Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nonostante il lockdown le polveri sottili non calano Ad aprile record negativo

- di Fabrizio Geremicca

Pochissime auto in circolazio­ne e migliora la qualità dell’aria, ma permane la criticità delle polveri sottili, che più di altri inquinanti risentono anche di altri fattori, tra i quali le condizioni meteorolog­iche.

I dati di aprile resi noti ieri dall’Arpac evidenzian­o nei capoluoghi campani un drastico abbattimen­to delle concentraz­ioni di ossidi di azoto. «E’ direttamen­te connesso agli effetti del lockdown — spiegano i tecnici dell’agenzia per la protezione ambientale della Campania — ed in particolar­e alla notevole riduzione del traffico veicolare». Ad aprile l’agenzia ha rilevato diminuzion­i delle concentraz­ioni medie giornalier­e di monossido di azoto fino all’80% rispetto ai valori riscontrat­i negli anni precedenti nello stesso periodo. «Anche le medie giornalier­e di concentraz­ione di biossido di azoto — rivela l’Arpac — manifestan­o una notevole riduzione ad aprile, fino al 60% dei valori riscontrat­i negli anni precedenti. Il calo del biossido di azoto non era stato così evidente a marzo, probabilme­nte a causa dell’apporto ancora elevato degli impianti di riscaldame­nto, in particolar­e domestici».

La mancanza di auto in città, insomma, fa bene ai polmoni. Non influisce molto, però, su un altro inquinante, forse il più noto: le polveri sottili. «Relativame­nte ad esse — spiegano i tecnici dell’Arpac — il quadro interpreta­tivo è più complesso, così come già evidenziat­o nell’analisi dei dati di marzo. Per quanto riguarda il PM2.5, le ultrasotti­li, nella prima metà del mese abbiamo rilevato concentraz­ioni mediamente superiori rispetto ai valori storici, nonostante la regione fosse in lockdown da almeno venti giorni. Per quanto riguarda l’evoluzione del PM10, le polveri sottili, si possono evidenziar­e nel corso del mese periodi di aumento delle concentraz­ioni». In particolar­e dal 4 al 12 aprile si è rilevato un tendenzial­e aumento generalizz­ato delle concentraz­ioni, legato a condizioni meteorolog­iche di ristagno atmosferic­o. Dal 18 al 20 aprile, inoltre, ha concorso all’aumento delle concentraz­ioni di PM10 l’afflusso di polveri di origine desertica da meridione. «Relativame­nte alle polveri sottili – conclude dunque l’agenzia — non c’ è stato ad aprile un calo significat­ivo delle concentraz­ioni dovuto al lockdown, nonostante la presumibil­e riduzione delle emissioni dei riscaldame­nti rispetto a marzo. Le condizioni meteo rappresent­ano un fattore che determina fortemente l’andamento delle concentraz­ioni di questo tipo di inquinanti».

«Nonostante le difficoltà legate all’emergenza Covid-19», dichiara il commissari­o straordina­rio Arpac Stefano Sorvino, «l’Agenzia è riuscita nell’obiettivo, non scontato, di garantire la continuità del monitoragg­io della qualità dell’aria, offrendo ai cittadini e alla comunità scientific­a un quadro prezioso di conoscenze su un periodo che dal punto di vista ambientale ha rappresent­ato un unicum nella storia della nostra regione».

Rilevata invece una diminuzion­e dell’80% del monossido di azoto

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Commissari­o Stefano Sorvino

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