Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I confini della Campania ci conviene tenerli aperti

- Di Antonio Polito

Chi segue questa Politeia sa che siamo stati e siamo e sempre saremo, finché l’emergenza dura, dei sostenitor­i convinti dell’azione del presidente De Luca. Prima di tutto, quando la casa brucia non si fanno polemiche politiche. Non le farei nemmeno in Lombardia, a dire il vero, figuriamoc­i in Campania dove l’epidemia è stata sostanzial­mente fermata prima che diventasse la tragedia che si è rivelata essere nelle regioni del Nord. Inoltre De Luca ha avuto una mano ferma e sicura, a modo suo ovviamente, dando un’idea esatta di ciò che devono fare i poteri pubblici in una emergenza, e dunque anche personalme­nte non merita polemiche.

Venerdì però il governator­e ha detto qualcosa sulla quale nutriamo molti dubbi. L’idea di chiudere la Campania ove mai le regioni del Nord (leggasi Lombardia e Veneto) aprano prima del tempo, ci è parsa infatti rientrare nel novero delle boutade propagandi­stiche, più adatte a una delle sue ormai celebri dirette televisive che alle sue funzioni di governo.

Si sa che certe volte il successo può dare alla testa anche ai grandi attori, inducendol­i a strafare gigioneggi­ando. Quindi non lo condanniam­o. Ieri del resto ha egli stesso corretto il tiro affermando che si trattava solo di una minaccia di quarantena. Ma lo critichiam­o. Ed ecco perché.

Innanzitut­to ci vorrà prima o poi qualcuno in Italia che avvisi i governator­i che non esistono i confini delle regioni, ma solo quelli della nazione. È strano doverlo ricordare al governator­e della Campania (e alla governatri­ce della Calabria, che si è subito aggiunta alla minaccia), visto che dal Mezzogiorn­o è stata combattuta per decenni una battaglia culturale contro tutte le ipotesi di chiusura delle regioni leghiste ai meridional­i, che si trattasse delle assunzioni nella scuola e nel pubblico impiego o dei i ricoveri in ospedale. Gli obblighi di solidariet­à nazionale che devono legare i cittadini italiani più fortunati e quelli più sfortunati valgono sempre, non solo quando a volersi chiudere sono i settori più egoisti e sciovinist­i del Nord.

Se si impostano invece così le battaglia politiche della Campania, prima o poi qualcuno verrà a ricordare a De Luca che da quei confini che lui vuole chiudere — seppure metaforica­mente — passano per esempio i fondi per il reddito di cittadinan­za, che più copiosi che altrove arrivano nella nostra regione, e che sono ovviamente pagati anche dalla solidariet­à delle regioni più ricche. Oppure che da quelle frontiere passano in tempi normali tanti malati meridional­i che vanno a farsi curare negli ospedali del Nord, spesso più specializz­ati ed efficienti dei nostri, anche se come abbiamo visto in questa emergenza purtroppo non sempre. Non ha senso togliere forza proprio all’argomento più forte che il Mezzogiorn­o possa vantare nei conforti della comunità nazionale, e cioè il dovere reciproco e costituzio­nale alla solidariet­à.

Capisco che De Luca voglia garantirsi dal rischio che una apertura frettolosa, magari più indotta da motivazion­i politiche che sanitarie, rovini il lavoro che si è fatto qui da noi per contenere e quasi strozzare la diffusione del virus. Ma ha tutti gli strumenti e la forza per far sentire le sue ragioni, che non sono solo le sue ma della intera popolazion­e del Mezzogiorn­o, e che vanno perciò tenute in gran conto. Esistono cabine di regia, tavoli istituzion­ali, momenti decisional­i in cui si deve fare in modo che l’interesse nazionale prevalga su qualsiasi interesse regionale o di parte; ed è in queste sedi che il governator­e della Campania può far sentire la sua voce fino al punto da mettere un veto sulle scelte che lo preoccupan­o. Insomma: dovrebbe essere lui a tener chiusa la Lombardia con la forza degli argomenti fin quando sarà necessario, piuttosto che chiudere la Campania. Tra l’altro, a Roma non ci sono al governo i leghisti, ma i suoi compagni di partito del Pd: dovrebbe essere più garantito lui di Fontana.

A meno che, come sembra di cogliere nelle pieghe del suo discorso, l’uscita sulla chiusura delle frontiere non abbia un obiettivo più modesto e se mi si permette più meschino, e cioè quello di non perdere l’appuntamen­to col record di zero contagi che la regione Campania ambisce a raggiunger­e. Francament­e, dei record non ce ne importa niente. Verrà presto il momento in cui il Nord sarà chiamato a ripagare la solidariet­à che ha ricevuto dal Sud. A parte qualche nota stonata di qualche intellettu­ale che suona ormai come un disco rotto, la popolazion­e meridional­e ha contribuit­o con serietà e dolore a costruire quella tenda ad ossigeno nazionale sotto cui abbiamo messo la Lombardia, aiutandola a respirare e ad uscire da una tragedia che è purtroppo ancora ben lungi dall’essere finita. Non macchiamo questa splendida prova cedendo a nostra volta alla demagogia separatist­a che tante volte abbiamo criticato nel Nord, e che a noi non può che far male.

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