Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Napoli ha molto da insegnarci» Parola di Ulla, la tedesca del Sud

L’artista Enger e la solidariet­à di Pasqua: «La paura del Covid-19 in Germania alimenta l’egoismo, da voi c’è coraggio e innata ironia»

- Marco Molino

«Ogni pomeriggio comincio il giro di videochiam­ate con tutti gli amici napoletani e mi faccio raccontare la loro vita da rifugiati: le canzoni sui balconi, ma anche l’autocontro­llo e le piccole gioie domestiche di un popolo che può insegnarci ad affrontare l’emergenza con la necessaria forza d’animo». Per Ulla Enger, artista tedesca di Mönchengla­dbach, la reazione dei partenopei alla diffusione del Covid-19 – con il giusto equilibrio dimostrato tra disciplina e vivacità – è un modello da adottare in quest’Europa che proprio nei giorni di Pasqua si riscopre poco solidale, magari partendo da quel filo diretto quotidiano che lei mantiene tra la Bassa Renania e le falde del Vesuvio.

Mai come in questi frangenti, l’esperienza vissuta nel suo Länder presenta le stesse criticità emerse nella capitale del Mezzogiorn­o, sua patria d’adozione. «A Napoli sono venuta più di 40 volte e ho presentato molte mie opere, tipo la serie dei libri vestiti», ricorda Enger, sorridendo attraverso lo schermo del cellulare. «Ora siamo lontani, ma non potevo smarrire il vostro patrimonio di umanità. La paura, anche in Germania, alimenta l’egoismo e invece abbiamo bisogno di condivider­e beni materiali e medici, come quelli dell’Università di Jena giunti in Campania. Ma pure i sentimenti». Lo hanno ben compreso i suoi amici del centro storico che dedicano serenate a lei e al marito Wilfred, raccontand­ole vicende familiari, come quella triste di Ilda che non può raggiunger­e i nonni, o di Nicola e Marco che mantengono il buon umore e postano i video dei canti nei Quartieri. Confinata nella sua casa a pochi chilometri dalla frontiera olandese, Ulla coltiva in video i rapporti affettuosi stretti nel capoluogo campano. È informatis­sima sulle ultime decisioni del presidente De Luca e sulla situazione negli ospedali. Ma nei collegamen­ti WhatsApp parla anche di musica e delle ricette per la pastiera e per l’osterlamm teutonico, dei romanzi della Ferrante e dei suoi originali libri ricoperti di tende e camicie. «Penso che i napoletani diano a noi tedeschi un valore aggiunto in termini di coraggio e innata ironia fondamenta­le nei momenti difficili. Anche dal cellulare emerge la Napoli che ho sempre amato».

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Ulla Enger e il marito Wilfred nella loro abitazione in Germania

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