Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ma de Magistris non ci sta: «Orari ridotti e luoghi ristretti Così la salute è in pericolo»
La replica dell’ex pm è immediata: atteggiamento punitivo nei confronti dei campani Ormai si circola liberamente in tutta Italia
«È grave che il presidente
NAPOLI De Luca metta in pericolo la salute dei napoletani e dei campani, perché riducendo gli orari e riducendo i luoghi, spinge le persone a concentrarsi».
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, non molla. Anzi, in un video commenta senza manifestare troppa sorpresa, ma con animo ancora più agguerrito, l’esito a lui sfavorevole del ricorso presentato dalla Regione al Tar Campania avverso l’ordinanza comunale con la quale aveva prolungato l’apertura dei baretti della movida: «Se dopo le 22 non puoi portare una birra fuori da un locale, tutte le persone entreranno nel locale. Quindi — aggiunge —io ho il dovere di tutelare la salute dei miei concittadini. Non è un capriccio tra de Magistris e De Luca.
Dico basta a questo atteggiamento punitivo nei confronti dei cittadini e degli operatori economici. Ormai si circola liberamente in tutta Italia, le persone escono, non si capisce perché nella nostra città, dove c’è contagio quasi zero da circa un mese, non si possano liberare più luoghi». Il bersaglio è, quindi, Vincenzo De Luca: «Ci dovrebbe spiegare come mai non possiamo uscire di sera, ma si può fare campagna elettorale. Serve un po’ di serietà».
Da qui l’appello diretto al capo del Governo, Giuseppe Conte, affinché si impegni a dirimere il conflitto tra istituzioni locali ed ad assegnare la responsabilità delle decisioni ai Comuni sugli orari di apertura degli esercizi commerciali: «Siccome il presidente del Consiglio e tutti i ministri che abbiamo sentito in videoconferenza ci hanno dato ragione, adesso si intervenga perché non possiamo più subire l’abuso di posizione dominante di un presidente che, invece di dare conto del disastro che sta venendo fuori sulla sanità campana, si diverte a incidere sulla vita delle persone».
Per De Magistris i sindaci «devono tornare protagonisti del destino delle loro città. Basta con questi atteggiamenti che mettono a rischio la tenuta democratica e la coesione e che minacciano di distruggere dal punto di vista economico e sociale i territori. Caro De Luca, non ti possiamo consentire di mettere a rischio la salute dei nostri concittadini».
La lettura che in queste ore viene accreditata nei corridoi di palazzo Santa Lucia per interpretare questa nuova impennata conflittuale è che il primo cittadino di Napoli si stia preparando al possibile epilogo della sua esperienza amministrativa (domani, annunciano il capogruppo di Forza Italia ed il suo vice, Stanislao Lanzotti e Salvatore Guangi, «alla presenza del notaio Giampiero de Cesare, vi saranno le dimissioni dei consiglieri comunali del gruppo di Forza Italia e della altre forze di centrodestra») e per questo, probabilmente, punterebbe a guadagnare spazio per poi presentarsi — come peraltro aveva comunicato lui stesso in caso di sfiducia — come diretto antagonista di Vincenzo De Luca alle elezioni regionali. Anche per tali motivi ha presentato un elenco di richieste alla Regione, non tutte — riferiscono — accoglibili, affinché vengano sostenuti eventi culturali, rassegne di spettacolo e in particolare per istituire un tavolo di confronto a favore di interventi «rivolti alla categoria degli “invisibili”, cioè di chi il lavoro non lo ha avuto mai o non lo ha più». Insomma, un modo — sospettano a Santa Lucia — per armare la protesta sociale all’indirizzo della Regione.
” L’affondo Ci dovrebbe spiegare come mai non possiamo uscire di sera, ma si può fare campagna elettorale