Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Amatori, stagione già finita Del rugby il primo scudetto
Emergenza Covid-19, i partenopei hanno chiuso quarti
Il rugby è stato il primo sport in Italia a dire basta e a chiudere il campionato per l’emergenza del coronavirus. Una scelta che ha creato polemiche. A Napoli si è fermata anche l’Amatori, la matricola terribile che era al quarto posto in serie A a sei giornate dal termine. La grande famiglia napoletana del rugby, con giocatori di tutte e dieci la municipalità, è stata costretta a dire stop.
«Siamo un po’ tutti spaesati – ha detto il presidente Diego D’Orazio - . La scelta della federazione è stata coraggiosa, di responsabilità. Vivere in questo limbo, come sta accadendo negli altri sport, non è una cosa saggia. Almeno si è messo un punto fermo». Con tutte le problematiche che comporta, soprattutto economiche. «Cerchiamo di pianificare la prossima stagione, ma non è semplice. La nostra struttura all’ex base Nato di Bagnoli è costata 1 milione e mezzo di euro che siamo riusciti a coprire con alcuni sponsor che ci hanno dato una mano. Ora è chiusa anche la nostra Club House che era un punto di riferimento per tutti i nostri tesserati che pagano l’iscrizione. Questo tsunami ha spazzato via un po’ delle nostre certezze». Ma non della grande comunità dell’Amatori: «Molti soci – ha spiegato – ci hanno pagato la quota fino a fine anno. Una grande dimostrazione d’affetto e vicinanza di tutti in questo tragico momento. Del resto noi siamo davvero una grande famiglia. Ci sono tesserati e soci di tutte le età: dai 6 anni agli 80 e tutti ci ritroviamo insieme dopo la partita per il terzo tempo. Una grande comunità». L’Amatori Napoli ha adottato anche i due argentini Franco Nicolas Salice e Lucas Belgrano. I sudamericani avrebbero voluto in patria ma c’è il blocco dei voli e sono rimasti qui in quarantena. «Loro ricevono un rimborso spese. Ora stiamo cercando di farli tornare a casa, ma è un’impresa ardua. Responsabilmente si attengono alle disposizioni della società e cerchiamo di farli sentire in famiglia».
In questo periodo di emergenza da coronavirus la squadra si è resa disponibile con una bella iniziativa in sinergia con la Comunità di Sant’Egidio, la Regione, il Banco alimentare e due associazioni di volontariato. I rugbisti partenopei si sono trasformati in fattorini per le fasce più deboli della popolazione, consegnando spesa e farmaci ad anziani o disabili. D’Orazio sottolinea che le risorse economiche stanno venendo meno ma che non intende mollare: «Siamo riusciti a pagare solo la metà di febbraio per i compensi dei nostri tesserati. È previsto nel Cura Italia un sostegno economico e speriamo anche in un contributo della federazione. Il rugby è uno sport di squadra che ti insegna a lottare e stare uniti. In questo modo sono convinto che ripartiremo alla grande, più forti di prima».