Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Jabil, rottura e poi silenzi Licenziati i 190 operai
Dopo la clamorosa rottura notturna del tavolo la multinazionale certifica i licenziamenti I sindacati: atteggiamento vergognoso e ostile
Due, tre ambulanze hanno fatto la spola nella notte di ieri tra il piazzale antistante lo stabilimento e il locale ospedale. Raccontavano ieri mattina di improvvisi malori, per fortuna superati, tra gli operai presenti a tarda ora all’esterno dei cancelli della Jabil. Di persone sopraffatte dallo sconcerto per le notizie provenienti da Roma per la rottura delle trattative tra gruppo, Governo e Regione. Da ieri la multinazionale ha lasciato a casa 190 addetti senza possibilità di ricollocazione. Eppure si era ad un passo dalla firma dell’accordo, poi sono cambiati gli scenari.
Dopo il colpo di scena ed il traumatico stop alle trattative avvenuto nella notte tra lunedì e martedì e che ha decretato ufficialmente il licenziamento di 190 lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise, ieri è stata la giornata della diplomazia. Infatti, secondo voci ben circostanziate, per tutta la giornata sarebbe andata avanti una fitta interlocuzione tra il Ministero del Lavoro, la Regione Campania ed il board americano dell’azienda per cercare di sciogliere il nodo che ha fatto saltare all’ultimo secondo un accordo già fatto tra le parti e che avrebbe salvato almeno per le prossime cinque settimane il posto di lavoro ai 190 che avevano già ricevuto la lettera di licenziamento.
Pare che il documento finale su cui si è interrotto tutto sia stato tradotto in inglese in modo da convincere il cda americano di Jabil a fare retromarcia e a trovare un’intesa. Quindi il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e il sottosegretario Todde, secondo fonti del Ministero, dopo la decisione di Jabil di interrompere la trattativa «in modo unilaterale e inaspettato quando le parti erano ormai vicinissime all’intesa», «hanno manifestato tuttavia la volontà di interloquire direttamente con i vertici di Jabil, per conoscere le ragioni di questo inspiegabile dietrofront e cercare di concludere positivamente gli sforzi finora compiuti, salvaguardando la continuità occupazionale di 190 lavoratori».
Al tavolo, il ministro Catalfo ha ribadito la «radicale nullità» dei licenziamenti dovuta non solo al mancato rispetto della procedura in materia di licenziamenti collettivi, ma anche per effetto delle misure straordinarie varate dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Anche la Regione Campania, rapprenulla. sentata dall’assessore al Lavoro Sonia Palmeri, dopo una notte insonne ha cercato nuovamente di far ragionare l’azienda. Tra l’altro proprio l’assessore Palmeri era riuscita nella tre giorni di trattative a trovare una mediazione in modo che si potesse addivenire ad un accordo. Ma purtroppo l’azienda ed il suo amministratore delegato Clemente Cillo hanno deciso improvvisamente, adducendo di aver avuto una comunicazione dal cda statunitense, di interrompere definitivamente la trattativa.
Ieri, al di là del lavoro per così dire diplomatico messo in campo, non è cambiato I licenziamenti sono effettivi ed i sindacati appaiono dir poco arrabbiati per l’accaduto. «È mortificante — afferma il segretario della FiomCgil di Caserta, Francesco Percuoco — per il Governo e le istituzioni di questo Paese il comportamento della Jabil, che dopo tre giorni di trattativa ha fatto saltare il tavolo, procedendo a licenziamenti illegittimi e lasciando gli altri 350 lavoratori senza alcun ammortizzatore». In una nota, Fim-Cisl, Fiom, Uilm e Failms hanno nel frattempo ieri mattina confermato lo sciopero ad oltranza degli operai. «Il Governo intervenga per mettere al riparo i lavoratori della Jabil – sottolinea Raffaele Apetino, segretario generale della Fim Cisl Campania —. Da parte della multinazionale c’è stato un atteggiamento vergognoso, quasi alla firma dell’accordo, dopo 72 ore di trattativa ad oltranza, la Jabil dice di non voler più fare l’accordo per salvare 190 lavoratori. Il Governo intervenga, sono state offese le istituzioni italiane e i lavoratori». Per il sindacato il Governo non ha saputo fin qui far ragionare l’azienda ed in qualche modo a convincerla a venire a più miti consigli. «Siamo in attesa che il Governo faccia valere la sua autorevolezza nei confronti della multinazionale –
Lo sconcerto Governo e sindacati amareggiati per la piega degli eventi «Provvedimenti nulli»
Sussurri
La voce di speranza che circolava ieri: le diplomazie sono al lavoro per ricucire
dice Antonio Accurso, segretario generale della Uilm Campania — A questo punto il profilo diventa di rispetto delle istituzioni e della legislazione vigente sulla materia dei licenziamenti bloccati per l’emergenza Covid-19».
«Se non ci saranno sviluppi nelle prossime ore — avverte Accurso — cominceranno le impegnative dei licenziamenti e a quel punto il tempo per recuperare un accordo diventerà sempre più limitato. Se Jabil vuole evitare che la situazione sfugga di mano e comprometta il futuro per tutti i 530 lavoratori deve tornare subito al tavolo senza pregiudiziali insostenibili dal punto di vista giuridico. Altrimenti — conclude il numero uno della Uilm Campania — sarà chiaro che tutta l’operazione ha lo scopo di abbandonare il territorio e fare saltare gli impegni, e il Governo dovrebbe agire di conseguenza per accertare e sanzionare tutte le eventuali responsabilità».