch’io partecipe di quella temperie, le pagine in cui Guido ricostruisce la vita della redazione della rivista. Un microcosmo ove, con tratti amabili e sempre nitidi, l’autore porta alla ribalta attori principali e comprimari. C’è Giuseppe Galasso, il grande storico, del quale si richiama il lungo sodalizio con Francesco Compagna ma non si cela la distanza umana e la conflittualità nell’ambito del Partito repubblicano. C’è Rosellina Balbi, rigorosa vestale della redazione, poi passata alla responsabilità delle pagine culturali di Repubblica. E ricordi ed aneddoti dedicati ad altri redattori, a molti collaboratori italiani e stranieri. Nonché alla piccola schiera di frequentatori tanto assidui quanto poco operativi, ma comunque testimoni di una vita napoletana, illustre e minore, della quale non è improprio nutrire la nostalgia cui ci sollecita il bel libro di Guido.
Ambiente Si racconta della Napoli degli anni Cinquanta e oltre