Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il calcio può e deve aspettare»

Ciro Ferrara, la sua maglia di Maradona all’asta vale già 16 mila euro. «Ripartire sì, ma in totale sicurezza»

- Donato Martucci

NAPOLI «Caro Ciro, amico e compagno fedele. Ricordo ancora il tuo esordio in Nazionale. Proprio contro di me, contro la mia Argentina. Sono contento che la maglia che ti regalai 33 anni fa adesso possa aiutare il nostro popolo in un momento così difficile. Napoli e i napoletani, la mia seconda casa, la mia gente. Je Sto Vicino A Te! E a tutti voi, insieme alla Fondazione Cannavaro Ferrara».

Con queste parole su Instagram. Maradona ha voluto contribuir­e all’asta benefica che la fondazione Cannavaro Ferrara ha ideato per aiutare le famiglie napoletane in difficoltà in piena emergenza coronaviru­s. L’ex difensore azzurro, 53 anni, dal 2005 porta avanti insieme ai fratelli Cannavaro molte attività benefiche. Il legame con la sua Napoli resta molto solido.Ferrara, l’asta va alla grande: a sei giorni dal termine è stata già raggiunta la cifra di 32.000 euro. «In questi anni di attività della fondazione abbiamo donato due ambulanze. A quest’ iniziativa partecipan­o tanti amici, ex calciatori e altri che ancora giocano. E’ stata una cosa venuta dal cuore: ognuno di noi ha donato una maglia cui era emotivamen­te legato».

Qualcuno le ha dato del matto. Si è privato di un cimelio storico che al momento è arrivato alla cifra di 16.000 euro.

«Non me ne sarei mai separato, ma per una causa nobile è stato giusto farlo. Il messaggio di Diego poi ha impreziosi­to ancora di più quest’asta: non avevo dubbi e ha dimostrato la grandezza della persona. La divisa del mio esordio in Nazionale l’avrei voluta regalare a mio nipote. Fra una decina di giorni divento nonno: mia figlia metterà al mondo un bel maschietto».

La pandemia ha messo in ginocchio anche lo sport, soprattutt­o quello di base.

«Ho cominciato dalle giovanili e so cosa significan­o i sacrifici delle scuole calcio. Sono in una chat di ex ragazzi degli allievi e della Primavera del Napoli: mi descrivono una situazione drammatica. Continuare a fare sport sarà un dovere per le famiglie e anche il Governo dovrà dare aiuti più concreti a tutte le associazio­ni».

Lei abita a Torino, in Piemonte

si è ancora in piena emergenza.

«La scorsa settimana è stata una delle peggiori. Sono in continuo contatto con i miei genitori a Napoli e per fortuna ci sono delle eccellenza come il Cotugno. La gestione in Campania è stata ottima».

In questo periodo si fa fatica a parlare di calcio. Eppure si vuole a tutti i costi ricomincia­re.

«Per quanto mi riguarda il calcio passa in secondo piano. Di fronte alla vita e alla salute delle persone le chiacchier­e stanno a zero. Dovremo abituarci a cambiare alcune abitudini e poi torneremo a parlare di calcio che è la nostra vita. Si ripartirà, ma tutto a suo tempo e con la dovuta sicurezza per gli atleti: questo sarà fondamenta­le».

Il Napoli prima dello stop aveva ritrovato il passo giusto grazie alla gestione Gattuso.

«L’ho sentito proprio la settimana scorsa. E’ un ragazzo a cui sono molto legato. Un uomo del Sud che riesce a tracon smettere le sue idee e i suoi valori. Non nascondo di essere molto legato anche a Carlo Ancelotti che è stato mio compagno in nazionale. Mi è dispiaciut­o per come sia finita la vicenda. Stava comunque ridando vigore a una squadra che non riusciva più a reagire. Ora mi auguro che il Napoli con Gattuso riesca a ritornare al passo delle grandi: è sulla buona strada e in ottime mani».

” Sono sempre in contatto con i miei genitori a Napoli per fortuna ci sono eccellenze come il Cotugno La gestione della emergenza in Campania è stata ottima

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