Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Frassitelli», il luogo e il vino
Parliamo del luogo, incantevole come i paesaggi del Signore degli Anelli di Peter Jackson, o del vino, una cascata di emozioni tenute a freno come le note della tromba di Miles Davis? In realtà non si può parlare dell’uno senza l’altro, intimamente legati tanto da non poter essere immaginati disgiunti. Il Frassitelli è, nel bene e nel male, la vigna che lo partorisce, da quando Gino Veronelli benedisse il progetto, per l’epoca rivoluzionario, di realizzare a Ischia quello che i francesi chiamavano già (almeno) dall’Ottocento cru. Il luogo: una tenuta di circa 6 ettari nel comune di Serrara Fontana, esposta a Sud Ovest, interamente destinata alla produzione di grappoli di biancolella, l’uva regina delle isole del Tirreno centrale. Qui Giuseppe Mattera, memoria storica degli ultimi 30 anni di attività della Casa D’Ambra, ha visto compassati giapponesi intonare all’improvviso incomprensibili canti di gioia. Ha un posto speciale anche nel cuore di Andrea D’Ambra, il comandante in capo, ora affiancato in vigna e in cantina dalla figlia Sara, mentre, Marina, l’altra, è sempre più inserita nella struttura commerciale. Scrivo da vent’anni e passa di questo vino. E ogni volte cerco di farlo in modo diverso. Diverso come è il vino stesso nell’inesorabile susseguirsi dei millesimi. Eccellente, ottimo, molto buono. Al di sotto non si scende mai. Caratteristico per il suo colore paglierino che quest’anno ancora non si rafforza, gentilmente consistente. Il naso è variegato ed elegante: tiglio, biancospino, macchia mediterranea e, poi, la pera matura, l’esotico ananas, gli agrumi. Morbidezza e freschezza duettano, conferendo un equilibrio ancora fragile ma già piacevole. E poi la brezza minerale che dona vitalità al sorso, lungo e placido. Da bere sull’insalata di agrumi e crostacei, sui primi marinari, sul pesce bianco alla brace. E sulle carni bianche.