Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Lucia Fortini: «Sarebbe meglio riaprire le scuole a ottobre»
«Noi delegati regionali all’Istruzione abbiamo notato una mancanza di indirizzo da parte del governo L’idea è promuovere tutti e far recuperare chi ha debiti»
NAPOLI Addio scuola. Almeno fino a settembre. Se non addirittura ad ottobre. «Non sarebbe male ripristinare il calendario di una volta, quando si tornava tra i banchi ad ottobre. Anche perché sono contraria all’apertura anticipata delle scuole al 1 settembre».
Lucia Fortini, assessore regionale all’istruzione, alle politiche giovanili e sociali, ripete che «in casi come questo,
con una emergenza sanitaria così complicata, non bisogna lasciarsi prendere dall’ansia».
Quale ansia?
«L’ansia di tornare al più presto a scuola per recuperare il tempo perso».
Beh, si è perso parecchio tempo, anche perché connettere gli studenti da remoto con la scuola ed i docenti non è stato sempre facile.
«Assolutamente no. Anzi, la didattica a distanza alla fine ci ha insegnato che in molti casi può addirittura diventare un moltiplicatore di gap socio-economici. Quante famiglie si sono trovate disorientate? Dico: anche sul piano culturale, poiché una cosa è avere genitori in smart working che danno una mano ai figli impegnati nelle lezioni da remoto ed un’altra è vivere in ambienti nei quali si perdono gli stimoli più elementari: quegli stessi che, invece, a scuola, nel rapporto ravvicinato con l’insegnante, non mancano».
Perciò ci sono le istituzioni. La Regione cosa ha fatto?
«Abbiamo stanziato 21 milioni di euro per acquisto tablet e pc. Alle scuole, poi, sono giunti altri finanziamenti e sono stati adoperati man mano. Ma l’emergenza è caduta addosso a tutti, mondo scolastico compreso».
Quali sono le altre criticità che ha avuto modo di verificare in questo lungo periodo di quarantena?
«Noi assessori regionali all’istruzione abbiamo avvertito l’assenza di un indirizzo nazionale concreto. Siamo stati convocati dal ministro Azzolina soltanto una decina di giorni fa. Senza un raccordo, un orientamento da condividere, per esempio, sulle modalità delle valutazioni scolastiche. Anzi, spesso si è pensato a produrre commenti invece che atti, come quando si è lasciato intendere che sarebbero stati tutti promossi. È stato favorito un clima da rompete le righe! Non credo abbia fatto bene all’ambiente».
Invece, come finirà l’anno scolastico?
«L’orientamento è quello di promuovere tutti e di far recuperare qualche debito a settembre. Del resto, con la didattica a distanza come si fa a dare una valutazione obiettiva sul grado di apprendimento dell’allievo?».
Quindi, possiamo affermare che l’anno scolastico in Campania è terminato?
«Non ci sono i margini temporali e di sicurezza per tornare tra i banchi. Anche perché bisognerebbe rientrare in classe a metà maggio e soltanto per pochi giorni. Forse sarà consentito esclusivamente agli studenti che dovranno affrontare l’esame di maturità, giusto per ritrovarsi con gli insegnanti e prepararsi alle prove».
Non è uno smacco per l’istruzione?
«Credo che i ragazzi abbiano imparato comunque molto da questa esperienza. D’altronde, non si recuperano facilmente tre mesi: c’è bisogno di sedimentare i concetti appresi per formare una coscienza critica. Con la didattica a distanza abbiamo messo sotto stress un intero corpo docente, ma non è quello il rapporto più corretto ed efficace per accompagnare i ragazzi nel percorso formativo».
A settembre, in Campania, sarete anche in piena campagna elettorale per il voto regionale ed amministrativo. Come si farà con la riapertura?
«Infatti, sarà un problema. Le Regioni vorrebbero aprire le scuole il 14 settembre. Tuttavia, la prossima estate non credo che sarà come quelle che ci siamo lasciati alle spalle. Non mi dispiacerebbe fissare la data della riapertura per i primi giorni di ottobre. Il problema è rimanere nei 200 giorni di calendario scolastico».
” Didattica a distanza Funziona anche se è uno strumento nuovo che potrebbe provocare disparità sociali Molti ragazzi poveri non hanno gli strumenti adatti per seguire le lezioni on line
Per evitare questo abbiamo sbloccato 21 milioni di euro da utilizzare nell’acquisto di tablet per aiutare questi alunni
Se c’è necessità di recuperare giorni potreste ridurre quelli delle festività natalizie?
«Potrebbe essere una ipotesi, sebbene non è che si recuperi poi tanto. Di solito, le attività vengono interrotte il 23 dicembre per riprendere dopo il 6 gennaio».
Cosa ci ha insegnato di buono questa lunga esperienza senza banchi, senza rapporto fisico con la scuola e con un gap tra famiglie, come dice lei, che è anche tecnologico ?
«Andrebbe sviluppata una riflessione sulle buone pratiche che abbiamo attuato e sulle criticità emerse. Qualunque attività ha dovuto fare i conti con una condizione sociale che in Campania non è delle più incoraggianti. Ma bisogna far tesoro di tutto per poter guardare in faccia il futuro».