Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pianura, tragedia nel cantiere abusivo S’indaga sul caporalato degli africani
In campo i carabinieri del Nucleo specializzati nel lavoro nero. Il parroco nigeriano ricorda le vittime
Era liberiano e aveva 41 anni l’operaio morto lunedì a Pianura assieme a Ciro Perrucci; si chiamava Thomas Daniel. I due sono stati schiacciati da un muro in un cantiere abusivo a causa del cedimento di un costone, provocato forse dalle piogge del giorno precedente. La Procura ha avviato la procedura per rintracciare i familiari dell’uomo in Liberia; intanto carabinieri e polizia municipale indagano sui diversi profili di illegalità connessi con l’incidente.
L’ampliamento
Nel cantiere di via Eduardo Caianiello è stata costruita una villa su due piani al posto di un vecchio rudere di 40 metri quadri; nessuna autorizzazione è mai stata chiesta al Comune. Sono state violate, hanno subito compreso gli investigatori, tutte le norme di sicurezza sul lavoro; gli operai erano in nero.
Il proprietario della villa è indagato per omicidio colposo e violazione delle leggi in materia di urbanistica e sicurezza del lavoro. Resta da capire chi avesse condotto in via Caianiello i tre africani, che secondo alcune testimonianze ogni mattina attendevano di essere reclutati a una rotonda della zona: è possibile che sia stato proprio Perrucci, il quale, pur lavorando in Asìa come addetto alla raccolta dei rifiuti, per garantirsi un piccolo guadagno extra faceva
anche il manovale.
Militari specializzati
Per approfondire l’aspetto legato al lavoro nero la Procura (le indagini sono coordinate dall’aggiunto Simona Di Monte) ha coinvolto il Nucleo carabinieri che affianca l’Ispettorato del lavoro (Nil), guidato dal colonnello Ivan Pistilli. Appena pochi mesi fa il Nil aveva diffuso i dati relativi al lavoro nero in Campania: il fenomeno è in fortissimo aumento. Nel 2018, su 6000 lavoratori controllati, il 30 per cento era in nero. Nel 2019, su appena 3000 lavoratori controllati, era in nero il 60 per cento. In queste condizioni la sicurezza nei cantieri è impossibile.
Lo shock del rione
La notizia dell’incidente ha lasciato sotto shock Pianura e in particolare la zona di Masseria Grande, dove Perrucci abitava e frequentava assiduamente la parrocchia di San Giuseppe e Sant’Ignazio. La fede gli aveva consentito di superare un momento terribile della sua vita: l’uccisione del fratello Riccardo, avvenuta il 27 agosto del 1997 nell’ambito di uno scontro tra clan per l’egemonia sui quartieri della periferia occidentale; con lui fu assassinato l’amico Giuseppe Bifaro. Riccardo Perrucci aveva allora 34 anni, quattro in meno di Ciro.
Il parroco nigeriano
Sulla pagina Facebook della parrocchia padre Victor, il parroco nigeriano, ha ricordato l’amico scomparso con parole piene di rimpianto: «Caro Ciro, la nostra parrocchia sentirà fortemente per sempre la tua mancanza. Non meritavi di morire così ed ora; eri molto buono con noi tutti ed con tutti che ti hanno conosciuto. Molto disponibile a rendere servizi alla nostra chiesa ed a tutti sempre con cuore, mai saranno dimenticate la tua disponibilità e generosità. Molto socievole e amato da tutti. Eri per me più che un amico; so quanto mi volevi bene e io per sempre ti vorrò bene. Con la tua scomparsa una spada ha trafitto il nostro cuore, noi tutti di Masseria Grande, e solo Dio ci può consolare in questo stato di dolore e tristezza. La morte ha strappato in modo violento un pezzo della pelle di Masseria Grande».
L’altro incidente
Ieri intanto un nuovo drammatico incidente in un cantiere edile, questa volta a Teverola, in provincia di Caserta. Un uomo di 43 anni, Felice Falco, è morto dopo essere stato colpito da una grossa trave. Secondo i primi accertamenti compiuti dai carabinieri, sembra che il 43enne, residente ad Orta di Atella, si fosse recato a Teverola per andare a trovare degli amici che stavano lavorando all’interno di un’azienda nella zona industriale. Voleva probabilmente salutarli, visto che erano a lavoro nella festività del 2 giugno, ma all’improvviso è stato investito e ucciso da una grossa trave. Dalle indagini è emerso che l’uomo non lavorava in nero, né sarebbero emerse altre irregolarità, anche se gli accertamenti proseguiranno. Il corpo del 43enne è stato trasportato all’istituto di medicina legale di Giugliano per l’autopsia.