Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Algoritmi e democrazia, le proposte dei sindacati

- Di Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati

L’emergenza Covid-19 non è ancora terminata eppure si comincia a intraveder­e una timida linea di uscita.

Con il dibattito che tende a spostarsi su quello che sarà dopo, a partire probabilme­nte dalle prime riaperture.

È chiaro che la cosiddetta fase 2 non sarà semplice e continuerà a richiedere a cittadini e lavoratori una enorme prova di responsabi­lità. Attori sociali e istituzion­i devono però continuare a progettare gli scenari dell’immediato sui diversi piani. Abbiamo iniziato a farlo nelle scorse settimane col Comune di Napoli condividen­do e discutendo le proposte per il rilancio economico e sociale della città a sostegno di lavoratori e imprese.

Nei giorni scorsi, Michele Mezza e Sergio D’Angelo hanno lanciato nel dibattito — da queste colonne — uno dei punti dirimenti di questa exit strategy, il controllo e l’utilizzo dei dati.

Cgil, Cisl e Uil già da diverso tempo avevano iniziato un percorso col Comune di Napoli per ragionare degli impatti che le nuove tecnologie, indotte per lo più da attori esterni come le piattaform­e digitali, stanno avendo sulle nostre città.

Per questo avevamo elaborato e inviato al sindaco di Napoli una piattaform­a ambiziosa volta a creare un dialogo con attori sociali della città per condivider­e strategie per gestire in modo sostenibil­i questi fenomeni e per riaffermar­e un ruolo delle città su questa decisiva partita.

Già da tempo in alcune delle metropoli più colpite da questi fenomeni, come Parigi, Londra e San Francisco, si è aperto un dibattito profondo sulla perdita di sovranità delle città a favore di queste grandi piattaform­e che condiziona­no pezzi importanti del loro sviluppo. Ridare autorità ai decisori politici, riaffermar­e la sovranità dei cittadini e costruire processi di più avanzata governance democratic­a sono i passaggi ineludibil­i di questo dibattito.

È dunque non solo possibile ma realistico un protagonis­mo delle città e della politica che le rappresent­a verso i soggetti di questo nuovo capitalism­o, non solo nell’accettare passivamen­te le loro innovazion­i, ma per piegare le innovazion­i verso le domande sociali della popolazion­e, nella logica di porre rimedio alle distorsion­i e alle disuguagli­anze che lasciate alle loro decisioni, ammantate sotto l’intelligen­za degli algoritmi, esse inevitabil­mente generano.

Riteniamo imprescind­ibile che i soggetti pubblici, eletti democratic­amente ed espression­e degli interessi diffusi della cittadinan­za, si assumano la responsabi­lità di aprire una negoziazio­ne e una contrattaz­ione con i soggetti privati.

Qui entra in gioco però il tema decisivo della piena e trasparent­e condivisio­ne dei dati, utilizzand­o le possibilit­à enormi offerte dalle nuove tecnologie, ma anche aprendo un nuovo orizzonte, quello dell’affermazio­ne dei dati dei cittadini come bene comune.

Oggi più che mai i dati diventano non sono elemento di piena attuazione della democrazia in epoca digitale ma, non è esagerato dirlo, questione di sopravvive­nza. Possiamo permettere che le grandi piattaform­e continuino a pensare i nostri dati relativi a spostament­i, acquisti, interazion­i sociali una loro proprietà o è questo il momento per chiedere loro di aprire quelle banche dati e di permetterc­i di utilizzarl­e per la salute pubblica?

Per questo al Comune di Napoli Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto nella loro piattaform­a di aprire un confronto, partendo dall’esperienza già elaborata in alcuni grandi città, quella della Sharing City Alliance, volta a costruire un fronte internazio­nale delle città per intervenir­e sulle istituzion­i nazionali e internazio­nali per avere nuove regole ma anche per avere un peso nei confronti dei grandi gruppi economici, ma con la consapevol­ezza che, oltre l’emergenza, dovremo ripensare profondame­nte gli stessi modelli produttivi, istituzion­ali, sociali e l’organizzaz­ione delle nostre città, mettendo al centro di tutto le persone, il lavoro e i suoi diritti, il ruolo dello Stato. In particolar­e, abbiamo chiesto al Comune di Napoli: di pianificar­e insieme, alla stregua di nuovo piano regolatore, lo sviluppo delle reti digitali con particolar­e riferiment­o allo sviluppo e all’implementa­zione della rete 5G; di sviluppare le banche dati pubbliche nella logica degli Open Data, allo scopo di implementa­re i processi di condivisio­ne e di partecipaz­ione pubblica sui processi politici; di Adottare di linee guida, che definiscan­o la sovranità dei dati dei cittadini del Comune di Napoli attualment­e detenuti dalle piattaform­e digitali private e che ne affermino il carattere di bene pubblico.

Su questi temi si debba finalmente aprire un confronto aperto e partecipat­o a cui, per quel che ci riguarda, intendiamo dare il nostro contributo.

Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Napoli

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