Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Algoritmi e democrazia, le proposte dei sindacati
L’emergenza Covid-19 non è ancora terminata eppure si comincia a intravedere una timida linea di uscita.
Con il dibattito che tende a spostarsi su quello che sarà dopo, a partire probabilmente dalle prime riaperture.
È chiaro che la cosiddetta fase 2 non sarà semplice e continuerà a richiedere a cittadini e lavoratori una enorme prova di responsabilità. Attori sociali e istituzioni devono però continuare a progettare gli scenari dell’immediato sui diversi piani. Abbiamo iniziato a farlo nelle scorse settimane col Comune di Napoli condividendo e discutendo le proposte per il rilancio economico e sociale della città a sostegno di lavoratori e imprese.
Nei giorni scorsi, Michele Mezza e Sergio D’Angelo hanno lanciato nel dibattito — da queste colonne — uno dei punti dirimenti di questa exit strategy, il controllo e l’utilizzo dei dati.
Cgil, Cisl e Uil già da diverso tempo avevano iniziato un percorso col Comune di Napoli per ragionare degli impatti che le nuove tecnologie, indotte per lo più da attori esterni come le piattaforme digitali, stanno avendo sulle nostre città.
Per questo avevamo elaborato e inviato al sindaco di Napoli una piattaforma ambiziosa volta a creare un dialogo con attori sociali della città per condividere strategie per gestire in modo sostenibili questi fenomeni e per riaffermare un ruolo delle città su questa decisiva partita.
Già da tempo in alcune delle metropoli più colpite da questi fenomeni, come Parigi, Londra e San Francisco, si è aperto un dibattito profondo sulla perdita di sovranità delle città a favore di queste grandi piattaforme che condizionano pezzi importanti del loro sviluppo. Ridare autorità ai decisori politici, riaffermare la sovranità dei cittadini e costruire processi di più avanzata governance democratica sono i passaggi ineludibili di questo dibattito.
È dunque non solo possibile ma realistico un protagonismo delle città e della politica che le rappresenta verso i soggetti di questo nuovo capitalismo, non solo nell’accettare passivamente le loro innovazioni, ma per piegare le innovazioni verso le domande sociali della popolazione, nella logica di porre rimedio alle distorsioni e alle disuguaglianze che lasciate alle loro decisioni, ammantate sotto l’intelligenza degli algoritmi, esse inevitabilmente generano.
Riteniamo imprescindibile che i soggetti pubblici, eletti democraticamente ed espressione degli interessi diffusi della cittadinanza, si assumano la responsabilità di aprire una negoziazione e una contrattazione con i soggetti privati.
Qui entra in gioco però il tema decisivo della piena e trasparente condivisione dei dati, utilizzando le possibilità enormi offerte dalle nuove tecnologie, ma anche aprendo un nuovo orizzonte, quello dell’affermazione dei dati dei cittadini come bene comune.
Oggi più che mai i dati diventano non sono elemento di piena attuazione della democrazia in epoca digitale ma, non è esagerato dirlo, questione di sopravvivenza. Possiamo permettere che le grandi piattaforme continuino a pensare i nostri dati relativi a spostamenti, acquisti, interazioni sociali una loro proprietà o è questo il momento per chiedere loro di aprire quelle banche dati e di permetterci di utilizzarle per la salute pubblica?
Per questo al Comune di Napoli Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto nella loro piattaforma di aprire un confronto, partendo dall’esperienza già elaborata in alcuni grandi città, quella della Sharing City Alliance, volta a costruire un fronte internazionale delle città per intervenire sulle istituzioni nazionali e internazionali per avere nuove regole ma anche per avere un peso nei confronti dei grandi gruppi economici, ma con la consapevolezza che, oltre l’emergenza, dovremo ripensare profondamente gli stessi modelli produttivi, istituzionali, sociali e l’organizzazione delle nostre città, mettendo al centro di tutto le persone, il lavoro e i suoi diritti, il ruolo dello Stato. In particolare, abbiamo chiesto al Comune di Napoli: di pianificare insieme, alla stregua di nuovo piano regolatore, lo sviluppo delle reti digitali con particolare riferimento allo sviluppo e all’implementazione della rete 5G; di sviluppare le banche dati pubbliche nella logica degli Open Data, allo scopo di implementare i processi di condivisione e di partecipazione pubblica sui processi politici; di Adottare di linee guida, che definiscano la sovranità dei dati dei cittadini del Comune di Napoli attualmente detenuti dalle piattaforme digitali private e che ne affermino il carattere di bene pubblico.
Su questi temi si debba finalmente aprire un confronto aperto e partecipato a cui, per quel che ci riguarda, intendiamo dare il nostro contributo.
Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Napoli