Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Di Porzio (Fipe): si va a nozze con il caos, occupato l’impossibile Servono regole precise
NAPOLI «L’ordinanza dava un messaggio sbagliato. Diceva “fate quello che volete’’. Non ci si poteva aspettare altro che quello che poi è successo: in una situazione di assoluta deregulation è arrivato uno stop che ci ha messo di fronte alla realtà». Massimo Di Porzio, presidente della Fipe, non fa sconti ai colleghi. Al vertice della Federazione pubblici esercizi, punta il dito contro quelli «che hanno occupato strade e marciapiedi, senza considerare che saremo finiti così».
Lei non fa una scelta di campo e mette in luce le scelte sbagliate degli altri ristoratori.
«Gli operatori seri si sono guardati bene dal mettere tavolini e sedie all’esterno in deroga, senza avere ancora autorizzazioni e indicazioni precise. Certo queste continue ordinanze che si modificano, e parlo anche di quelle sulla movida, non aiutano. C’è chi si è sentito legittimato a fare di tutto e a Napoli si va a nozze con il caos. È nata una concorrenza sleale fra operatori e i residenti hanno pagato un prezzo alto. Non ci voleva tanto a capire che servono regole precise, chiare, bisogna salvaguardare l’estetica. A piazza dei Martiri i tavolini hanno avvolto il monumento, altrove bloccato le strade. Il problema è che laddove c’è spazio, che si può occupare gratuitamente, si creano situazioni pericolosissime».
E adesso che succede? «Sono sospese tutte le occupazioni in deroga, quelle che c’erano restano e sono confermate le estensioni all’interno delle aree pedonali. Ma chi ha occupato marciapiedi, strisce blu, carreggiate, attraversamenti pedonali deve fare marcia indietro. Il principio è che non si può fare quel che si vuole e non si può pensare di fare un ristorante all’aperto. Il principio è mettere due o tre tavolini esterni, procedendo secondo un criterio che tenga conto anche della quadratura del locale. Se dentro si dispone di quindici metri quadrati, appare paradossale avere trenta tavoli esterni».
È deluso da questa vicenda?
«Nessuna delusione, solo realismo. C’è stato uno sbraco, anche comprensibile, e poi ci sono le pecore nere. Ma quel che è successo in poche ore non poteva essere possibile. Diciamo che il Comune ha fatto confusione».
Fra ordinanze e decisioni diverse ritiene che ci sia una caccia ai consensi?
«Sicuramente si strizza l’occhio un po’ in giro, siamo in campagna elettorale. Ma in tutta Italia c’è una apertura all’occupazione di spazi esterni, dove si può. Servono però progetti, lasciare spazio alla gente per camminare, ai residenti per tornare a casa, serve in generale buon senso».