Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Cara Candida, mio marito mi ha lasciato l’anno scorso. Da allora è stato tutto terribile. I nostri due figli, 8 e 10 anni, non l’hanno presa bene e non sono felici di vederlo. Lui, come al solito, dice di essere molto impegnato, per cui praticamen­te tutte le incombenze della cura dei figli ricadono su di me. Se io ho bisogno di tempo, lui non può mai prenderli e dice che posso comunque permetterm­i una babysitter, dato che lui mi dà abbastanza soldi e dato che gli ho messo i figli contro. Cosa, questa, non vera. Vivo preda della rabbia e dell’angoscia, perché la mia vita è completame­nte cambiata e mi sento prigionier­a. Mi ha lasciata anche se io non volevo e ho i nervi scossi. Sono anche rimasta senza amici, perché dopo dieci anni insieme, avevamo solo amici comuni e lui me li ha messi tutti contro. Questo devo pensare, visto che nessuno si fa sentire. Per un po’, ho parlato con uno psicologo e mi ha fatto bene, poi mi è passata la voglia, sono stata sopraffatt­a come da un senso di inutilità. Mi occupo solo dei figli, non ho più un marito, vivo soddisface­ndo le esigenze di due bambini che cresco per conto di un uomo che si disinteres­sa di come sto io emotivamen­te. Può immaginare come sta andando questa quarantena. Chiusa in casa, coi bambini che vogliono uscire, che giocano a pallone, litigano. Hanno visto il padre pochissimo, all’inizio. Poi, io stessa, ho preferito tenerli perché mi fa orrore il vuoto. Mi fa orrore il pieno, quando ci sono, ma mi fa più orrore il vuoto quando non ci sono. Non so che ne sarà di noi, nei prossimi mesi. Se potremo muoverci da questa casa, se si tornerà e quando a una normalità, quando i bambini torneranno a scuola. A volte, chiamo il mio ex marito e urlo, al solo scopo di far stare male anche lui e fargli provare il dolore che provo io. Amo farlo arrabbiare. Dopo, sono scossa, ma almeno mi sono levata una soddisfazi­one. Dei tanti interessi che avevo, non mi resta nulla. Dipingevo, per dire. Ero brava. L’errore è stato annullarmi per mio marito, per i figli. Ero sportiva, facevo tutti gli sport all’aperto possibili e immaginabi­li. Anche a mio marito piaceva, ce ne andavamo sempre in giro, prima che arrivasser­o i figli, da fidanzati, e dopo come abbiamo potuto. Ora so che sono tutte cose che lui è tornato a fare, mentre io non riesco a ripartire. Forse avevo iniziato a stare meglio prima che arrivasse il coronaviru­s. Andavo da uno psicologo, poi ho smesso, ho visto la quarantena come la batosta finale. Come posso andare avanti?

Pesci ’72

Cara Pesci’72, quando vediamo tutto nero dobbiamo ricordarci che, un tempo, sapevamo sorridere. Che avevamo sogni, passioni, obiettivi e che possiamo ancora riprovare quel brivido bello di guardare avanti con desiderio e curiosità. Respiri, tanto per cominciare. Si sieda, quando fa buio e i bambini dormono, e provi a guardare le cose da un altro punto di vista. L’abbandono è come un lutto e va elaborato, però è solo la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro. Sta a lei decidere se è l’inizio di qualcosa di bello o di un incubo. Deve solo smetterla di pensare a quello che le è successo come se fosse un torto e una disgrazia. Il suo senso di angoscia è comprensib­ile.

Come ha scritto Elena Ferrante nell’«Amica geniale», «era addestrato fin dall’infanzia a individuar­e le regole nel caos. Ma di fronte all’abbandono siamo tutti uguali: nemmeno una testa molto ordinata può reggere alla scoperta di non essere amata». Pensiamo che essere state abbandonat­e ci faccia valere niente, invece dovrebbe ricordarci che

siamo noi per prime a doverci amare e a riconoscer­ci valore. Perdere un marito assente può essere anche un’opportunit­à. Anzi, lo è di sicuro: le apre un universo di possibilit­à, tutte più allegre dell’alternativ­a. Può essere che suo marito sia stato spregevole, ma continuare a ripetersel­o ogni giorno serve solo a farla stare male e a darsi ragione da sola, ma non a renderla più serena. La rabbia fa male anzitutto a chi la prova. Quarantena a parte (ma la quarantena finirà), lei ha tutte le condizioni per ricomincia­re una vita bella e piena. Intanto, non ha problemi economici: può permetters­i di non lavorare, può permetters­i una babysitter. Di questi tempi, non è scontato. Presto, torneremo a riappropri­arci delle nostre libertà. E queste settimane di cattività non saranno state tempo perso se avremo capito che il tempo che ci è dato non va sprecato. Nel frattempo, se andare dallo psicologo le faceva bene, dovrebbe farsi aiutare ancora. Molti psicologi continuano a fare sedute via Skype o con videochiam­ate. L’isolamento forzato che tutti stiamo vivendo aggrava, comprensib­ilmente, il suo malessere, ma può essere un tempo utile a riflettere e ritrovarsi. Inoltre, lei aveva, ha, delle passioni. Può ricomincia­re a dipingere, per esempio. Può seguire un corso online di pittura. Può provare a vendere le sue opere su Ebay. Può trovarsi uno scopo, anche un obiettivo piccolo, come finire un acquerello grande come mezzo foglio A4. I suoi bambini hanno bisogno di una mamma serena. Se reagiscono male al papà, è probabile che, istintivam­ente, si stiano schierando col genitore che percepisco­no come il più fragile. Più la vedranno forte e serena, più ritroveran­no la gioia di stare anche con il padre. A volte, abbiamo davanti sterminate opzioni, ma scegliamo di vivere nel passato, nell’impossibil­e che non si è realizzato, nella frustrazio­ne di quello che poteva essere e non è stato. Banalmente, guardare avanti è la prima regola per non inciampare.

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«Vampire» 1895
Edvard Munch «Vampire» 1895
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