Corriere del Mezzogiorno (Campania)

E adesso all’Olimpico sarà (grande) sfida Cr7-Cm14

- Di Marco Marsullo

Il San Paolo al fischio d’inizio sembrava il Tempio di Gerusalemm­e. Il silenzio, le luci basse, le mascherine, un’aria di sacralità nella celebrazio­ne dei tre rappresent­ati del personale medico sanitario a centrocamp­o. Il raccoglime­nto, l’applauso, il bacio al cielo di Gattuso per la sorella volata via solo qualche giorno fa. Brividi. Mi sono scoperto commosso, un peso alla gola, la voglia di piangere. Perché il calcio sa fare anche questo, non è solo il pallone che rotola sull’erba. Ed è per questo che ci era mancato tanto, anche potervelo raccontare. Poi comincia la partita e, neanche il tempo di notare qualche filo di pancia di troppo sotto le magliette aderenti, che dopo centoventi secondi il Napoli fa la frittata su angolo. Pasticcio generale e Ospina che si fa sorprender­e. Inter davanti. Prevedibil­e, dopo la pausa e la paura, che i giocatori fossero arrugginit­i, emotivamen­te prima che tatticamen­te. Il primo tempo è nerazzurro. La squadra di Conte amministra e gestisce un palleggio sicuro, pure rischioso in alcuni momenti. Poi il Napoli raccoglie il pari con un (quasi) assist di Ospina, che si fa perdonare e spiega – se ancora ce ne fosse bisogno – perché Gattuso lo preferisca a Meret. Il colombiano lancia in porta la coppia Insigne-Mertens con un rinvio che sa di numero 10. È del belga il gol del pari e del record: primo marcatore assoluto nella storia del Napoli. Il secondo tempo è tipo Scapoli contro Ammogliati di Fantozzi, con alcune fiammate nerazzurre e Ospina che para qualsiasi cosa, tenendo vivi gli azzurri fino al fischio finale. Uno a uno e Napoli che raggiunge la Juve in una finale che sa già di grande calcio (anche se andranno comunque a rallentato­re). Due osservazio­ni: in alcuni momenti è sembrato quasi un crimine contro l’umanità far giocare questi ragazzi con una posta in palio (e non sui terrazzi con i loro figli) dopo tre mesi di stop. E poi, Allan ancora in panchina. Questo Napoli, dunque, può davvero fare a meno di lui? Intanto, mercoledì c’è l’ultimo atto. CR7 vs CM14 (CiroMerten­s14). Quale campione alzerà la coppa?

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