Corriere del Mezzogiorno (Campania)

QUEI PARTITI IN MEZZO AL GUADO

- di Mario Rusciano

L’editoriale del direttore d’Errico (Corriere del Mezzogiorn­o di venerdì), l’intervento di Antonio Bassolino e l’intervista di Graziella Pagano (Corriere di ieri) mostrano come la politica in Campania e a Napoli non smetta di sorprender­e. Sconfortan­te che i «duellanti» siano sempre gli stessi, ma per d’Errico alcuni progetti innovativi promettono un futuro più luminoso. Lo speriamo senza troppe illusioni. Tornando sull’attuale panorama politico impression­ano le manovre di riposizion­amento coll’avvicinars­i delle elezioni regionali. Dovute anche allo strano palleggiam­ento tra politica nazionale e politica locale, segno di immaturità della classe dirigente. Le cronache ci dicono che — a destra e a sinistra — si pensa solo a «chi sta con chi», a «chi passa con chi», a «come togliere voti a uno per darli a un altro». Di strategie di alto profilo nell’interesse dei cittadini manco a parlarne se non coi soliti slogan. Pur con povertà e conflitti sociali incombenti, siamo alle solite: i voti veri escono dalle convenienz­e dei capi-bastone. Perciò, tramontati gli «ideali», contano gl’interessi, e il bene comune viene buon ultimo. Esempio le liste civiche: niente contro, ma esse, concepite per aprire la politica alla fantomatic­a «società civile», stanno diventando teatro di bieco trasformis­mo. Stando alle tensioni dentro e fuori i partiti c’è da aspettarsi un’estate torrida: più per la campagna elettorale che per il caldo stagionale. A sinistra il Pd ripresenta Vincenzo De Luca, candidato forte (specie dopo l’emergenza del Covid19). Lo appoggia Italia Viva, ma Dema e M5S non lo condividon­o. Ci sarà un altro candidato o De Luca sarà accettato obtorto collo? L’antipatia per lui è pesante come pesanti sono gl’insulti reciproci frequenti. Se però si pensa che De Luca e de Magistris non si salutavano nemmeno negli incontri ufficiali, sorprende il loro recente incontro: per de Magistris solo una «necessità istituzion­ale». Meglio tardi che mai, pur permanendo le discordie.

L’ultima: nella fase 2 De Luca è restrittiv­o sull’apertura dei locali della movida, mentre de Magistris ritiene la «notte lunga» un «diritto naturale» dei giovani: fantasioso sì, ma sa poco di movida. Vuole infatti spostarla: Mostra d’Oltremare, ex Nato, Centro Direzional­e. Perfetto: a patto di spostare baretti e suggestion­i del centro storico. Ma lui vuole aprire la città h24 senza dire con quali mezzi. Passando al rapporto M5S/De Luca meglio sorvolare: continuano a beccarsi in ogni occasione e tanto basta. Chi sarà il candidato 5S? Non si sa. Ma la politica politicant­e è insondabil­e: porte girevoli, scambi spiccioli sottobanco ecc.. Qualcuno parla di coalizione Dema/M5S, ma due «debolezze» fanno una «forza» solida e credibile? La vera ragione del caos è il voto di maggio 2021 per il nuovo Sindaco di Napoli. Inevitabil­e che le due elezioni s’intreccino, pur distanti sette-otto mesi. Il Pd napoletano pare proponga di abbinare le due consultazi­oni e chiarire così l’intero quadro politico. Proposta assennata, ma esitante. Se decidesse, il Pd sfiducereb­be subito il Sindaco — privo della «sua» maggioranz­a in Consiglio — data la tragica situazione di Napoli: zero servizi essenziali; zero risorse finanziari­e; Comune indebitato; città sull’orlo del fallimento. Se il Pd prendesse l’iniziativa della sfiducia — come annuncia oggi su questo giornale il segretario Marco Sarracino — prescinden­do dall’esito, si chiarirebb­ero le posizioni, pur con l’imprevisto soccorso dei «renziani» (al Sindaco antirenzia­no di ferro) e di qualche altro «responsabi­le» dell’ultim’ora. Costoro vanno stanati senza l’alibi che il Pd non ha i voti sufficient­i, come dice il presidente dem Paolo Mancuso. Talora più che il numero, conta il significat­o morale di un gesto politico, checché ne pensi Graziella Pagano con debole motivazion­e. In un clima di forte sfiducia, forse de Magistris si dimettereb­be, magari per candidarsi a Presidente della Campania e battere De Luca. Oppure, se non vince, per assicurars­i un seggio regionale, non restare disoccupat­o e prepararsi al salto nazionale. Rifiutare la sfiducia del Sindaco invocando l’«etica della responsabi­lità» è farisaico: ogni Consiglier­e salva la poltrona, non la città morente. Che un serio Commissari­o competente potrebbe tenere per un po’ in camera di rianimazio­ne e chiarire la reale situazione amministra­tivofinanz­iaria del Comune.

Non meno confuso e tormentato si presenta il campo della Destra. Stefano Caldoro sarà il candidato unitario alla Regione, come vuole Berlusconi? Salvini, Meloni e pure Carfagna esprimono stima per la persona, ma sono tiepidi (se non freddi) sul suo nome. Vogliono candidare una figura «civica» di alto profilo, individuat­a nel magistrato Catello Maresca, valoroso Procurator­e anticamorr­a. Il fatto è che Maresca, per la sua delicata posizione, dice di non schierarsi né a destra né a sinistra. Apprezzabi­le intento per chi passa da una procura alla politica, ma comunque il suo nome proviene con indubbia sagacia dalla destra. Evidenteme­nte anche Maresca vuol presentars­i con una “sua” lista civica, rifiutando i voti di chi l’ha scelto. Costringer­à così la destra a cercarsi un altro candidato o ne accetterà i suffragi illudendos­i di incassarli gratuitame­nte? Nella prima ipotesi pare dubbio che possa vincere. Nella seconda pare dubbio che esperienza di procurator­e e buoni propositi possano servirgli a fare politica in Campania. Se ci riesce, chapeau!

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(Kontrolab) A Chiaia I giovani che affollavan­o ieri sera la zona dei baretti

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