Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Napoli femminile fermo «Ma la serie A ci spetta e siamo pronti a tutto»
Tripodi: «Progetto avviato. Il Cus stadio possibile»
La gestione della fase 2 dell’emergenza Covid è un concetto che nel calcio è ancora abbastanza incerto. Lo è per i professionisti, ma molto di più per quel mondo, il calcio femminile, ancorato sia pur soltanto formalmente al dilettantismo, ma che di fatto appassiona e coinvolge centinaia di migliaia di persone. Intorno al quale si è creato un grande movimento. Il Napoli femminile è una realtà abbastanza solida nel campionato di serie B, la squadra prima del lockdown viaggiava spedita verso la promozione e con la forza di una società sana, presieduta da Lello Carlino, e di un azionariato coinvolto nel progetto, metteva le basi per il grande salto. E adesso? Francesco Tripodi, amministratore delegato del club, non si nasconde: «Sono affranto, anche depresso. Come e chi gestisce la nostra ripresa?». Un interrogativo che si pongono anche i club di serie A, ma soprattutto quelli della cadetteria con i quali il Napoli femminile ha avviato una discussione sul futuro. Insieme entro il 21 presenteranno una proposta univoca alla Federazione, aspettando le decisioni. Qual è l’orientamento? «Prima la premessa - spiega Tripodi -. Il calcio femminile vive anche con gli sponsor e in assenza di prestazioni i contratti si sono tutti risolti. Noi siamo riusciti a garantire ai nostri dipendenti, alle nostre calciatrici stipendi e assistenza. Ma poi c’è un limite oltre il quale non potremmo andare. Si riprende? E come? Quale sostegno c’è per noi? Meglio chiarire che tecnicamente mancano le possibilità per tornare in campo. Detto questo siamo pronti a riprendere questo campionato a ottobre, con regole che siano uguali per tutti: ogni squadra continuerà il suo percorso la rosa che oggi ha a disposizione». Sembra più plausibile però l’ipotesi che il campionato finisca qui. Oggi. «Ci piacerebbe che la serie A fosse decretata sul campo, ma se così non potrà essere - aggiunge Tripodi - siamo pronti a tutto affinchè non ci venga tolto nulla. Il nostro primato è intoccabile, insomma. Eravamo in testa alla quattordicesima giornata, quando tutte le squadre avevano giocato lo stesso numero di gare. Credo sia sacrosanta la promozione. Si potrebbe dunque immaginare un campionato prossimo a 14 squadre, senza retrocessioni. É l’orientamento di tutti».
Il Napoli femminile è un progetto ben avviato, già pronto alla serie A. Per il quale il sostegno degli sponsor (come per tutto il calcio in rosa) è fondamentale. Francesco Tripodi è ottimista e anche lungimirante: «Pronta la cittadella sportiva alla Schiana a Pozzuoli per gli allenamenti, per lo stadio ci è stato assegnato il Signorini (Caduti di Brema) a San Giovanni. Ma il sogno nel cassetto è tornare al Cus. Ipotesi alla quale lavoriamo».