Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Attenti alla politica dei fondi privi di istruttoria»
Il dg della Bcc Monte Pruno: «Si rischia di allargare la platea dei richiedenti ad usurai e riciclatori»
Nell’Apocalypse now economica del dopo Covid19, a fare la parte del colonnello Kilgore - il cattivo per eccellenza - proprio non ci sta. E così, a suon di comunicati e interventi, non ha lesinato critiche contro una narrazione governativa «da paese dei balocchi, che faceva passare il messaggio per cui bastasse andare in banca, autodichiarare danni da Coronavirus ed incassare 25 mila euro». Lui è Michele Albanese, direttore generale della Bcc Monte Pruno di Fisciano, Roscigno e Laurino, istituto di credito cooperativo nato nel 1962 e che estende la sua competenza su 94 comuni della provincia di Salerno, Potenza e Avellino. «I risultati prodotti dalla “potenza di fuoco” annunciata dal premier Conte sono stati zero liquidità e tanta burocrazia perché il decreto ha spostato il problema in capo alle banche - afferma il dg -, senza considerare che i loro soldi, e in particolar modo quelli delle banche di credito cooperativo, sono fondi raccolti tra la clientela e i soci, che vanno investiti con cautela ed utilizzando tutte le precauzioni dettate dalle norme del mercato del credito, che nel frattempo non sono cambiate, con responsabilità penali che in ultima istanza possono portare l’istituto a rispondere del reato di bancarotta». Il direttore si schiera al fianco degli imprenditori e dice: «Oggi le imprese hanno la necessità di avere risposte certe, non illusioni. Da parte nostra non ci tiriamo indietro, abbiamo già superato, ad esempio, i 140 milioni di residuo mutui pari a 1400 moratorie di finanziamenti, perché in questo caso non c’erano pastoie burocratiche, e 10 milioni di erogazioni per finanziamenti fino a 25mila euro in favore di 400 aziende. Ma siamo contrari a questa politica del finanziamento “privo di istruttoria”, soprattutto per quello oltre i 25mila euro».
Albanese sottolinea, infatti che fare credito in maniera frettolosa oggi senza una valutazione seria e adeguate verifiche, potrebbe non solo «allargare la platea dei potenziali richiedenti “indiretti”, tra riciclatori ed usurai», ma significherebbe anche «avere problemi seri da gestire tra qualche anno, nelle masse di credito deteriorato che le banche si troveranno ad avere, in attesa di ricevere i fondi statali come da garanzia. E non si dica, in maniera semplicistica, che questi crediti saranno ripagati dallo Stato, perché i soldi dello Stato sono soldi di tutti i cittadini».