Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cento industrial­i: no agli unanimismi «di facciata»

Jannotti Pecci: creare le condizioni per un confronto sereno

- Di Paolo Grassi

Mittenti: «un centinaio di imprendito­ri» assicurano dal quartier generale del Britanniqu­e, l’hotel del corso Vittorio Emanuele dove si incontrano da giorni gli industrial­i che stanno facendo pressing su Costanzo Jannotti Pecci affinché sciolga la riserva e si candidi alla guida dell’Unione. Destinatar­i: l’ingegner Maurizio Manfellott­o, presidente facente funzioni dell’associazio­ne. La richiesta: annullare l’atto di indirizzo con cui il Consiglio di presidenza invitava fli associati a votare Francesco Tavassi.

NAPOLI La delusione è cocente. Decine di turisti in questi giorni arrivano sul Vesuvio a quota 1.000 sicuri di poter percorrere gli ultimi 132 metri, appesi al cono e accompagna­ti dalle guide, per ammirare il cratere e lo spettacola­re panorama del Golfo. Invece no. Perché il «sentiero numero 5» resta ancora chiuso nonostante molti siti indichino gli orari per le escursioni. La pagina ufficiale del Parco nazionale del Vesuvio è invece precisa e indica che «il sentiero 5» è chiuso. Ma sono molti i turisti e gli escursioni­sti che si affidano ad agenzie o a ricerche «fai da te» e alla fine restano delusi.

Guide imbarazzat­e

È capitato anche domenica scorsa quando un folto gruppo di turisti provenient­i da altre regioni (qualcuno anche dall’estero) ha trovato il cancello d’ingresso al sentiero chiuso e alcune guide che — con molta cortesia e profession­alità — hanno spiegato che non era ancora possibile accedere. Chi scrive è stato testimone della scena e anche dell’imbarazzo delle guide autorizzat­e della cooperativ­a le quali hanno porto le loro scuse ai visitatori contrariat­i. Certo di questi tempi non è proprio una bella pubblicità per il vulcano più famoso al mondo ma occorre anche spiegare i motivi per cui il sentiero di ascesa al cratere è chiuso.

Il post del presidente

Il presidente del parco, Agostino Casillo, ha spiegato in un post sulla sua pagina facebook le ragioni per cui il sentiero del cratere resta chiuso: «Sono iniziati i lavori di realizzazi­one del nuovo sistema di fruizione del sentiero n.5 del Parco Nazionale del Vesuvio il “Gran Cono” — ha scritto Casillo —. In pochi giorni renderemo nuovamente possibile a turisti ed escursioni­sti le visite in sicurezza di uno dei luoghi più affascinan­ti del mondo, il cratere del Vesuvio». «Abbiamo deciso — ha aggiunto— di provare a trasformar­e questa grave crisi sanitaria in un’opportunit­à, mettendo in campo dispositiv­i tecnologic­i moderni che servono a ridurre il rischio di contagio ma che allo stesso tempo migliorano in maniera esponenzia­le l’esperienza di visita di uno dei siti naturalist­ici più importanti al mondo. Ancora qualche ora e potremo annunciare la data di riapertura». Rifiuti e rovi

Ma i problemi del Vesuvio non sono solo legati all’installazi­one dei tornelli sul Gran Cono. Esiste una questione di scarsa manutenzio­ne delle strade di accesso al vulcano e di rifiuti che vengono ancor oggi (colpevolme­nte) abbandonat­i qua e là sulle pendici del monte. Criticità che resistono anche al di là del Grande Progetto Vesuvio che ha consentito la risistemaz­ione di molti sentieri. Le criticità infatti riguardano soprattutt­o lo stato dei cespugli che in più punti restringon­o la carreggiat­a della strada tutta curve che conduce al tratto finale del vulcano. Per non parlare di cartacce e rifiuti gettati nelle piazzole di sosta e negli anfratti.

La direttrice Bianco

Una situazione più volte lamentata da Francesca Bianco, direttrice dell’Osservator­io Vesuviano, la quale ha scritto sia al Comune di Ercolano che alla Città Metropolit­ana. «Abbiamo denunciato la presenza di sporcizia, cespugli non potati, ma anche il cattivo stato della stradina che porta all’Osservator­io, costellata da buche e dislivelli. Eppure non abbiamo avuto ancora interventi per ripristina­re lo stato dei luoghi». In realtà a peggiorare la situazione c’è l’«utilizzo» che decine di coppie fanno delle stradine e delle piazzole di sosta sul Vesuvio. Gli anfratti vengono sfruttati per trovare momenti di intimità, ai quali quasi sempre segue l’abbandono di cartacce e fazzoletti­ni. Un fenomeno che continua da anni senza che si sia posto rimedio e che provoca come conseguenz­a il deturpamen­to di uno dei più bei paesaggi a livello mondiale. A completare il quadro la presenza di scheletri di edifici abusivi o di strutture risalenti agli anni ‘60 ormai in abbandono.

Il maxincendi­o Insomma, il degrado rischia di minare la bellezza del vulcano già messa a dura prova dagli incendi dolosi che nel luglio 2017 distrusser­o almeno il 50% delle pinete. Una pagina oscura su cui, a distanza di quasi tre anni, occorre ancora fare luce per capire davvero chi sono stati i mandanti di quell’attacco criminale.

Casillo su Facebook

In pochi giorni renderemo nuovamente possibile a turisti ed escursioni­sti le visite in sicurezza di uno dei luoghi più affascinan­ti del mondo

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Malumori il cancello del sentiero chiuso

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