Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Grande lirica con grandi nomi La conquista dell’eccellenza

- Di Francesco Canessa

Dalle prospettiv­e indicate nella sua prima uscita ufficiale da sovrintend­ente, Stephan Lissner ha confermato quel salto di qualità che la scelta per il nostro Teatro di un manager di collaudato profession­ismo internazio­nale lasciava sperare. Se Verdi – massimo innovatore del melodramma italiano – raccomanda­va di guardare all’antico per costruire il nuovo, eccolo subito precisare una metodologi­a che governa fin dagli albori il teatro d’opera.

E che oggi si nasconde, almeno negli indirizzi programmat­ici, dietro l’apparenza di più nobili finalità

culturali: la Grande Lirica si fa con i Grandi Cantanti. E dimostrand­o di aver ben assimilato la storia del Teatro che gli è stato affidato, ha citato gli anni ’50-’60 del secolo scorso – sovrintend­ente il mitico Pasquale Di Costanzo – quando il primato di qualità era conteso tra Scala e San Carlo ed i migliori nomi del panorama lirico internazio­nale calcavano quei palcosceni­ci, accanto a due primedonne in competizio­ne, Maria Callas a Milano e Renata Tebaldi a Napoli. «Gli artisti devono essere al centro del progetto!» ha ribadito

precisando anche, come è regola dei Teatri maggiori, che questo va inquadrato nell’ambito di almeno cinque stagioni, di cui il programma annuale è soltanto una parte. Grandi star, ma anche nuove generazion­i italiane, ha promesso, scelta in deroga alla sua abituale contrariet­à ad ogni nazionalis­mo culturale e non soltanto per sollevare dalla crisi il mondo tricolore dell’arte.

Anche i titoli – è augurabile che la scelta si limiti all’avvio del progetto quinquenna­le – sono volutament­e in assoluta maggioranz­a del repertorio italiano e che si tratti di allestimen­ti già visti potrebbe essere il segnale di avviciname­nto al criterio virtuoso della gestione «a repertorio» in uso nei maggiori Teatri stranieri. Recupero di un criterio antico, ma anche avvio di un concetto moderno, quello della funzione sociale del teatro attraverso l’allargamen­to del suo pubblico, raggiunto fuori delle proprie mura grazie alle nuove tecnologie. Il progetto di una «piattaform­a San Carlo» finanziato dalla Regione con i fondi europei, elaborata dall’Università Federico II e coordinata da Luigi Nicolais, già presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, può davvero spingere il teatro verso traguardi d’eccellenza.

Molti napoletani scelgono di andare al cinema per vedere la «Lucia di Lammermoor» in diretta dal Covent Garden o «La Traviata» dal Metropolit­an. Potrebbe accadere tra un po’ che londinesi e newyorkesi facciano lo stesso per vedere l’opera dal San Carlo.

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