Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La guerra Nord-Sud? Sì, sulla politica economica
No, caro Zaia, non è in atto una guerra del Sud contro il Nord, ma una resa dei conti tra orgoglio e pregiudizio.
Tra il vostro pregiudizio ed il nostro orgoglio ritrovato. Il pregiudizio verso i napoletani ed i meridionali in genere è un fatto acclarato. Oggi i napoletani ed i meridionali, che con comportamenti rispettosi hanno saputo tenere alla larga il coronavirus che si è sviluppato al nord, mostrano un legittimo sentimento di orgoglio.
L’orgoglio di mostrare quello che siamo: gente che nei momenti di guerra sa combattere. Il tema quindi non è di tirare su dei confini impossibili ma di mantenere
il risultato positivo ottenuto nel Mezzogiorno, con ogni strumento utile e necessario. Non vi è quindi nessuna guerra tra Nord e Sud, ma una legittima preoccupazione del sud rispetto al problema serio che ancora esiste al nord. Al pregiudizio storico verso i meridionali di molti settentrionali (che talvolta è sfociato in un razzismo neanche troppo larvato) oggi il Sud risponde con l’orgoglio di aver (quasi) vinto una guerra con rigore e serietà. Una vittoria per molti inaspettata ed inspiegabile; e proprio per questo ancora più importante e da rimarcare. Con orgoglio sì, ma anche con dignità.
E qui sta il punto, non perdere mai la dignità, non trascendere mai in uno stupido ed insostenibile razzismo di ritorno. Qualcuno accusa De Luca di essere contro la Lombardia. Spesso l’accusa parte dalle stesse persone che sino a ieri accusavano De Luca di essere troppo amico dei leghisti.
La verità è molto più semplice: nessuno vuole fare la guerra al lombardo-veneto, nessuno mette in discussione l’efficienza di Milano. Tanto meno De Luca che in tante occasioni pubbliche non ha mai nascosto la sua ammirazione per l’efficienza lombarda. Nessuna guerra quindi. Ma rivendicare con orgoglio il risultato ottenuto e non rischiare di metterlo in discussione per una comprensibile ma censurabile ansia di prestazione da parte delle regioni del Nord.
Questa ansia di prestazione ha purtroppo già fatto migliaia di vittime al nord e determinato centinaia di morti anche al sud. Il lavoro, la produzione, va bene. Ma prima la vita. Ecco, allora immagino che il professor Bellavista direbbe a Cazzaniga: «Uomini di libertà (e di lavoro) aspettate ancora un attimo, prendete esempio dagli uomini d’amore, che per amore della vita hanno mostrato di saper diventare efficienti nel rispetto delle regole». Chiusi in case piccole, in vicoli stretti, è calato il silenzio. Un silenzio commovente ed a tratti irreale per un popolo rumoroso ed un po’ anarchico come quello napoletano.
Orgoglio si dunque, come legittima risposta al pregiudizio. Ma con dignità e rispetto. Rispetto per i nostri fratelli lombardi, che hanno vissuto momenti drammatici. Siamo italiani prima di essere napoletani e milanesi. Ed i milanesi hanno in gran parte sangue meridionale. Rispetto per noi stessi, abbastanza intelligenti da capire che non siamo indipendenti, che abbiamo bisogno di Milano e del Nord come l’aria; e chi dimentica questo o è in malafede o veramente è cretino.
Condivido quindi Antonio Polito quando dice: non macchiamo la splendida prova offerta dalla Campania «cedendo a nostra volta alla demagogia separatista che tante volte abbiamo criticato nel nord e che a noi non può fare che male». Questo invito, però, dovrebbe rivolgerlo, credo, non a De Luca ma a qualcun altro, che sulle illusioni separatiste ed autonomiste ha costruito la sua carriera politica a tutto svantaggio degli interessi reali dei napoletani.
Amiamo quindi i nostri fratelli Lombardi. Verso di loro non possiamo che nutrire sentimenti di solidarietà e rispetto. Siamo persone d’amore, il nostro dna è in contrasto con qualunque forma di razzismo. Nessuna secessione, piuttosto è giunto il momento di rivendicare una sostanziale parità di diritti tra cittadini del Nord e del Sud. Integrazione quindi, altro che secessione. Via i pregiudizi e con orgoglio rivendichiamo semplicemente ed a voce alta i nostri diritti. Partendo dalle scelte nazionali di politica economica e finanziaria di distribuzione delle risorse. La guerra su questo tema enorme è già aperta: del Nord contro il Sud.