Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Jabil, una guerra fra disperati I licenziati ora attaccano le Rsu
Atto d’accusa verso gli operai non coinvolti. Oggi tavolo al ministero del Lavoro
La notizia, diffusa nel pomeriggio da canali non ufficiali, ha trovato conferma intorno alle 21 di ieri sera. È quella di una nuova convocazione per i sindacati in sede di ministero del Lavoro per dare comunicazione degli sviluppi del confronto tra governo e management Usa nella difficile vertenza Jabil, l’azienda statunitense che dopo aver comunicato e di fatto operato 190 licenziamenti nello stabilimento di Marcianise, sfuggendo ad ogni tipo di richiesta ha poi abbandonato le trattative e fatto calare il silenzio sul «caso». Il tavolo è previsto per le 10.30 di oggi in call conference.
Ai risvolti della vicenda guardano con sempre maggiore apprensione gli ormai ex lavoratori. La speranza è quella di una ricollocazione presso altre aziende del settore informatico e delle Tlc, un processo che era stato già avviato ma che si è interrotto allorquando la Jabil ha assunto la decisione di non prorogare la cig Covid (restavano altre 5 settimane) e di procedere unilateralmente ai 190 esuberi. Decisione che ha scavato profonde divisioni all’interno della stessa forza lavoro dello stabilimento casertano. Questa mattina presto - dopo la pausa del 2 Giugno - tornerà a costituirsi il presidio di ex operai davanti ai cancelli del sito.«Dobbiamo impedire che i nostri colleghi tornino al lavoro», era il passaparola che circolava ieri tra i destinatari delle lettere di licenziamento. Perché lo sciopero ad oltranza proclamato due settimane fa e che ha coinvolto anche gli ultimi 350 addetti non toccati dai provvedimenti da giorni scricchiola dietro il timore di perdere altri soldi in busta paga. O, magari, di stizzire ulteriormente una proprietà che non si è dimostrata finora ben disposta né con gli occupati né con le istituzioni.
Il malanimo tra chi è stato licenziato e chi è rimasto al lavoro è sfociato ieri in un documento dai toni molto duri diffuso da una parte dei primi. In esso si fa riferimento a presunti favoritismi fatti dall’azienda nei confronti di quanti sono rimasti in servizio e a «connivenze» tra proprietà e Rsu aziendali. «Mi auguro che siano accuse infondate o che si basino su fatti e circostanze dimostrabili», ha commentato il segretario generale della Fiom Cgil di Caserta, Francesco Percuoco. «Parlo per me e per l’organizzazione che rappresento: non abbiamo niente da nascondere né cose o pratiche di cui vergognarci», ha aggiunto.
Lunedì, nella sede della Cgil di Caserta, si erano presentati una quindicina di lavoratori licenziati. Hanno dato mandato agli avvocati dell’organizzazione sindacale di impugnare i provvedimenti (l’incontro si è svolto con Lello Ferrara, storico legale del sindacato ed ex sindaco di Aversa). Molti altri operai hanno scelto la strada di rivolgersi ad altri avvocati privatamente. In tutti resta però accesa la speranza di uscire positivamente dalla vertenza. L’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri, ieri a Caserta per la cerimonia del 2 Giugno, ha confermato l’interesse di un’azienda campana a riassorbire gli esuberi.