Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cento industriali: no agli unanimismi «di facciata»
Jannotti Pecci: creare le condizioni per un confronto sereno
Mittenti: «un centinaio di imprenditori» assicurano dal quartier generale del Britannique, l’hotel del corso Vittorio Emanuele dove si incontrano da giorni gli industriali che stanno facendo pressing su Costanzo Jannotti Pecci affinché sciolga la riserva e si candidi alla guida dell’Unione. Destinatari: l’ingegner Maurizio Manfellotto, presidente facente funzioni dell’associazione. La richiesta: annullare l’atto di indirizzo con cui il Consiglio di presidenza invitava fli associati a votare Francesco Tavassi.
NAPOLI La delusione è cocente. Decine di turisti in questi giorni arrivano sul Vesuvio a quota 1.000 sicuri di poter percorrere gli ultimi 132 metri, appesi al cono e accompagnati dalle guide, per ammirare il cratere e lo spettacolare panorama del Golfo. Invece no. Perché il «sentiero numero 5» resta ancora chiuso nonostante molti siti indichino gli orari per le escursioni. La pagina ufficiale del Parco nazionale del Vesuvio è invece precisa e indica che «il sentiero 5» è chiuso. Ma sono molti i turisti e gli escursionisti che si affidano ad agenzie o a ricerche «fai da te» e alla fine restano delusi.
Guide imbarazzate
È capitato anche domenica scorsa quando un folto gruppo di turisti provenienti da altre regioni (qualcuno anche dall’estero) ha trovato il cancello d’ingresso al sentiero chiuso e alcune guide che — con molta cortesia e professionalità — hanno spiegato che non era ancora possibile accedere. Chi scrive è stato testimone della scena e anche dell’imbarazzo delle guide autorizzate della cooperativa le quali hanno porto le loro scuse ai visitatori contrariati. Certo di questi tempi non è proprio una bella pubblicità per il vulcano più famoso al mondo ma occorre anche spiegare i motivi per cui il sentiero di ascesa al cratere è chiuso.
Il post del presidente
Il presidente del parco, Agostino Casillo, ha spiegato in un post sulla sua pagina facebook le ragioni per cui il sentiero del cratere resta chiuso: «Sono iniziati i lavori di realizzazione del nuovo sistema di fruizione del sentiero n.5 del Parco Nazionale del Vesuvio il “Gran Cono” — ha scritto Casillo —. In pochi giorni renderemo nuovamente possibile a turisti ed escursionisti le visite in sicurezza di uno dei luoghi più affascinanti del mondo, il cratere del Vesuvio». «Abbiamo deciso — ha aggiunto— di provare a trasformare questa grave crisi sanitaria in un’opportunità, mettendo in campo dispositivi tecnologici moderni che servono a ridurre il rischio di contagio ma che allo stesso tempo migliorano in maniera esponenziale l’esperienza di visita di uno dei siti naturalistici più importanti al mondo. Ancora qualche ora e potremo annunciare la data di riapertura». Rifiuti e rovi
Ma i problemi del Vesuvio non sono solo legati all’installazione dei tornelli sul Gran Cono. Esiste una questione di scarsa manutenzione delle strade di accesso al vulcano e di rifiuti che vengono ancor oggi (colpevolmente) abbandonati qua e là sulle pendici del monte. Criticità che resistono anche al di là del Grande Progetto Vesuvio che ha consentito la risistemazione di molti sentieri. Le criticità infatti riguardano soprattutto lo stato dei cespugli che in più punti restringono la carreggiata della strada tutta curve che conduce al tratto finale del vulcano. Per non parlare di cartacce e rifiuti gettati nelle piazzole di sosta e negli anfratti.
La direttrice Bianco
Una situazione più volte lamentata da Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, la quale ha scritto sia al Comune di Ercolano che alla Città Metropolitana. «Abbiamo denunciato la presenza di sporcizia, cespugli non potati, ma anche il cattivo stato della stradina che porta all’Osservatorio, costellata da buche e dislivelli. Eppure non abbiamo avuto ancora interventi per ripristinare lo stato dei luoghi». In realtà a peggiorare la situazione c’è l’«utilizzo» che decine di coppie fanno delle stradine e delle piazzole di sosta sul Vesuvio. Gli anfratti vengono sfruttati per trovare momenti di intimità, ai quali quasi sempre segue l’abbandono di cartacce e fazzolettini. Un fenomeno che continua da anni senza che si sia posto rimedio e che provoca come conseguenza il deturpamento di uno dei più bei paesaggi a livello mondiale. A completare il quadro la presenza di scheletri di edifici abusivi o di strutture risalenti agli anni ‘60 ormai in abbandono.
Il maxincendio Insomma, il degrado rischia di minare la bellezza del vulcano già messa a dura prova dagli incendi dolosi che nel luglio 2017 distrussero almeno il 50% delle pinete. Una pagina oscura su cui, a distanza di quasi tre anni, occorre ancora fare luce per capire davvero chi sono stati i mandanti di quell’attacco criminale.
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Casillo su Facebook
In pochi giorni renderemo nuovamente possibile a turisti ed escursionisti le visite in sicurezza di uno dei luoghi più affascinanti del mondo