Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Algoritmi e democrazia Dati da tutelare»
Caro direttore, colgo con sincero apprezzamento l’appello «Algoritmi e democrazia» di Sergio D’Angelo e Michele Mezza. Personalità che, per i rispettivi ruoli ed azioni, da tempo rivendicano la necessità di un’azione pubblica locale e nazionale finalizzata al governo dell’algoritmo quale bene comune e della proprietà collettiva di dati e conoscenza delle informazioni, presupposto essenziale per orientare scelte ed azioni di governo.
Consapevolezza che in queste settimane di grave emergenza pare disperdersi nelle scelte di enti locali e ministeri che con disarmante facilità, per mancanza di una adeguata regolamentazione legislativa a tutela e garanzia della privacy, rischiano di affidare alle grandi multinazionali della tecnologia le informazioni del bisogno e del contagio, della composizione delle comunità e dell’azione amministrativa, del lavoro per lo svolgimento dei propri servizi e per la tutela dei dipendenti in smart working.
Un’altra considerevole quota di dati di cittadinanza sensibili che si aggiunge alla quotidiana «profilazione degli utenti» operata dai colossi informatici, consegnando una aggiuntiva, ormai totale, quota di potere a chi diviene ormai nel mondo punto di riferimento per le presidenziali Usa, vedi scandalo di Cambridge Analitica, così come per le elezioni Europee e nazionali. Un gigantesco potere che si alimenta sulla percezione degli amministratori pubblici di agire in assenza di altre alternative.
Tale monopolio opera in spregio alle garanzie individuali e collettive, pur fissate a livello europeo come opportunamente sottolineato nell’appello di D’Angelo e Mezza, ed anche oltre la normativa nazionale che pareva voler preferire l’open source, quali software liberi, per le pubbliche amministrazioni. Per questo motivo ho anche attivato, in qualità di presidente del Consiglio comunale, una intensa corrispondenza con il dirigente comunale ai servizi informatici per richiedere agli organi amministrativi e di governo del Comune di Napoli ad una maggiore vigilanza sui pericoli ai quali si espone con i nuovi atti amministrativi per la gestione dell’emergenza sanitaria.
Ma è del tutto chiaro che la tematica richiede un’ampia discussione locale e nazionale cui in tanti siamo chiamati a dare un contributo a partire dalla positiva attenzione espressa dal vostro giornale all’appello a tutela delle garanzie costituzionali. Nel mio agire istituzionale, nella qualità di coordinatore nazionale dei Consigli comunali d’Italia dell’Anci Associazione Nazionale Comuni Italiani, mi impegnerò a promuovere da subito una riflessione attiva e partecipata con i componenti del direttivo nazionale, che si svolgerà in video conferenza. Lo stesso Direttivo ha la partecipazione di Presidenti di consigli comunali di decine di capoluoghi di provincia e confido possa impegnare il sempre attivo Presidente Decaro, sindaco di Bari, a rappresentare criticità e proposte al Governo nazionale.
Confido ulteriormente che la sensibilità espressa dal Presidente della Camera Roberto Fico sul tema dei beni comuni e sul ruolo delle assemblee elettive possa indirizzare il confronto politico, con l’affermazione del valore degli algoritmi e dei big data quali importanti beni comuni, verso una rinnovata e più incisiva attenzione all’ormai ineludibile conflitto tra proprietà dei dati, utilizzo privato e pubblico dell’elaborazione e tutela della democrazia e dei diritti costituzionali. Questo lavoro può partire dalla nostra realtà pur in un momento di apprensione e crisi sanitaria ed economica; sarebbe seriamente dannoso se l’attuale e drammatica difficoltà ci spingesse a tralasciare il tema della tutela dei diritti individuali e della privacy e a non considerarlo prioritario. Potremmo tutti ripartire ma essere tutti poi più fragili.
Mi sento allora di sostenere la proposta che in tutti gli enti territoriali, in ambito nazionale, affinchè vi sia una vera e propria programmazione di tali attività attraverso un piano regolatore della comunicazione invocato da tempo dagli autori e sostenuto dal direttore del Cielm (Coordinamento Internazionale Enti Locali Mediterranei) Giacomo Serafini, e affinchè ogni Comune provveda all’istituzione di un Commissario dei dati, perché nulla possa sfuggire o tralasciato e nulla possa essere ceduto. Mi faccio carico a partire dal Consiglio Comunale di Napoli di avanzare tali proposte ben consapevole che nel campo del governo dei dati come in quello dell’emergenza sanitaria e della crisi economica c’è bisogno della migliore e più qualificata collaborazione di tutte le istituzioni.