Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La doppia crisi del catering «Niente feste e niente aiuti»
Lucia e Benedetta Mozzillo, titolari di «Festeggiando» «Disdette fino al 2021, eppure noi continuiamo a pagare utenze, fitti, tasse e rate. Chiediamo maggiore chiarezza»
Hanno stile, questo è indubbio. Tanto da monopolizzare (o quasi) il settore napoletano del catering di un certo tipo. Ovvero quello legato agli eventi culturali e congressistici.
Benedetta e Lucia Mozzillo hanno allestito negli ultimi anni scenografici banchetti al San Carlo, nei musei, nelle gallerie d’arte, in molti luoghi prestigiosi, inventando temi, mescolando colori e decorazioni. La loro impresa, «Festeggiando», ora è ovviamente ferma. Eppure Lucia e Benedetta non sono state con le mani in mano nemmeno in quarantena, ma hanno preparato ogni giorno pasti per i senzatetto, aderendo alle iniziative lanciate dalla rivendita di tabacchi di piazza Trieste e Trento. All’inizio della fase 2 appare chiaro però che la crisi del loro campo sarà di non facile risoluzione.
«Il nostro settore», lamenta Lucia Mozzillo, «non viene nemmeno menzionato nei vari decreti del governo. Si parla di bar, ristoranti, ma mai di catering, un lavoro ancora molto spesso misconosciuto, specie qui al sud. Anche quando si parla di matrimoni, il pensiero va alla location, alla preparazione dell’evento, ma non a chi sfama gli invitati». Eppure i problemi sono evidenti: «La nostra ripresa potrà avvenire solo nel momento in cui non si parlerà più di distanziamento sociale. Il ristorante può anche mettere delle barriere in plexiglass ma l’evento e la cena di gala non sono proprio ipotizzabili in tempi di distanziamento sociale. Insomma, per tornare a lavorare dovremo aspettare la fine dell’emergenza, non ci sono mezze misure».
Niente feste, insomma, all’orizzonte. Nemmeno i più disinvolti nei confronti del coronavirus potrebbero immaginare in questo momento incontri con centinaia di persone, strette l’una all’altra tra chiacchiere e drink.
«Per i congressi è tutto bloccato, molti hanno spostato i loro calendari al 2021 o disdetto e basta. Per i matrimoni c’è maggiore flessibilità e speranza, diverse coppie hanno rimandato dalla primavera-estate all’autunno, ma in questa incertezza totale non si può programmare nulla».
I pochi dipendenti di Festeggiando sono in cassa interazione, «ma certamente non potremo far nulla per i circa 30 o 40 stagionali che lavoravano a chiamata. Ora sarebbe il momento che gli enti pubblici saldassero i loro debiti: alcuni ci devono pagare da due o tre anni. Noi non riceviamo nulla, ma restano i costi gestionali, le utenze, il fitto dei locali, le rate dei furgoni e perfino la tassa per la spazzatura per i nostri locali di Pozzuoli, che di fatto sono chiusi».
Quali sono allora le prospettive? «Noi aspettiamo un decreto più chiaro, abbiamo perso tutto quest’anno, quindi ci servono contributi a fondo perduto. Abbiamo sviluppato diversi business plan, il primo che ipotizza un ritorno in operatività a settembre, l’altro direttamente nel 2021».
Come vedono il loro futuro e quello del catering in generale le sorelle Mozzillo? «Siamo pessimiste. Soprattutto nel caso di aziende piccole, con una storia trentennale e pulita come la nostra».
Ma con tutti gli eventi realizzati in questi anni, «Festeggiando» non riesce a fronteggiare la crisi? «Il catering muove grossi importi, ma l’utile è basso. Qualche mese possiamo tirare avanti, ma non un anno intero. Noi abbiamo davvero un buon riscontro di pubblico, l’azienda va bene, è sana, ma i costi sono alti. Lo facciamo principalmente per passione. E nessuno parla del nostro tipo di impresa, perché non abbiamo dietro Federalberghi o Confindustria. Diciamolo chiaramente: con noi si fa festa, ma nei momenti di crisi siamo un segmento totalmente dimenticato».
Scenari
«Siamo pessimiste È difficile immaginare il futuro per un’azienda piccola, con storia trentennale e pulita come la nostra»