Corriere del Mezzogiorno (Campania)

SVOLTA NORDISTA IN CONFINDUST­RIA? NO, ESEMPIO DI COESIONE NAZIONALE

- di Claudio De Vincenti

La «sfida tremenda» posta dalla «voragine» produttiva innescata dal coronaviru­s richiederà da parte del mondo imprendito­riale lo stesso impegno e la stessa «passione civile» degli anni della «ricostruzi­one» postbellic­a: queste le prime parole con cui Carlo Bonomi ha esordito giovedì scorso da Presidente designato di Confindust­ria. Una ricostruzi­one che passò allora in misura molto significat­iva per l’infrastrut­turazione e l’industrial­izzazione del Mezzogiorn­o e la riduzione del divario economico e sociale con il Centro-Nord, riduzione purtroppo fermatasi a metà degli anni Settanta. E oggi?

Naturalmen­te molto dipenderà dalla capacità della politica e delle istituzion­i a tutti i livelli — nazionale, regionale e locale — di indicare una strategia all’altezza della «sfida tremenda» e di essere fattore di promozione attiva, e non di blocco, dell’impegno di tutte le forze positive presenti nella società italiana, al Nord come al Sud. Ma molto dipenderà anche dalla capacità di ognuna delle componenti della società civile di mettersi in gioco autonomame­nte, senza attendere alcun deus ex machina, semmai sollecitan­do con la propria iniziativa la politica e le istituzion­i a fare il necessario salto di qualità.

È quanto, del resto, Bonomi aveva indicato nel programma presentato nei mesi scorsi, laddove parlava di ascolto e interlocuz­ione con i sindacati, con il mondo della ricerca, della scuola, dell’università, con il terzo settore, in sintesi con tutti i cosiddetti corpi intermedi che «possono avere più buon senso e migliore volontà politica per dare risposte concrete alle sfide che ci aspettano».

Se si muoverà in questa direzione, il Presidente designato incontrerà presto anche le energie vive che percorrono il Mezzogiorn­o e che riconoscer­à facilmente come parte integrante di quella «Filiera Futuro, incentrata su lavoro, giovani, donne, tecnologia e sostenibil­ità» di cui parla il suo programma. Sono le imprese, i lavoratori, i giovani, le associazio­ni, i centri di ricerca, le istituzion­i culturali, che con impegno ostinato e lavoro quotidiano costruisco­no, in condizioni più difficili che nel resto d’Italia, un futuro migliore per le loro comunità e per il Paese tutto.

Un insieme di forze su cui l’Italia deve fare leva se vuole cogliere una occasione storica che le sta davanti e che può essere di importanza decisiva per la stessa ricostruzi­one post-coronaviru­s. Parlo della nuova centralità del Mediterran­eo nella riconfigur­azione in corso delle relazioni economiche internazio­nali: per i flussi di merci e di investimen­to che derivano dallo sviluppo delle economie asiatiche e dal raddoppio del canale di Suez; per le necessità di crescita del continente africano con gli sbocchi connessi di mercato e di investimen­to.

In questo quadro, l’Unione Europea si trova e ancor più si troverà di fronte a nuove sfide strategich­e: quella di saper interagire alla pari con la Cina lungo la Via della Seta e quella di essere presente in Africa con grandi investimen­ti per lo sviluppo. E il Mezzogiorn­o sarà chiamato a essere piattaform­a logistica e produttiva per questa proiezione dell’Europa verso Sud.

Per cogliere questa occasione storica ci sarà bisogno di un impegno corale del Paese intero, rinnovando quella «idea dell’Italia» cui

Bonomi faceva riferiment­o all’Assemblea di Assolombar­da il 3 ottobre scorso e che, nelle sue parole, «unisce tutti in un grande patrimonio condiviso... dall’Alto Adige alla Sicilia».

Parole chiare che fanno giustizia di qualche interpreta­zione forzata circa una pretesa «riconquist­a» settentrio­nale dell’Associazio­ne degli industrial­i.

Un impegno corale che — senza naturalmen­te sottovalut­are l’importanza decisiva delle politiche pubbliche di sviluppo infrastrut­turale e attrazione degli investimen­ti — passa in modo essenziale, voglio sottolinea­rlo, per l’interazion­e tra aziende del Nord e del Sud lungo le filiere produttive e commercial­i, gli assi e gli snodi della logistica, l’interscamb­io di capacità innovative e imprendito­riali. E passa per un’azione di scouting da parte delle imprese riguardo alle opportunit­à di investimen­to e di sviluppo che nel Mezzogiorn­o possono aprirsi.

Sono temi, questi, su cui Confindust­ria ha già cominciato a lavorare sotto la Presidenza di Vincenzo Boccia: il passaggio di testimone da un imprendito­re del Sud a un imprendito­re del Nord ha il valore di una staffetta tra esponenti di quel patrimonio condiviso, fatto di sensibilit­à diverse ma interdipen­denti, che costituisc­e la radice forte della nostra coesione nazionale. Al neo Presidente i più sinceri auguri di buon lavoro.

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