Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ex calciatore e avvocato «Le regole per ripartire»
Stendardo: «Il rispetto del protocollo è fondamentale»
Un passato da difensore centrale in serie A, un presente da avvocato, è la storia di Guglielmo Stendardo con cui abbiamo provato ad inquadrare nella complessità della sua doppia veste il tema della ripartenza del calcio.
Da ex calciatore, cosa ne pensa della ripartenza del campionato? Ci sono i presupposti per poterla immaginare?
«Tutti vorremmo riprendere, però, sappiamo che c’è una pandemia virale, economica e mentale, che ovviamente la salute viene prima di tutto e che bisogna attenersi alle linee guida del comitato tecnico scientifico e alle decisioni del Governo. Lo sport è vita, speranza, energia, fa bene anche agli italiani».
Ripartire dopo un lungo stop può essere pericoloso sotto il profilo degli infortuni?
«Dobbiamo pensare ad uno scenario come l’inizio di una nuova stagione sportiva, sono convinto che in serie A ci sia la massima attenzione da parte dei preparatori e dei medici. Da qualche giorno sono iniziati gli allenamenti individuali facoltativi, quelli a casa sono stati molto diversi, consentono di mantenere il tono muscolare, di non aumentare il peso ma il calcio è uno sport dinamico, manca il contatto con il campo, il gesto tecnico».
Da avvocato, come valuta il tema della responsabilità soprattutto riguardo alla figura del medico sociale?
«Aver messo in evidenza che il responsabile sanitario è esclusivamente il medico del calcio lo trovo eccessivo, poi bisogna ricordarsi che si tratta dell’unica figura che non ha contrattualizzazione federale, considerando che in Serie B e C spesso lavorano gratis. I medici potrebbero essere responsabili della sistemazione sanitaria, ma non possono senza una copertura assicurativa assumersi anche quella organizzativa. Il professionismo deve prevedere protocolli adattabili a tutte e tre le leghe. Se lo sono, il medico non avrà alcun problema ad assumersi la responsabilità che gli compete. Il protocollo potrebbe svolgere un ruolo esimente per le società sportive e i medici ai fini dell’esenzione o della gradazione delle loro responsabilità. In Germania hanno scelto la strada del rischio sostenibile, potremmo emularla in Italia anche perché considero molto complicata la strada della quarantena per tutto il gruppo squadra nel caso in cui ci sia un contagiato. Dal 18 maggio, quando inizieranno gli allenamenti collettivi, le società blindandosi possono evitare il contagio».
Nel momento in cui dovesse riprendere la stagione, è fiducioso per il cammino del Napoli?
«Dopo le difficoltà iniziali, Gattuso ha raggiunto buoni risultati e può avere futuro sulla panchina azzurra a patto, però, che vengano trattenuti i giocatori più importanti come per esempio Milik, Mertens, Fabian Ruiz e Zielinski».
Bisogna attenersi alle linee del Cts e alle decisioni del Governo Lo sport è vita, speranza, energia, fa bene