Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fiorduva 2018, che potenzialità!
Due anni fa esaltavo le virtù eroiche del Fiorduva 2016. In piena emergenza coronavirus mi ritrovo a parlarvi del vino del millesimo 2018, commercializzato con leggero anticipo rispetto all’uscita classica prevista generalmente ai primi di giugno, giusto in tempo per alimentare il sistema della ristorazione di qualità nel corso della stagione estiva. Il Fiorduva è un brand nel brand (Marisa Cuomo). È senza dubbio alcuno l’etichetta campana maggiormente amata dagli enologi di tutto il mondo, forse a pari merito col Taurasi di Mastroberardino. Ma il rapporto col mercato di questo fuoriclasse, che davvero racconta tutti i colori e i profumi della Costiera amalfitana, è naturalmente sbilanciato. Tantissima richiesta che solo 20 mila bottiglie in media non riescono a soddisfare. Un vino di successo. Dietro il quale ci sono tante persone. Andrea Ferraioli, il comandante in capo, determinato e umile, instancabile e ottimista. Sempre. Sua Moglie Marisa Cuomo, non dà solo il nome all’azienda. Ne è l’anima di acciaio. E poi Raffaele e Dora, la nuova generazione. Ma come dimenticare il ruolo fondamentale dell’amico Luigi Moio. Il prof che ha seguito e suggerito l’evoluzione della cantina di Furore?
E allora questo nuovo Fiorduva? Un po’ acerbetto, sì. Per il momento, almeno. Ma con potenzialità evolutive notevolissime. E poi, che eleganza: la cifra distintiva di questo vino. Paglierino carico con riflessi dorati che ricordano il sole di questa primavera oscenamente radiosa. Consistente. Ti fa respirare le erbe aromatiche, tra le quali spiccano il timo e il rosmarino, gli agrumi (arance amare e mandarino giapponese), l’albicocca secca, la roccia. In bocca presenta un equilibrio in divenire. Eppure il sorso è già così piacevole. Nel lungo finale, agrumi e miele. Per i crostacei alla catalana.